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Rifugiati, nel mondo oltre 110 milioni di persone in fuga da miseria e persecuzioni

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Si celebra il 20 giugno la Giornata mondiale del Rifugiato. Sono almeno 110 milioni (dati ONU) i rifugiati in ogni parte del mondo. Si tratta di persone – uomini, donne e bambini – che abbandonano la propria casa per cercare una vita non più di persecuzioni, fame e miseria ma di benessere e di giustizia.  

Uomini, donne e bambini, in tutti i continenti, sono costretti a lasciare le proprie case per trovare protezione contro la persecuzione, gli abusi, le violenze” ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Il senso di umanità e il rispetto per i più alti valori iscritti nella Costituzione repubblicana impongono di non ignorare il loro dramma.”

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Foto Twitter @MalavoltaF

Rifugiati, l’Italia in prima linea

Riguardo alla tragedia dei rifugiati, il presidente della Repubblica ha inoltre affermato come “da sempre l’Italia è in prima linea nell’adempiere all’alto dovere di solidarietà, assistenza e accoglienza. Secondo quanto previsto dalla Costituzione per coloro ai quali venga impedito nel proprio paese l’effettivo esercizio dei diritti e delle libertà democratiche.“Nel celebrare oggi la Giornata mondiale del Rifugiato – ha sottolineato il capo dello Stato – è opportuno ribadire” alcune cose. Ovvero che “le iniziative di assistenza a queste personee in particolare ai rifugiati che si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità – devono essere accompagnate dalla ricerca di un’indispensabile e urgentissima soluzione strutturale di lungo periodo.

L’identikit dei poveri in fuga

Chi sono, concretamente, i cosiddetti rifugiati? Si tratta di persone, per lo più giovani adulti ma anche adolescenti e bambini, in fuga da condizioni di vita spaventose che cercano con tutte le proprie forze un futuro dignitoso. Vivono fra persecuzioni politiche, sociali e civili, guerre, assenza di prospettive, miseria, fame. In molti casi sono persone che subiscono torture in campi di detenzione e che devono affrontare viaggi che sono odissee e che spesso finiscono nella tomba del Mediterraneo.

Secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), sono oltre 110 milioni di persone in tutto il mondo. Solo nel 2022 erano 62,5 milioni gli sfollati interni e oltre 35 milioni i rifugiati. La Giornata mondiale del Rifugiato, questo 20 giugno, cade nei giorni del naufragio di migranti al largo delle coste del Peloponneso, in Grecia, con un bilancio raggelante: oltre 600 dispersi in mare, 80 morti accertate, 104 naufraghi tratti in salvo. Secondo alcuni sopravvissuti c’erano 100 bambini nella stiva del peschereccio che si è inabissato.

Fardi (a sinistra) dalla Siria, abbraccia il fratello salvato Mohamed (a destra), tra una recinzione nel porto di Kalamata, dove sono stati portati i sopravvissuti del naufragio del 14 giugno in Grecia. Foto Ansa/Yannis Kolesidis

Mediterraneo, decine di migliaia di morti

Negli ultimi 10 anni, ricorda Avvenire, si sono accertate 26mila vittime nel Mar Mediterraneo (dati OIM, Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, fa parte dell’ONU). “Quell’immenso cimitero senza lapidi richiama la responsabilità dei governi nazionali e della Ue sui doveri di accoglienza e di soccorso” ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci (associazione nazionale comuni d’Italia). “È inammissibile assistere inermi alla più grande tragedia di questo secolo.

100mila bambini soli in 9 anni

Nel corso degli anni in Europa sono giunti centinaia di migliaia di profughi e rifugiati, spesso approdati sulle nostre coste, tratti in salvo dalle ong, dalla Guardia Costiera e dalla Marina Militare. In Italia, spiega Unicef, sono stati oltre 100mila i minori stranieri giunti via mare soli – cioè senza familiari – dal 2014. Di essi 6mila solo nei primi mesi di quest’anno. “Si tratta di bambini spesso in fuga da conflitti o violenze” si legge in una nota. “Questi dati sono probabilmente destinati a salire nei prossimi mesi per le crisi e i disastri climatici che affliggono molti Paesi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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