La presidente Meloni è recentemente volata in Francia per incontrare il presidente Emmanuel Macron. All’orizzonte per i due leader due importanti appuntamenti, come il Consiglio Europeo che si terrà a Bruxelles il 29 e 30 Giugno. E il vertice NATO che si terrà a Vilnius l’11 e il 12 luglio.
Le relazioni tra Francia e Italia hanno subito negli ultimi tempi degli alti e bassi. Come confermano le parole del presidente Macron, che ha parlato a seguito del colloquio, di “controversie“ fra i due Paesi. Ma nella costruzione di un Europa politicamente più solida e protagonista sullo scenario internazionale, la collaborazione tra Francia e Italia è indispensabile. I nostri Paesi difatti possiedono numerosi interessi in comune.
I punti in comune con la Francia: dal patto di Stabilità alla stabilizzazione del Mediterraneo
Primo fra tutti un’impostazione economica e monetaria dell’UE più morbida rispetto al principio dell’Austerity dettata dalla Germania. Dove l’incontro tra Meloni e Macron non a caso arriva in un momento tanto delicato, dove in UE a breve si discuteranno i nuovi parametri del Patto di Stabilità. Un ulteriore obbiettivo comune riguarda la stabilizzazione del Mediterraneo, che renda più gestibili i flussi migratori. E anche in questo caso senza una collaborazione italo-francese in territori come la Libia, la Tunisia, l’Algeria, quest’obbiettivo diventa irraggiungibile. Le ultime parole del presidente francese a seguito del colloquio con la presidente Meloni, lasciano ben sperare circa un possibile passo in avanti della Francia verso la posizione italiana. Macron ha difatti confermato che “non c’è una buona politica migratoria europea se non c’è una politica coerente di difesa delle nostre frontiere comuni”. Complimentandosi con l’Italia per gli sforzi e l’iniziativa politica portata avanti con il governo tunisino.
Le ambizioni di Macron: l’intelligenza artificiale, credito e Terzo Polo
Ma i vantaggi di una più stretta collaborazione non finiscono qui. Se da una parte il governo Meloni insegue il progetto del piano Mattei – disegnando il futuro dell’Italia come hub energetico d’Europa – la Francia di Macron si sta imponendo al centro della scena con tre grandi ambizioni. Quella di essere un hub globale dell’intelligenza artificiale, di ospitare un vertice dei leader mondiali in cui trovare un nuovo accordo sul credito per i Paesi in via di sviluppo. E, per ultimo, la promozione dell’UE come Terzo polo: inseguendo il progetto di un Europa che sia equidistante da Washington tanto quanto da Pechino. Ma per realizzare le proprie ambizioni Parigi ha bisogno necessariamente di alleati in UE. Nella corsa alla tecnologia IA la Francia incontra una dura concorrenza all’interno dell’Europa come quella della Germania e del Regno Unito. E al livello globale grandi player statunitensi, come Microsoft.
A Macron servono dunque investimenti di ampio respiro, magari anche al livello europeo. E su questo ambito le visioni del n.1 dell’Eliseo e della premier italiana convergono. Come confermano le parole della premier “io credo che la grande sfida di una nuova governance dell’Eurozona debba essere sopratutto incentrata sugli investimenti. Gli investimenti sulle materie strategiche non possono essere considerati come tutti gli altri.” Anche la costruzione di questo Terzo Polo, senza una più stretta sinergia e collaborazione della Francia con Paesi del peso politico ed economico dell’Italia, terza economia europea, è difficilmente realizzabile. Visto che una maggior autonomia dell’UE da Washington e da Pechino, passa necessariamente attraverso una maggiore compattezza e unità politica tra gli Stati membri. E’ essenziale dunque saper mettere da parte le competizioni politiche interne per raggiungere gli obbiettivi strategici: per Meloni come per Macron.