Meloni in Francia, incontro con Macron per l’Expo a Roma nel 2030
Parigi è la sede del BIE, l'organizzazione intergovernativa che gestisce le Esposizioni Universali e Internazionali
La premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron si incontreranno nel pomeriggio del 10 giugno all’Eliseo, a Parigi. Lo rende noto la presidenza della Repubblica francese. Sul tavolo diverse questioni, nell’ambito dei rapporti tutt’altro che facili fra la presidente del Consiglio e il capo di Stato transalpino.
Ma l’obiettivo della premier è innanzitutto quello di promuovere la candidatura di Roma all’Expo 2030, dopo che, nel 2015, è già stata Milano a ospitare l’esposizione universale
Perché conta l’appoggio di Parigi
Su quella che è ormai la fase finale delle candidature per Expo 2030, Francia e Italia restano su fronti opposti. Prima del bilaterale con Meloni, il 20 giugno, il presidente francese vedrà il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, che ha il suo Paese in corsa per Expo 2030. Già nei giorni passati Macron aveva incontrato i vertici dell’Arabia Saudita che è anch’essa candidata come l’Italia e che in questo momento può contare su un maggior numero di voti rispetto al nostro Paese.
E soprattutto, a quanto pare, anche del consenso della Francia. Ottenere dunque l’appoggio di Parigi è fondamentale anche per l’Italia. La capitale francese è la sede del Bureau International des Expositions (BIE), ossia l’organizzazione intergovernativa che gestisce le Esposizioni Universali. Così come il francese è la lingua ufficiale, assieme all’inglese, del BIE. Riguardo ai temi del bilaterale Macron-Meloni, in una nota che l’Eliseo ha diffuso si parla di “relazioni bilaterali che uniscono la Francia e l’Italia, in particolare, l’attuazione del Trattato del Quirinale.”
Macron, Meloni e l’Ucraina
Ma anche “questioni europee” e comune sostegno all’Ucraina. Questi senz’altro, ‘salvo se altri’, i temi sul tavolo. La riunione, prosegue il servizio stampa di Macron, servirà anche a “preparare il vertice della NATO di Vilnius, capitale della Lituania, l’11 e il 12 luglio“. Gli scambi tra Francia e Italia e il bilaterale di Macron con Giorgia Meloni, conclude l’Eliseo, costituiranno “l’occasione di ribadire il comune sostegno all’Ucraina sulle questioni militare, umanitaria, economica, diplomatica e giudiziaria.”
In ogni caso, “la NATO non diventerà parte del conflitto” in Ucraina. Così hanno sostenuto a Berlino in conferenza stampa sia il segretario della NATO, Jens Stoltenberg, che il cancelliere cancelliere Olaf Scholz. Rispondendo alla domanda di un giornalista, Stoltenberg ha spiegato che “non abbiamo discusso di un invito formale all’Ucraina. E su questo ci sono consultazioni continue e non voglio anticiparle“. Tuttavia Stoltenberg ha aggiunto che “i membri dell’Alleanza sono già molto concordi sul fatto che le porte della NATO sono aperte“. Inutile sottolineare come Macron e Meloni terranno conto di tutti gli ultimi sviluppi delle vicende ucraine nel corso del loro colloquio.
Scholz: “La guerra sarà lunga“
Da parte sua, il cancelliere tedesco Scholz ha sottolineato che “dobbiamo preparaci alla possibilità che la guerra della Russia in Ucraina possa durare ancora a lungo.” E Stoltenberg ha aggiunto che “l’Ucraina ha il diritto di liberare il suo Paese“, e per questo la pace “non potrà essere un diktat.” In quanto alla possibilità di un prolungamento del suo mandato, il segretario atlantico ha detto: “Non ho nulla di nuovo da riferire a riguardo. Io non aspiro a un prolungamento del mio incarico. Vorrei concentrarmi sul mio mandato fino all’autunno, e davvero non ho altri piani.”