Wimbledon: Alcaraz è il nuovo re… pronto a restare
Djokovic si arrende allo strapotere fisico e tecnico del ventenne spagnolo in cinque set
Carlos Alcaraz alla sua prima finale a Wimbledon vince a 20 anni i Championship, il suo secondo Slam dopo lo US Open 2022. Anche se partiva leggermente sfavorito alla vigilia contro Novak Djokovic e i suoi record. Carlitos ha mostrato sul campo a colpi di classe, forza e carattere quanto non fosse intimorito dal serbo, che di major ne vanta 23.
Era l’8 maggio dello scorso anno quando dopo la vittoria alla Mutua Madrilena di Madrid lo definimmo “Baby Hulk“ – lasciatecelo ricordare quanto siamo stati profetici – e oggi che era tutto verde come solo Wimbledon sa esserlo – lui, il campo e l’abito di Kate Middleton – ha dimostrato che è di un altro pianeta. Anche se arriva solo dal sud della Spagna, che ha pronto un altro fenomeno: non a caso nel Royal Box con l’erede al trono d’Inghilterra William – e i suoi figli George e Charlotte – era presente re Felipe. Come accadde nel 2008 quando Nadal batté Federer. E’ il terzo spagnolo dopo Rafa (che vanta due vittorie; l’altra nel 2010) e Manolo Santana a vincere il “torneo del tornei”. In fondo poi chiamarsi Carlo a Londra in questa fase porta dritto a sentirsi un po’ re!
Lo strapotere di Alcaraz (ri)esplode a Wimbledon
Non è solo il fatto che la Spagna si regali un campione assoluto quando ancora Nadal è forse della partita. Se possibile, Carlos Alcaraz a 20 anni non ha solo vinto i Championship in 5 set contro Nole Djokovic. E’ per il tipo di giocatore che è: “che non si aspettava di fare così in fretta a raggiungere queste situazioni”; con un inglese basico, ma chissenefrega! Una sorta di crasi proprio di Nadal (nella versione più evoluta della sua carriera) e il mito di Federer. Perché non si limita a difendersi da dietro – come per fortuna fanno anche molti della sua generazione – seppellendo la noia del tennis percentuale. Il bagaglio di record battuti del serbo li conosciamo tutti e non hanno pesato. Come non ha pesato il rovescio bimane!
Oggi è più interessante parlare di Charlie: che alla fine dell’era dei Fab Four (Federer, Nadal, Djokovic e Murray) riesce dove solo Wawrinka da inizio secolo era riuscito: vincere due titoli dello Slam. Dal 2003 – anno di nascita di Alcaraz – a Wimbledon avevano vinto solo loro. Il segno evidente che il lungo cambio generazionale ha trovato il suo atto finale. Non ci sono riusciti Thiem e Medvedev che avevano conquistato lo US Open prima di lui. E sono rimasti una promessa – per ora non mantenuta – tutti gli altri, più grandi, che si sono fermati in finale – Tsistipas, Zverev, Ruud e Berrettini – o che ancora vi aspirano.
Diventa il terzo campione più giovane di sempre, dopo Boris Becker che di anni ne aveva 17 e Bjorn Borg a 20. E impressiona per la solidità vera come ha sottolineato proprio il suo avversario odierno durante la premiazione, come per la qualità del gioco – specie quando ha servito per il match – e per il sorriso che sfoggia. Gioca e si diverte e la cosa incredibile è che può decisamente migliorare, specie al servizio. Vince oggi al suo quarto torneo sull’erba, quest’anno con tanto di doppietta Queen’s – Championship.
La finale 2023
La finale 2023 è durata 4 ore e 42 minuti, ed è finita con il punteggio di 1-6, 7-6, 6-1, 3-6, 6-4 E’ stata battaglia vera ed è stata una bella partita. Specie per merito di Alcaraz che ha costretto Nole a rischiare e a sbagliare moltissimo: 4 break in una sola partita, contro 3 in tutto il resto del torneo. Lo ha spinto al limite, fuori dalla sua confort zone. Ha comandato lui, mentre il serbo nei momenti clou non aveva armi, a parte la strenua difesa. Il doppio dei vincenti – 66 a 32 – che vuol dire un tennis d’attacco e non volgarmente accattone. Lo spagnolo ha vinto nonostante abbia ceduto il primo set senza neppure giocare per puro nervosismo.
Battere Carlos Alcaraz – se è in forma – è un’impresa quasi impossibile. E non perde la testa; come ha dimostrato nel passaggio cruciale del match di oggi quel game di 26 minuti e 2 secondi quando si è preso il doppio break nel terzo set, giocando ben 32 punti. Djokovic spacca la racchetta: in cuor suo sa che quel momento ha scritto la partita – anche se Alcaraz si distrae nel quarto, si fa brekkare e regala un altro set alla tenacia del serbo – e la storia della sua stagione. Non ci sarà nessuna possibilità di vincere il Grand Slam e chissà se sarà capace di tornare in finale ancora. Carlos sì! Dopo che ha vinto sulla superficie sulla carta più lontana e complicata per lui. Ma non ti avevano capito, non avevano capito quel delizioso pugnetto, quanto fosse verde Baby Hulk! ¡Enhorabuena! Carlitos!