È morto all’età di 70 anni Andrea Purgatori. Giornalista e scrittore, conduttore di programmi televisivi di approfondimento e d’inchiesta giornalistica, è stato ucciso da una malattia fulminante, dopo un breve ricovero in ospedale a Roma.
A rendere nota la notizia, mercoledì 19 luglio, sono stati i figli. I telespettatori lo ricorderanno perché anche quest’anno aveva condotto magistralmente Atlantide su La7. Ovvero la trasmissione d’inchiesta e di reportage che da grande cronista Purgatori firmava e conduceva, incollando per lunghe ore ogni volta, davanti al piccolo schermo, centinaia di migliaia di italiani.
Purgatori, la sua inchiesta su Ustica
Con i suoi scoop giornalistici Andrea Purgatori, che aveva cominciato a lavorare da giovane al Corriere della Sera, ha contribuito come nessun altro a tenere aperto il caso Ustica: uno dei peggiori e più cupi misteri italiani rimasti irrisolti. Suo, per così dire, era anche il caso di Emanuela Orlandi. Innumerevoli le trasmissioni dedicate alla ragazza scomparsa nel nulla a Roma il 22 giugno 1983, anche e soprattutto in questo quarantennale dai fatti.
Purgatori era approdato al cinema nel 1991 scrivendo il film Il muro di gomma: ricostruzione dell’inchiesta giornalistica che lui stesso aveva condotto sulla strage di Ustica. Inoltre è apparso come attore in più episodi della serie televisiva Boris. Ma anche nei film di Carlo Verdone Posti in piedi in paradiso e L’abbiamo fatta grossa e nei film di Alessandro Aronadio Due vite per caso e Orecchie oltre che nella serie televisiva 1993. Appena pochi mesi fa, nell’autunno del 2022, Andrea Purgatori è stato protagonista della docu-serie Netflix Vatican Girl, sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.
Reportage sui casi più scottanti
Purgatori era diventato giornalista professionista nel 1974, all’età di 21 anni. Sei anni più tardi aveva conseguito un master in giornalismo alla Columbia University di New York. Inviato del Corriere della Sera dal 1976 al 2000, era noto per le inchieste e i reportage su casi scottanti del terrorismo internazionale e italiano nei cosiddetti anni di piombo (gli Anni Settanta) e sullo stragismo, come il caso Moro e, appunto, la strage di Ustica.
Purgatori ha raccontato numerosi delitti di mafia dal 1982, fino alla cattura di Totò Riina. Ha realizzato reportage su molti conflitti, come la guerra in Libano del 1982, la guerra tra Iran e Iraq degli Anni Ottanta, la guerra del Golfo del 1991, l’Intifada e le rivolte in Tunisia e Algeria. Ha scritto anche per l’Unità, Vanity Fair, The Huffington Post e Le Monde diplomatique. È stato autore e conduttore di Uno di notte (Rai Uno, 1999). Ha realizzato servizi televisivi per Dossier, Spazio Sette, Focus (Rai Due 1978/1988). In video ha condotto anche Confini (Rai Tre, 1996). Per la saggistica ha scritto A un passo dalla guerra (1995), Il bello della rabbia (1997) e I segreti di Abu Omar (2008). Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo: