Internazionali di Roma, Medvedev si prende anche la terra rossa
L'ultimo re della Capitale, quello che nessuno si aspettava alla vigilia
Daniil Medvedev ha trionfato agli Internazionali BNL d’Italia 2023 assolutamente contro tutti i pronostici della vigilia. Lui che non aveva mai vinto una sola partita in questo torneo in precedenza! Ad ogni turno i più tra gli addetti ai lavori e non attendevano la sua caduta. E invece si è mostrato incredibilmente solido su una superficie, la terra rossa che non aveva mai amato. Anzi, per di più regolando sia gli specialisti – vedi Tsitsipas – che l’astro nascente Holger Rune. Chapeau Danilone!
Gli Internazionali di Roma sono oggi – non era mai accaduto prima tra gli uomini – un po’ “zaristi“: Daniil Medvedev è il primo russo della storia del tennis maschile (di donne sono pieni gli albi!) a vincere il Mille italiano. Ci era andato vicino Andrej Česnokov, ma si era dovuto arrendere al grande Thomas Muster. E ora Medvedev volerà al Roland Garros – lo slam di superficie – senza essere considerato un oggetto misterioso lontano parente di quello visto calcare il cemento.
In quello stesso torneo parigino dove dopo 18 anni non ci sarà il suo re: quel Rafael Nadal che mentre si consumavano i quarti del torneo romano ha convocato una conferenza stampa per annunciare che… non pochi a pensare al ritiro. E invece ha detto che vorrebbe tornare in Davis a fine anno; per poi chiudere proprio sul quella Court Philippe Chatrier che lo ha incoronato re di sempre della superficie. Impronosticabile come catena di eventi, quasi quanto la vittoria di Medvedev oggi a Roma.
La finale al Foro Italico che quest’anno sembrava Londra
Nell’edizione più tormentata dalla pioggia di sempre: ha piovuto i tutti giorni a Roma neppure fossimo a Wimbledon! Ci sono stati non pochi disagi per organizzatori e pubblico, con molti match finiti in notturna. E anche oggi giorno della finale ci sono volute due ore di teste all’insù verso il cielo o a compulsare il telefono per capire se ci sarebbe stata una tregua. E così è stato: anzi il match è volato via veloce – 1 h e 43 minuti e senza interruzioni – finendo con un doppio 7-5 (stesso punteggio con cui Medvedev aveva liquidato anche il greco Tsitipas in semifinale, ma con meno break e contro break) che ha incoronato il re di Roma 2023: Daniil Medvedev.
Il primo set si viaggia on serve, ma è Holger Rune a cedere il servizio sul 5 a 6 e il russo si porta a casa il primo set. Poi nel secondo il danese torna in versione ammazza top-ten. Quella che aveva eliminato Djokovic e che piace tanto ai romani. Il ragazzo, che ha fatto 20 anni la scorsa settimana (meglio di lui in finale a Roma solo Rafa a 19), può solo crescere e tanto, ma gioca tanto bene anche così. Come Tsitsipas, anche se serve molto peggio del greco, ma più del greco e come il russo, sa come rispondere, aggressivo e come brekkare. E lo ha fatto e molto nel secondo parziale. Poi ha pagato un po’ di voglia di strafare e la maggiore esperienza dell’avversario, ma lo rivedremo e tanto spesso. Un Mille lo ha già vinto a Parigi lo scorso anno contro Nole. I russi non gli portano bene: Rublev lo aveva sconfitto a Monte-Carlo quest’anno. Mouratoglu – al fianco di Rune dopo l’annuncio del divorzio nei mesi scorsi (un po’ come il principe Andrea e Sarah Ferguson, che vivono insieme!) – ha del bel materiale su cui lavorare. Unico a poter impensierire in prospettiva Alcaraz.
L’evoluzione terraiola di Daniil Medvedev
Il dato più interessante di questa partita è anche un po’ la sintesi tutta questa edizione capitolina: la crescita di Daniil Medvedev sulla terra rossa. Pochi problemi e tanti risultati. Ha superato in semifinale Stefanos Tsitsipas – secondo successo su tre disputati – e il greco è il miglior interprete della superficie della loro generazione. In carriera, a Roma aveva giocato tre volte sole e perso sempre all’esordio prima del 2023. Quest’anno ha centrato la finale perdendo solo un set in cinque partite. Ha capitalizzato una serie di scelte: ha imparato a scivolare, il cambio delle corde per i campi più lenti con annessa discesa della tensione. Alla nona finale Mille si porta a casa il 6° titolo di categoria su 20 vittorie totali.
Oggi ancora n. 3 del mondo, che da domani scavalca Djokovic e si piazza al n. 2, con ogni probabilità dalla parte opposta del tabellone a Parigi di Alcaraz. Che male non farebbe, senza contare che nella race to Turin è primo incontrastato! Farà di tutto, c’è da scommetterci per tornare quanto prima ad essere il n.1 più alto di sempre: 198 cm. E con una qualità – e una mobilità – invidiabili. Tra tutti i tennisti top-ten e non acciaccati è quello forse più capace di una lettura straordinaria dell’avversario di turno. Parte sempre con quel leggero anticipo che risulta devastante. Quelle movenze che, come più volte abbiamo scritto, ricordano “gattone Mecir”. Oggi ha riscattato quella famosa clip che gira ancora sui social (la mettiamo qui sotto da una sua fanpage, n.d.r.) in cui in perfetto italiano, proprio Daniil Medvedev esclamava: “mamma mia, santa Italia” con il suo connazionale Rublev, che sorride sotto la mascherina.
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