Forza Italia dopo Berlusconi: una quadra comune per evitare la disintegrazione
Silvio Berlusconi resta presidente; a Tajani l'arduo compito di tenere unito il partito
“Forza Italia non avrà mai più un altro presidente” sono state le parole di Antonio Tajani, all’esordio del Consiglio nazionale del partito. Che ha decretato il braccio destro di Berlusconi come nuovo Segretario. Affidandogli dunque l’onere di traghettare Forza Italia in una nuova era.
La nomina di Tajani è arrivata all’unanimità. E impegnerà il neo segretario nazionale fino alle prossime elezioni europee, nel giugno del 2024. Allora, il partito per la prima volta si confronterà con un voto nazionale. E avrà dunque l’occasione di valutare la solidità del proprio consenso. Compresa la guida di Tajani. Quale futuro all’orizzonte per Forza Italia senza Silvio Berlusconi?
Berlusconi resta unico presidente di Forza Italia: il successo della sua linea politica
“Berlusconi è la nostra storia, il nostro presente e il nostro futuro“, ha affermato Tajani. Che poco dopo annuncia “che non esisterà più la figura di presidente, ma si procederà ad eleggere un segretario nazionale perché la carica di presidente per statuto viene ritirata”. Come nel calcio insomma la maglia di Silvio Berlusconi, viene ritirata. Parole e gesti che confermano inequivocabilmente il legame indissolubile del partito con il suo fondatore. Che ora orfano della sua colonna portante cercherà di sopravvivere nell’arena politica. Il Cavaliere aveva ormai da qualche tempo ceduto il primato nella coalizione prima alla Lega di Salvini, e poi a seguito delle politiche del 2022, alla premier Giorgia Meloni che guida Fratelli D’Italia.
Tuttavia il ruolo e lo spazio politico occupato da FI nella coalizione di governo, sono sempre stati precisi e delineati. Sia grazie al carisma e alla personalità di Berlusconi, capace di far pesare sempre la propria visione anche dalla minoranza ai propri alleati storici. Aldilà dei vari esiti elettorali, nella coalizione dopotutto da lui pensata. E sia grazie alla vocazione politica del partito, che stretto fra due forze liberal-conservatrici, ha saputo ben intrepretare la forza centrista e moderata del Paese, tanto da superare i rivali di riferimento come Renzi e Calenda. E la sfida politica dei forzisti sembra essere proprio questa: seguire il binario da forza equilibrista del centrodestra. Rimanere una forza cattolica e liberale di centro, che senza alcun dubbio completa e rende più appetibile l’offerta politica del centrodestra. Che è riuscito dopo ben 5 anni di governi formati da coalizioni politiche agli antipodi, a raccogliere la maggioranza dei consensi e ridare un indirizzo politico al Paese.
Il tortuoso cammino di Forza Italia: trovare una quadra comune per scongiurare la disintegrazione
Una disintegrazione di FI potrebbe realizzarsi solo a causa delle seguenti dinamiche: la fuoriuscita di parlamentari allettati da Lega e Fratelli D’Italia. O la creazione di un mega partito di centro, che comprenda magari anche Calenda e Renzi. Certamente non sarà facile scongiurare una delle due ipotesi. Dal momento che il collante e la visione politica del partito erano saldamente ancorate alla figura di Berlusconi. Qualora il consenso a seguito delle europee difatti fosse largamente sotto le aspettative, non sarà semplice ritrovare una quadra comune. Sopravvivere al proprio leader è un arduo compito. Berlusconi però non aveva dubbi, e in un intervista parlando del futuro del partito dopo di lui, il Cavaliere affermava: “Forza Italia deve poter contare su chi l’ha fondata. Naturalmente nel tempo ci sarà qualcuno che mi sostituirà. Oggi Forza Italia ha in Tajani un mio vice di assoluto prestigio internazionale“.