Sette Silenzi, il nuovo romanzo di Elettra Santori
La presentazione nella storica Libreria Minerva di Piazza Fiume a Roma
Diritti civili, linguaggio di genere, omosessualità, immigrazione, depressione e ansia come malattie sociali. In Sette Silenzi, Elettra Santori, sociologa e autrice per la rivista MicroMega di saggi, racconti e reportage narrativi, pone la sua scrittura sulfurea e versatile al servizio di alcuni fenomeni sociali su cui per formazione e professione si è cimentata negli ultimi anni.
La scrittrice lo fa scegliendo il veicolo del silenzio quale comune denominatore di sette racconti in cui campeggiano il tacere e il mettere a tacere come forme di inganno o di autoinganno.
Sette Silenzi, storie in cui il silenzio si presenta in forme disparate
Attraverso una scrittura acrobatica, ondeggiante tra pathos e parodia, Santori spazia dal racconto in formato whatsapp, primo esperimento del genere, al finto monologo teatrale, immagina storie che si intersecano in un reticolato di sottili rimandi interni, dando voce a una rappresentazione dolente e grottesca dell’hilarotragoedia umana. In una linea temporale, partendo da un approssimativo presente, Sette Silenzi scorre all’indietro fino agli Anni Ottanta. Un volume in cui si innestano storie in cui il silenzio si presenta nelle forme più disparate. Il silenzio ironico e sfuggente di una malata terminale sulla propria tragica condizione. Il mutismo di una giovane pianista lesbica che, dopo un episodio traumatico, decide di rinunciare alla parola. L’afasia di una scrittrice che non riesce più a scrivere.
L’incomunicabilità soffocante all’interno di una famiglia di agricoltori della campagna romana. Queste e altre storie si dipanano nell’arco di quasi quarant’anni, apparentemente disgiunte, ma in realtà interconnesse da una ragnatela di sottili trait d’union che le tengono assieme come in un
metaromanzo, o quasi-romanzo.
Elettra Santori, l’autrice
Da anni collaboratrice di MicroMega, rivista di politica e cultura che non teme di affrontare battaglie
impopolari, Elettra Santori evita accuratamente la tentazione dell’intimismo, optando invece per una scrittura a suo modo “politica”, demistificatoria, a tratti sfrontata, mettendo in scena situazioni narrativamente poco esplorate, come ad esempio i complessi e i tic che si riscontrano a volte in chi lavora nel mondo dell’associazionismo pro migranti. Il cibo come strumento di controllo e di oppressione; i relitti di una mentalità arcaica e fascista che ancora persiste in alcune aree rurali della campagna romana. Temi diversi tra loro, ma ricondotti ad unità attraverso il leit-motiv del silenzio. In un’attualità dominata dall’abuso della parola e dall’inflazione dell’immagine, il silenzio diventa una chiave d’accesso alternativa, quasi una password universale, alla realtà del nostro tempo.
Sette Silenzi, l’indagine sulle difficoltà dell’integrazione
Al di là del silenzio, connettore di tutti i racconti, è la difficoltà di inserimento dell’uno nei molti il vero soggetto del libro. “Sette silenzi” esplora a fondo le difficolta dell’integrazione, non solo e non tanto dalla prospettiva delle minoranze (straniere e di genere), quanto soprattutto dell’individuo che fatica ad inserirsi nella moltitudine. L’ultimo racconto della raccolta, “San Giuseppe dei Sette Silenzi”, la storia da cui si diparte l’alberatura dell’intero libro, è emblematica. La protagonista, Giulia, proviene da una famiglia di agricoltori clerico-fascisti, soffre per la sua diversità e per le vedute antimoderne dei suoi genitori. Vorrebbe integrarsi, vivere la stessa vita delle sue coetanee adolescenti, si sente scissa tra il bisogno di essere se stessa e quello di essere come tutte le altre.
Non diversamente da ciò che accade, al giorno d’oggi, nelle seconde generazioni provenienti da famiglie musulmane tradizionaliste e integraliste. Come Giulia, anche le altre protagoniste di “Sette silenzi”, tutte donne, e non per caso, soffrono di non appartenenza e si scontrano giorno per giorno con la difficoltà di rimanere se stesse pur desiderando integrarsi nella società.