Alessandra Cappiello, Direttrice Creativa di Morfosis , collezione Primavera/Estate 2023
“Buy less, choose well, make it last”, prende spunto da questa citazione di Vivienne Westwood la capsule donna Morfosis Primavera/Estate 2023. Alessandra Cappiello, Direttrice Creativa del famoso brand romano che ha suggestionato persino la star mondiale Madonna, propone pezzi unici realizzati con tessuti scelti dagli archivi e dalle migliori filiere europee.
Il tutto per esaltare la qualità di materiali senza tempo, esprimere l’unicità di ogni donna nella propria singolare imperfezione e bandire lo spreco e le logiche del fast fashion a favore di una ripresa dell’artigianalità e del Made in Italy. Affermare il proprio modo di essere attenti alle risorse del Pianeta scegliendo capi destinati a restare nel tempo con abiti che si plasmano sull’identità del singolo. La parola d’ordine è ancora e sempre l’eleganza come attitudine, uno stile urbano e facile ma esclusivo, attraverso abiti che stanno bene e fanno star bene, dettagli e particolari sartoriali che fanno la differenza.
Giacche e tailleur in shantung, completi pratici e desiderabili, abiti fluidi da sovrapporre a piacere, impalpabili camicie e dettagli décor, piume di struzzo, preziosi scintillanti jacquard per un inno alla vita, caleidoscopio di colori abbinati per l’istinto di gioire. Una capsule pensata per la donna che sa fare della funzionalità il proprio karma, dell’eleganza la propria cifra stilistica. Tutto rigorosamente prodotto nella continuità con l’artigianato, la manualità e la preziosità di una volta secondo gli standard europei, con attenzione alla sostenibilità e confezionato in laboratori artigianali italiani in un approccio severamente limited edition. In questa intervista esclusiva ed in anteprima su VelvetMAG Alessandra Cappiello ci racconta le nuove proposte.
Come prende vita questa sua ultima fatica?
Con questa collezione abbiamo giocato come sempre con il discorso della contaminazione dei colori, dei materiali, sete, jacquard, ci siamo orientati su una proposta di stratificazione e di switch dei capi. Il pantalone viaggia con il top, ma potrebbe essere messo anche sotto un abito per creare un nuovo outfit, si può spezzare la gonna che si abbina poi ad un colore di un altro capo. I colori stessi creano questo mix di capi tra loro. La camicia di tulle, plumetis diventa super formale. E’ una donna che si deve vestire in più momenti della giornata ed in più occasioni. Quattro pezzi di questa collezione diventano un’infinita varietà del guardaroba.
E’ sempre presente l’idea di una personalità che non vuole omologarsi, che ricerca nella scelta dell’abbinamento qualcosa che rispecchi la propria originalità, perché in fondo il modo di vestire esprime le nostre attitudini. Spesso utilizziamo l’abito per dare un’altra immagine di noi. E’ una collezione che a me piace che la racconti la protagonista, la cliente, io posso fare un abbinamento, ma le assicuro che ne sono infiniti perché tutti i capi si mescolano tra loro. L’idea di mettere un abito solo in una determinata circostanza non mi piaceva, perciò ho voluto creare un guardaroba di pezzi interscambiabili tra loro.
Noi abbiamo degli articoli evergreen come l’abito lungo trasparente con il quale si può giocare con un’infinità di soluzioni, con sotto un fuseaux o una maglia diventa un altro capo. In estate l’abito trasparente può essere messo con un pantaloncino. Altra cosa importante è come consigliare le persone. Il colore più recessivo di un capo può essere il perfetto proseguimento del look. Quando ci sono le fantasie non c’è nulla di più facile di fare un lavoro del genere.
Non c’è un’icona a cui mi sono ispirata, ma è un mood, un modo di sentire legato e contestualizzato al momento in cui si vive. Da una parte c’è stato l’interesse a lavorare con materiali che aiutassero a sopravvivere il nostro Pianeta. Dall’altra c’è stata una ricerca negli archivi, filiere, per non alimentare il consumismo. La nostra figura è sempre quella di una donna glamour, consapevole del proprio tempo che questo tipo di società richiede, una donna emancipata, perfettamente centrata, che si diverte ad essere alla moda e ad essere unica.
Abbiamo lavorato con delle mischie di seta e cotone, che evocano la preziosità e la leggerezza dell’estate. Abbiamo mixato dei jacquard particolarissimi, creando delle palette originali con degli effetti ottici particolari, tipo camouflage, micro disegni.
Sicuramente il disegno con il lago riflesso con una carpa che nuota. E’ un kimono blu molto apprezzato.
Abbiamo giocato su celesti, viola, verdi, rosa, fucsia, oro, giallo, argento, bianco.
Abbiamo formulato dei capi interscambiabili. Top e pantaloni la sera abbinati ad un kimono per un outfit d’occasione. Con pochi pezzi si può costruire un guardaroba per le diverse fasi della giornata, cambiando gli accessori.
Lei è una donna autonoma, una giornalista di successo, però è dotata di un grande gusto ed è originale, le piace mixare e le riesce, è molto glamour. La nota che ci piace di più di lei è la sua unicità ed i suoi abbinamenti non banali.
Alcuni giorni fa Angelina Jolie ha lanciato Atelier Jolie, una piattaforma in cui tutti possono creare, una forma di autoespressione, in cui si utilizzano materiali vintage e riciclati, cosa ne pensa?
E’ un’iniziativa lodevole e particolare, speriamo che prosegua con le finalità auspicate, è sicuramente un progetto interessante da seguire.
E’ un voler limitare al massimo gli sprechi e non contribuire all’abuso di risorse. Sono pezzi vintage scovati nei magazzini di tutto il mondo, giacche militari rimodellate e riadattate, a cui abbiamo dato un nuovo corso impreziosendole di decori e strass, attraverso un processo artigianale di revisione e decoro. Pezzi interamente rifiniti a mano e numerati. I ricami, dettagli, interventi di pittura pop art e graffitismo personalizzano ogni capo rendendolo unico e prezioso.
Abbiamo evitato l’utilizzo di nuovi materiali puntando sul recupero. I disegni hanno tutti delle frasi augurali: “Dance, dance, dance“ della famosa coreografa Pina Bausch, “Secondo viaggio” che sottolinea proprio questa nuova vita del capo, auspica una differente autenticità del nostro vivere. Nella prima fase della nostra vita abbiamo avuto dei modelli imposti, la seconda è il nostro personale modo di scegliere, di esprimerci avendo a cuore l’intero ecosistema.
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