Alessia Colonna: “Combino funzionalità e bellezza”
Consigli di design (e non solo) da una delle più influenti interior designer del momento
Oggi il design è anche moda. Rappresenta il nostro stile di vita; il nostro stare al mondo. Con l’intervista di oggi all’interior designer Alessia Colonna, abbiamo posto una lente d’ingrandimento sulle tendenze del mondo dell’arredamento.
Modella, interior designer, influencer, nel periodo del lockdown, il rapporto con il cliente si è fortificato, addensato. Perché grazie ai social Alessia è arrivata ovunque e le consulenze online si sono evolute con i video su Instagram. L’arredamento cavalca il trend? E se sì, in che modo? Ce lo spiega Alessia Colonna in esclusiva a VelvetMAG.
Per VelvetMAG l’intervista esclusiva di Alessia Colonna
Partiamo subito dai tratti distintivi della tua ‘filosofia’ di arredamento.
La mia filosofia è quella che il design fosse alla portata di tutti e con il proprio budget. Ovvio, ci sono arredi molto belli, di brand molto costosi, aziende che stimo e adoro particolarmente. Però non tutti hanno questa possibilità e non è detto che una casa non possa essere bella, con gusto particolare e che rispecchi le necessità di quel cliente anche con un budget un po’ più piccolo. Se parliamo invece di stili, non ho una mia filosofia. Lavorando in questo mondo e negli anni, ho capito che mi piacciono più cose ed è per questo che non voglio fermarmi ad un solo stile di arredamento.
La moda non solo veste, ma racconta il periodo storico in cui viene prodotta. Vale anche per il design?Secondo me vale soprattutto per il design. E’ talmente tanto ampio! Tutto ciò che secondo me è design, parla di periodi storici, di ‘una certa era’. Nel 2023 possiamo vedere una casa che ha uno stile minimale, uno stile moderno, uno stile industriale, uno stile japandi, uno stile country chic, uno stile shabby chic e uno stile classico contemporaneo. Nomi che derivano da periodi storici, tempi che li hanno fatti nascere. Ad oggi li troviamo tutti, e nella stessa epoca.
Oggi siamo votati alla praticità, poco importa se un accessorio non è armonico con il resto dell’arredamento. Tu come combini funzionalità e bellezza?
Secondo me, parte tutto dall’avere buon gusto. In una casa, più ci sono elementi, più ci sono cose – e parlo io da mamma di due bambini con una casa dove risulta esserci più del necessario – ed è ovvio che si va a creare una disarmonia. Sono esattamente quei dettagli, che portano via quell’equilibrio e quella bellezza estetica che vorremmo tutti! Non è possibile avere la casa di copertina alla Pinterest H24. Togliere dunque, tutto ciò che è superfluo e scegliere con cura i vari pezzi, i vari complementi d’arredo, aiutano a mantenere una buona armonia.
In case piccole dove non c’è troppo spazio, l’importante è basarsi per esempio su una palette colori da rispettare in modo tale che, se si aggiungono e si tolgono elementi, si rimarrà sempre sulla stessa linea e non si creerà disequilibrio in tutta la composizione. Perché è esattamente lì che si crea il caos. Non a caso, l’elemento che è fuori tono, si noterà subito! Io, da anni fa dove amavo tutto molto neutro, tutto molto candido, sono passata ad amare molto di più i colori e anche il mio gusto si è quindi modificato ed è maturato nel negli anni.
Combino la funzionalità con la bellezza scegliendo pochi pezzi giusti. E ciò che rende tutto più bello e armonico, secondo me, è non avere disordine generale. Lo stesso tavolo – se è inserito in un contesto molto disordinato e confusionario – non risulta più così bello se invece è inserito in un contesto più pulito. Puntare all’essenziale è molto meglio, in quanto ci consente in modo totalitario mantenere anche più equilibrio e più armonia.
Da cosa trai ispirazione?
Parte delle mie ispirazioni mi arriva proprio dalle mie necessità, da quello che io vivo in prima persona nel corso delle mie giornate. Cerco tantissimo online. Su Pinterest e tra le pagine di riviste. Giro anche tanto! Difatti sono stata al Fuori Salone poco tempo fa e ho creato vlog uno dietro l’altro, come anche tantissime foto. Tutto questo entra nella mia mente, rimane nel mio database e viene poi fuori man mano ogni volta, in modo diverso quando servono.
Ci racconti il primo colloquio “tipo” con un cliente che la contatta?
