Si lavora senza sosta per salvare Ottavia Piana, la speleologa di 31 anni di Adro (Brescia) rimasta bloccata da domenica 2 luglio a 150 metri di profondità nella Grotta Bueno Fonteno. Si è rotta una gamba e non è più in grado di muoversi. La Grotta si trova nel comune di Fonteno, sul lato bergamasco del Lago d’Iseo.
Nel primo pomeriggio di martedì 4 luglio tecnici e operatori dovrebbero riuscire a completare l’intervento di soccorso, scrive il Giornale di Brescia. La previsione arriva dalle persone impegnate sul posto. Le operazioni di salvataggio sono complicate. A coordinarle è il Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico). La speleologa è stata raggiunta e si trova legata su una barella che i soccorritori stanno piano piano facendo risalire attraverso i meandri della grotta verso la superficie.
La speleologa mappava il territorio
L’intervento è proseguito per tutta la notte fra il 3 e il 4 luglio. Fra i soccorritori anche specialisti arrivati da Lombardia, Piemonte, Trentino, Veneto ed Emilia Romagna. Le condizioni ambientali stanno rendendo le manovre molto complesse. Un temporale ha interessato, almeno in parte, l’interno della cavità in fondo alla quale si trova la speleologa intrappolata. Il Corpo nazionale del soccorso alpino ha fatto sapere che l’aumento della portata d’acqua sui salti verticali ha reso impraticabile la zona sopra il pozzo da 50 metri.
Al mattino del 4 luglio ha ricominciato a piovere ma la barella con Ottavia Piana continua a risalire lungo il meandro prima dell’uscita. “Le condizioni dell’infortunata sono stabili” scrive il soccorso alpino in un comunicato. “Medico e infermiere sono costantemente in contatto con la barella.”
Ottavia Piana è istruttrice nazionale di speleologia e da vari anni sta mappando il sistema carsico compreso tra il Lago d’Endine e la sponda bergamasca del Sebino. Il Bueno Fonteno rappresenta l’abisso principale. Piana stava esplorando il Bueno Fonteno assieme a un gruppo del Cai di Lovere (Bergamo), di cui fa parte. Verso le 15 la speleologa si è infortunata alla gamba, sembra a causa di una roccia che si è staccata da dove la donna aveva posizionato il chiodo per assicurarsi alla parete.
#Lombardia, grotta Bueno Fonteno: da 36 ore la barella procede centimetro dopo centimetro con una breve pausa notturna a causa dei forti flussi d’acqua verticali generati dalla pioggia fitta che si è abbattuta all’esterno. Seguono aggiornamenti. pic.twitter.com/MPNNqwYiEg
— Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (@cnsas_official) July 4, 2023
Il sistema carsico del Lago d’Iseo
A quel punto 2 dei 4 compagni di spedizione della speleologa sono tornati in superficie e hanno raggiunto il paese per chiamare i soccorsi. Gli altri due speleologi sono rimasti con la 31enne di Adro. Il sistema carsico sulla sponda bergamasca del Lago d’Iseo di cui fa parte la Grotta Bueno Fonteno è stato scoperto quasi per caso pochi anni fa, nel 2006. È quello che da allora gli speleologi orobici e bresciani vanno esplorando e mappando, in tutta la sua complessità.
Chilometri di canyon e cascate
Il ramo principale di questo sistema carsico, e i due denominati Hydrospeed e Fangul, scendono nelle viscere di Vigolo, Tavernola e Fonteno fino a oltre 500 metri di profondità. Un gigantesco canyon sotterraneo che contiene sifoni, pozzi, cascate, laghi (esplorati attraverso le tecniche di speleosub) e camere alte anche più di 50 metri. Per un dedalo di raro fascino che si estende per chilometri. Negli anni, il Bueno Fonteno, dove adesso è in difficoltà la speleologa Ottavia Piana, ha consentito di avviare l’esplorazione di un sistema nel quale le acque sotterranee hanno scavato fino a 100 chilometri quadrati di ambienti ipogei, quindi di cavità naturali.