Dal Forum economico di San Pietroburgo, in Russia, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, afferma all’agenzia di stampa Tass che le proposte di pace di alcuni Paesi sulla guerra in Ucraina contengono “idee che potrebbero funzionare.” “Certo che ci sono” ha risposto la portavoce ai cronisti.
“Siamo grati a tutti quelli che stanno parlando della pace, che stanno facendo proposte e che si stanno rendendo disponibili per questo.” L’allusione sembra essere a Cyril Ramaphosa, il presidente del Sudafrica che ha promesso di non dare seguito al mandato d’arresto della Corte penale internazionale dell’Aja nei confronti di Putin. E che il 16 giugno era a Kiev in missione di pace.
La Russia al Forum di San Pietroburgo
Ma perché adesso dai vertici dello Stato russo si cominciano a fare indirette aperture verso possibili negoziati? Non si può non notare come le affermazioni di Maria Zakharova, il ‘mastino’ del ministro degli Esteri della Russia, Serghei Lavrov, giungano a pochi giorni dall’inizio della controffensiva ucraina nel Donbass. E in un contesto particolare. Ovvero la ‘cornice’ del Forum di San Pietroburgo. La stessa nell’ambito della quale Vladimir Putin afferma che “la controffensiva ucraina non ha alcuna chance di successo.” Ovviamente l’Ucraina afferma il contrario e sostiene di avere liberato territori e villaggi occupati dagli invasori per decine di chilometri quadrati.
“Le forze di Kiev – dice invece Putin – in questo momento attaccano in alcune aree. Hanno perso diversi carri armati, i combattimenti continuano ma non hanno alcuna possibilità.” “I cambiamenti mondiali in tutte le sfere non sono temporanei, ma cardinali, profondi e irreversibili.” “La Russia è obbligata ad aumentare la spesa per la difesa per garantire la sicurezza del paese“, afferma ancora Putin. “La Russia sarà sempre parte dell’economia mondiale” nonostante le sanzioni.
16 mesi di guerra anche per Mosca
Ecco che, confrontando le dichiarazioni della portavoce del ministero degli Esteri russo con quelle del capo del Cremlino, si può ipotizzare come la Russia stia cercando di avvicinarsi ai negoziati facendo credere di trovarsi in una posizione di forza. Ovvero con una ferma presa sul Donbass, da dove non intende ritirarsi, e con la Crimea ancora in pugno.
Ma è veramente questa la situazione? Non solo l’Ucraina, ma anche Mosca è logora dopo quasi 16 mesi di combattimenti. Il volto di superpotenza militare della Russia, celebre per possedere il secondo esercito del mondo in realtà è in frantumi. In Ucraina sono andati al massacro decine di migliaia di soldati, provenienti dalle parti più povere del paese. Molti giovanissimi e inesperti di guerra. Si sono scontrati con un’inattesa, coriacea, militarmente agguerrita e fortemente motivata resistenza ucraina. Che è stata poi – ed è tuttora – foraggiata da decine di miliardi di dollari da tutto l’Occidente. Rispetto alle conquiste delle prime settimane di guerra, la Russia ha dovuto ritirarsi frettolosamente dall’area di Kiev e Kharkhiv e oggi tiene, a fatica, parte del Donbass e del Sud.
Putin, Zelensky e Ramaphosa
Forse è per questo che Putin, come un leone ferito, torna ad attaccare Zelensky al Forum di San Pietroburgo. “Ho amici ebrei che mi dicono che Zelensky non è un ebreo, ma un disonore per gli ebrei” dice. Poi mostra i muscoli. Perlomeno quelli della propaganda. “La Russia può distruggere qualsiasi edificio nel centro di Kiev ma non lo fa per determinate ragioni.” In questo contesto, al Forum di San Piertoburgo, il presidente russo chiede di rispettare un minuto di silenzio in memoria di Silvio Berlusconi. L’unico leader italiano che si era sbracciato a ribadire la sua storica amicizia col dittatore russo, emersa ancora una volta dai famigerati audio ‘rubati’ dei mesi scorsi. Nei quali, fra l’altro, mostrava tutto il suo disprezzo per Zelensky, fra gli applausi dei politici di Forza Italia.
“The road to peace is not an easy one”.
During a joint presser with President Volodymyr Zelensky and his African counterparts, South African President Cyril Ramaphosa said African countries were prepared to participate further in a peace pact between Russia and Ukraine. pic.twitter.com/frHVIbJlVW— BBC News Africa (@BBCAfrica) June 16, 2023
A Kiev continuano senza sosta i bombardamenti della Russia per seminare il terrore. Anche mentre è in corso la missione di pace del presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, nella capitale. “Putin costruisce la fiducia lanciando su Kiev il più massiccio attacco missilistico da settimane. Proprio nel mezzo della visita di leader africani alla nostra capitale. I missili sono un messaggio all’Africa: la Russia vuole più guerra, non la pace” afferma il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba. “I missili non lavorano in funzione della pace” ha dichiarato lo stesso presidente sudafricano Ramaphosa, secondo il The Kyiv Independent.