In generale è proprio capire che cosa ci può stare. E’ un fattore quantitativo! La maggior parte delle persone chiede sempre di farci stare più elementi possibili proprio perché siamo circondati da miliardi di cose. Siamo nell’era del consumismo e quindi le domande sono: “Cosa posso farci stare?”. Oppure: “Di che colore?”. Dobbiamo precisare che la gestione del colore è veramente importante e non è facile per nulla!
I colori devono essere inseriti nella giusta stanza. Prendiamo come esempio la camera dei bambini che richiama un ceto tipo di colori. A tal proposito ho creato dei video. Non è più il rosa bimba, o l’azzurro bimbo con tutti i complementi d’arredo: il tappeto, gli accessori, le coperte, il lettino e le pareti. Assolutamente no! Ma non si tratta neanche di utilizzare quei color super shocking che non vanno bene poiché non creano un ambiente rilassante per i nostri bambini. Quindi, meglio tonalità desaturate, mantenendo sempre il gusto del cliente. Sono molto presente sui social e di domande ne ricevo veramente tante come quella sulla gestione dello spazio.
Un punto su cui mi soffermo io in realtà, in quanto il cliente la dà spesso per scontata, è il budget. E’ in base al budget che il professionista sa cosa bisognerà fare e come potrà muoversi, ma anche quali complementi d’arredo si potranno andare a guardare. E da qui che poi nascono progetti diversi.
Da habituée al salone del Mobile e delle fiere cosa prevedi nel futuro del design?
Tutto quello che è tecnologico. Se prima parlavamo di quanto il design si rifà ai periodi storici del passato, oggi possiamo vederli tutti, ma mixati con una struttura al passo dei tempi odierni. Noi, oggi, vediamo la casa domotica, e quasi tutti hanno dei supporti che ci aiutano a vivere la casa in maniera più smart. Credo che in futuro faremo quasi tutto a livello smart. Dal telefono o dal tablet potremmo gestire tutto quello che ha a che fare con la casa.
Televisione, lavatrice, asciugatrice, forno. Tutto quello che è elettrodomestico e che ha a che fare con la domotica, per me sarà in prima linea. Dal punto di vista progettuale, invece, parliamo di realtà aumentata. Il cliente può difatti vedere nell’immediato l’ambiente in cui andrà a vivere, gli sembrerà di starci all’interno semplicemente vedendo un rendering. Difatti, oggi ci sono dei software che permettono di vedere la casa così come sarà.
Hai mai ricevuto richieste che potremmo definire bizzarre?
Richieste bizzarre? Se devo essere onesta, dal punto di vista di clientela e consulenza che ho fatto, non mi è mai successo. Ho fatto consulenze a persone sempre molto gentili, serene e che si sono affidate al mio gusto imparando anche molto, soprattutto durante il lockdown. In quel periodo ho lavorato tantissimo con le video consulente. Non facevo un progetto vero e proprio, ma un colloquio video di un’ora. Per cui analizzavo in precedenza il materiale che mi veniva mandato dai miei clienti e davo dei consigli su come sistemare una certa zona piuttosto che un’altra.
Se devo aggiungere qualcosa in più sulle ‘richieste bizzarre’, forse potrei far riferimento ad alcuni DM su Instagram. Ti arriva la persona “x” che non hai mai sentito, che non hai mai visto o non ti ha mai scritto un messaggio e pretende la risposta sul dettaglio, e, magari, la richiesta non inizia neanche con un “Ciao”.
Un tuo progetto che più ti è rimasto nel cuore?
Il primo che ho fatto non mi è rimasto nel cuore. Ma è stato il primo di quando ho iniziato a lavorare, dopo essermi fatta conoscere un po’ di più sui social. Tra anni fa, il progetto di un attico a Roma di una coppia che si era trasferita in affitto con il bimbo. Un attico veramente bellissimo. Quello mi è rimasto nel cuore perché eravamo in lockdown, avevo iniziato su Instagram col pubblicare le mie rubriche sul design. E proprio in quel periodo arrivarono diversi clienti. Parliamo di una mole molto più grande rispetto a quella che avevo prima, perché effettivamente, i social, ti danno un bacino di utenza maggiore.
Il tuo profilo Instagram accoglie la tua professione principale come quella di brand ambassador, madre di due bellissimi bambini, compagna. Come hai trovato l’equilibrio tra professione e privato?
