Santanché in Aula, il quotidiano ‘Domani’: “È sotto inchiesta a Milano”
Ma la 'pitonessa' smentisce con rabbia, "dalla stampa pratiche sporche e schifose per colpirmi"
La ministra del Turismo, Daniela Santanché, ha replicato il 5 luglio in Senato alle accuse seguite all’inchiesta giornalistica televisiva di Report. In base a tali accuse l’esponente di Fratelli d’Italia sarebbe responsabile di aver sfasciato aziende sane, usandole come un ‘bancomat’ per spese proprie, politiche e private.
Martedì 5 luglio, inoltre, il quotidiano Domani, diretto da Emiliano Fittipaldi, ha pubblicato una notizia eslusiva, secondo cui la procura di Milano ha iscritto Santanché sul registro degli indagati. “Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia” ha detto Santanché in Senato. “E che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi.”
La difesa di Santanché
“Spero vorrete darmi atto che a fronte della richiesta di alcuni gruppi di opposizione, e dico alcuni e non tutti, ho subito dato la disponibilità a riferire. Cosa che qualcuno considera ha anche considerato eccessiva” ha affermato la ministra. “Contro di me è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che deve a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo” ha detto Santanchè.
Attacco a Report e a il Domani
Dalla stampa, ha attaccato con veemenza Santanché, arrivano “pratiche sporche e schifose.” “Faccio impresa da quando ho 25 anni, sono partita da Cuneo con la forza del lavoro contando solo su me stessa, ho raccolto importanti successi imprenditoriali. Sono fiera di aver dato lavoro a tante persone” ha proseguito Santanché. “Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartiene, non ho mai abusato delle mie posizioni apicali delle aziende, sfido chiunque a dimostrare il contrario“.
#Santanchè ha attaccato violentemente @DomaniGiornale.
Che ha una colpa. Aver scritto una notizia vera: la ministra è indagata a Milano.
Solo nelle democrazie malate il governo offende la stampa che fa il suo lavoro.
Solo per questo Santanchè si dovrebbe dimettere all’istante.— Emiliano Fittipaldi (@emifittipaldi) July 5, 2023
Entrando nel merito delle società, “da Ki group srl ho incassato 27mila euro lordi in tre anni, una media di 9mila euro l’anno per gli anni precedenti, tra 2014 e 2018, in cui la società ha fatto margini operativi positivi. Ho percepito dalla capogruppo un valore lordo annuo di circa 100mila euro“, ha detto Santanché. La quale ha sottolineato che non si tratta dei “compensi stratosferici“ di cui si è parlato. “Non ho mai avuto nessun controllo nel settore dell’alimentare biologico come molti media hanno raccontato” ha proseguito la ministra. “Nel 2010 il gruppo del settore biologico è stato preso non da me ma dal padre di mio figlio con cui non avevo più alcun legame. E comunque con il suo intervento i lavoratori hanno avuto 12 mesi di retribuzione“.
“Per questa complessa operazione di risanamento” delle 4 società Visibilia, inoltre, “ho messo a disposizione il mio patrimonio, per tutto ciò mi sarei quasi aspettata un plauso e sfido chiunque a indicarmi un numero cospicuo di persone che impegnano tutto il patrimonio per salvare le aziende“. “Cosa resta alla fine: note di colore sul mio abbigliamento, per le case, per le mie amicizie, per i nomignoli che mi sono stati dati. Mi hanno anche accusato erroneamente di aver preso delle multe in sosta vietata.”
L’opposizione è divisa
L’ex ministro del Movimento Cinque Stelle, Stefano Patuanelli, ha fatto sapere di avere depositato una mozione di sfiducia verso Santanché. In Aula è scattato il coro del gruppo pentastellato: “Dimissioni, dimissioni.” Ma l’ex dirigente del Partito Democratico, passato a Italia Viva, Enrico Borghi, ha dichiarato che occorre “emanciparsi” da un passato in cui si sono chieste dimissioni anche senza avvisi di garanzia. “Non ci iscriviamo – ha aggiunto – a una logica faziosa, cogliamo il dato politico“. E “non chiediamo a voi le dimissioni come voi le avete chieste. Ma diciamo che ogni valutazione è nelle sue mani e nelle mani del presidente del Consiglio che si assume la responsabilità.“