L’Area Sacra di Largo Argentina riapre al pubblico anche grazie a Maison Bulgari
Terminati i lavori che consentono di accedere ad una delle più suggestive aree archeologiche di Roma
L’Area Sacra di Largo Argentina e la sua storia millenaria si offrono al pubblico con un percorso che consente per la prima volta di accedere al sito. Ultimati i lavori, una delle aree più suggestive e rappresentative del centro storico di Roma riapre al pubblico.
Per la prima volta sarà possibile accedere all’Area Sacra di Largo Argentina grazie ad un percorso ultimato che consente di visitare il sito in maniera sistematica. Dall’età repubblicana attraverso l’epoca imperiale e medievale, fino alla riscoperta avvenuta nel secolo scorso con le demolizioni degli Anni ’20. I lavori, condotti sotto la direzione scientifica della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, sono stati resi possibili grazie a un atto di mecenatismo da parte della Maison Bulgari. Grazie ad i nuovi lavori i resti dei templi potranno, finalmente, essere visitati da vicino e non più dal piano stradale.
I lavori all’Area Sacra di Largo Argentina
La riqualificazione dell’Area Sacra di Largo Argentina (fruibile dal 20 giugno 2023) ha tenuto conto anche di un livello di accessibilità possibile a tutti. A tal proposito, ad esempio, da via di San Nicola de’ Cesarini il visitatore ha la possibilità di scendere e visitare l’area archeologica grazie a un percorso su passerella completamente privo di barriere architettoniche. Una piattaforma elevatrice, inoltre, consente l’accesso alle persone con mobilità ridotta. All’interno del sito, poi, sono stati eliminati tutti i dislivelli e salti di quota. Un progetto altamente inclusivo così come abbiamo visto per l’ascensore panoramico con vista Colosseo. Elemento di grande novità dell’Area Sacra di Largo Argentina sono le due aree espositive nel portico della medioevale Torre del Papito e nei locali al di sotto del piano stradale di via di San Nicola de’ Cesarini.
Negli spazi si trovano selezioni provenienti dai numerosi reperti degli scavi e dalle demolizioni del secolo scorso. Tra i reperti archeologici esposti si trovano: frammenti di epigrafi, sarcofagi, decorazioni architettoniche e due teste di statue colossali appartenenti a divinità venerate nell’area. Le visite sono poi accompagnate da pannelli descrittivi in italiano e inglese e un ricco corredo di foto. Anche in questo caso si è pensato all’inclusione con panelli tattili per le persone ipovedenti e non vedenti.
Un importante atto di mecenatismo per un’importante opera storica
Realizzata anche una nuova illuminazione su tutta la passerella, gli espositori e, a livello stradale, il portico della Torre del Papito. L’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, dopo aver ringraziato il prezioso atto di mecenatismo della Maison Bulgari, ha sottolineato come cittadini e turisti romani: “Da ora in avanti potranno vedere da vicino meravigliosi reperti archeologici di varie epoche della storia della nostra città“. Jean-Christophe Babin, Amministratore Delegato del Gruppo Bulgari, ha espresso tutto l’orgoglio del gruppo di aver contribuito alla fruibilità, finalmente, dell’Area Sacra di Largo Argentina.
“Un progetto – commenta Babin – che ci ha consentito di onorare, ancora una volta, il profondo legame che abbiamo con Roma. Da sempre inesauribile fonte di ispirazione e crocevia millenario di arti, culture e tradizioni. Nell’Area Sacra si percepisce il respiro della Storia. Queste maestose vestigia – che da oggi potremo ammirare da vicino – raccontano la grandezza di un impero che ha forgiato la nostra civiltà“. A commento finale, inoltre, il Sovrintende Claudio Parisi Persicce, evidenzia il prezioso lavoro dei tecnici dalla Sovrintendenza.
Lavoro che, come sottolinea Parisi Presicce: “Ha restituito alla città un’area importantissima, consentendo a tutti di ammirare uno spaccato di storia di oltre due millenni: dalla Roma repubblicana a quella degli imperatori, dal riutilizzo delle strutture come dimore di famiglie aristocratiche, chiese e monasteri fino alle demolizioni degli anni Venti del ‘900. Lo splendido risultato che si può ammirare da oggi è stato possibile grazie a una proficua collaborazione tra pubblico e privato per il quale voglio ringraziare il Gruppo Bulgari“.