Io lo sto costruendo giorno per giorno. Mi definisco una persona a tratti super organizzata, dall’altra invece disorganizzatissima e magari mi perdo in un bicchier d’acqua. Ci sono giornate in cui sono super produttiva. E giornate, invece, in cui lo sono meno. Ma anche l’essere mamma e avere due bambini, oltretutto molto attivi, mi aiutano e mi insegnano a capire come poter fare tante cose. Sono sempre stata ‘multitaskin’, tant’è vero che, gli amici mi chiamano wonder Ale da 15 anni.
Per la mia festa di laurea mi avevano scelto il tema wonder con tutte le cose che io facevo nelle mie giornate. E sono diventate sempre di più! Come faccio? Non lo so neanche io! Vedo che riesco a creare energia e a prendere energia man mano che faccio le cose. Mi tolgo per esempio una soddisfazione. Non so, vado in palestra e mi scarico? OK bello…wow! Sto molto meglio con me stessa e ho l’energia per fare altrettanto con ancora più voglia e più grinta. Ecco, avere del tempo per me mi dà molta energia per poter affrontare le giornate. Se i bimbi sono a scuola, io so che riesco a fare le mie cose. Sono molto più serena e sono molto più produttiva.
Ma c’è da aggiungere anche che io e Federico (n.d.r compagno) non abbiamo aiuti ed è difficile riuscire a gestire il lavoro. Difatti, diventa tutto un po’ complicato quando ci sono loro a casa. E non nascondo che a volte – come dico anche sui social – mi sento mezza esaurita e frustrata perché le cose da fare sono tantissime e magari non riesco a farle tutte. Per carattere ho questo brutto difetto, vorrei fare sempre di più, mettermi in in gioco. Creare. Poi, condividere un momento carino vissuto in famiglia o con i miei bambini, parlare della mia professione e insegnare a mio modo, con il mio linguaggio tutto quello che ha a che fare con l’interior design, a me appaga moltissimo.
I social portano sempre gli haters?
Alcuni commenti secondo me dovrebbero essere aboliti, altri invece, potrebbero essere costruttivi. Io ho la fortuna di ricevere il 99% di commenti positivi quotidianamente dandomi la carica di andare avanti, di farmi fare con passione questo lavoro. I messaggi che ricevo sono una botta di autostima, però, effettivamente, arrivano a volte delle stangate che mi lasciano perplessa e ti chiedi come sia possibile che qualcuno possano scriverti determinate cose. Ci sono messaggi e messaggi, e la critica costruttiva sono ben disposta a riceverla. Quando però ricevo commenti maleducati e offensivi, tempo fa, tendevo di rispondere a tutti e magari anche a tono. Oggi invece mi capita di leggere, chiudere e non darci più peso. Per fortuna non è una cosa che mi rovina le giornate perché, comunque sia, ho imparato a lasciare andare.
Modella, interior design e influencer. Tre identità che afferiscono indubbiamente all’estetica. Come l’ha esplorata, e la esplora tutt’ora Alessia Colonna?
Io l’ho vissuta molto male! Soprattutto quando ero più piccola. Ho iniziato a viverla nel mondo della moda, la mia prima esperienza professionale e che mi ha sbattuto davanti ad uno specchio e a diversi canoni estetici che non erano quelli che rappresentavo io, ma che erano fondamentali per il lavoro che volevo fare e che facevo in quel periodo. In un certo senso, mi ha portato ad ammalarmi, una situazione che non ho parlato sui social ma che ne parlerò. Poi ho cambiato strada studiando all’università e facendo l’interior design. In realtà sono una produr design, ovvero designer di prodotto e c’è un sogno nel cassetto, che è quello di tornare a fare prodotto.
Io in generale sono un’esteta, mi piacciono le cose belle e, come influencer la sto vivendo in maniera molto più naturale. Non a caso è il modo in cui voglio propormi sui social. Così come sono! Non mi importa del chilo in più, del brufolo, dell’occhiaia. Non mi importa se sono struccata o truccata. Mi importa far passare il massaggio che non servono filtri, costruzioni. Mi accetto così come sono oggi, una cosa che non ho mai fatto in passato. E sono così soprattutto da quando sono mamma.
Lasciamoci con la canzone che racconta meglio Alessia Colonna:
Una canzone che mi ha portato tanto, a livello di amore, di famiglia e tutto è Costruire (n.d.r. canzone di Niccolò Fabi). Ogni tanto la devo ripetere quella frase che fa: “E costruire è sapere è potere rinunciare alla perfezione”, perché io sono una grandissima perfezionista.
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