Tensione politica in Emilia Romagna dopo che il Centrodestra si è espresso compatto contro la nomina del governatore Stefano Bonaccini (PD) a commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione.
Si è trattato solo di un voto contrario a una mozione dei democratici in Consiglio regionale, tuttavia manifesta il malumore di fronte all’ipotesi che Palazzo Chigi voglia affidare l’incarico di responsabile della ricostruzione al presidente della Regione.
Romagna, danni per 7 miliardi
Uno scenario in realtà sempre più improbabile. È un braccio di ferro che tutti volevano evitare e che invece sta alzando la tensione sull’asse Roma-Bologna. In Regione cominciano a fare una conta dei danni. Si parla di “oltre 7 miliardi“. Ma basta pensare al fatto che per il terremoto del 2012 i danni ammontarono a oltre 13 miliardi per capire che anche per l’alluvione il conteggio potrebbe aggravarsi.
Giovedì 25 maggio arriveranno in Romagna la premier Giorgia Meloni (per la seconda volta dopo il 21 maggio) e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Sorvoleranno le aree alluvionate assieme a Stefano Bonaccini. Decolleranno da Bologna nel primo pomeriggio e al ritorno è previsto un punto stampa. Poi, mentre Bonaccini e von der Leyen proseguiranno in elicottero verso Cesena e Forlì, la premier tornerà nella Capitale per un Consiglio dei ministri convocato alle 18. Appena 48 ore dopo quello che ha varato misure e aiuti per “oltre due miliardi di euro“ secondo l’espressione di Meloni.
Il grande abbraccio dell’Italia all’Emilia-Romagna.
In pochi giorni già 20 i milioni € raccolti sul c/c aperto dalla Regione.
Una grande mobilitazione che aiuterà la Romagna a rialzarsi. Grazie ❤️Questo l’Iban:
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Causale “Alluvione Emilia-Romagna” pic.twitter.com/xeNJ3kMveL— Stefano Bonaccini (@sbonaccini) May 25, 2023
Nuovo Consiglio dei ministri
Quel testo è ancora in via di definizione: nelle ultime bozze diversi articoli sono in fase di verifica. Saranno comunque assegnati fino a 900 euro per le famiglie sfollate, ha annunciato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci. Briciole. Che tuttavia sono importanti almeno come segnale di attenzione alla popolazione. Il nuovo Consiglio dei ministri “dovrà prendere ulteriori decisioni sulla gestione dell’emergenza nelle zone colpite dal maltempo” ha reso noto Palazzo Chigi. L’esecutivo pensa di estendere l’emergenza ai Comuni delle Marche e della Toscana, in particolare del Mugello fiorentino, colpiti anch’essi pesantemente dall’ondata di maltempo. Ma c’è chi non esclude nuove misure.
Il Commissario della discordia sulla Romagna
Difficile, se non impossibile, che si proceda già con la nomina del commissario per la ricostruzione. Si diffonde nel Centrodestra l’idea che alla fine si opterà per un tecnico di area. “Non è all’ordine del giorno, siamo ancora nella fase dell’emergenza” ha chiarito in Parlamento Musumeci. “Di solito la fase di emergenza dura un anno, almeno questo è il periodo che ho previsto nell’ordinanza“. Dal territorio, invece, è forte la richiesta di fare in fretta, come dopo il sisma del 2012, quando il Governo Monti impiegò dieci giorni per incaricare l’allora governatore Vasco Errani, all’indomani della seconda scossa distruttiva.
In Consiglio regionale, a Bologna, il governatore Bonaccini non ha usato mezzi termini. “Servono risorse nell’immediato per ricostruire le strade, bloccare le frane, ripristinare gli argini. Bisogna fare queste cose prima dell’autunno, altrimenti – ha avvertito – non un evento straordinario ma uno ordinario ci metterà nei guai. Con questi tempi e questi livelli di dettaglio è possibile che queste opere possano essere progettate, appaltate e realizzate da un commissario a Roma?“
La Lega non vuole Bonaccini
Poi il presidente del PD ha sottolineato che “come commissario in genere si nomina un presidente di Regione, come dicono colleghi del Centrodestra come Zaia, Occhiuto, Toti“. E ha aggiunto: “Bisogna occuparsi della Romagna, non degli equilibri politici delle nomine“. Dalla Lega assicurano che non c’è “nessun veto o antipatia nei confronti di alcuno” e si auspica “che la nomina avvenga al più presto“. Ma più fonti della maggioranza raccontano che è proprio il partito di Matteo Salvini quello più freddo verso Bonaccini, in linea con il fronte romagnolo di FdI. Di certo non la pensano così i governatori di Centrodestra. Per quello della Liguria, Giovanni Toti, “i poteri commissariali devono andare a chi ha un mandato popolare per poterli esercitare con piena legittimità“.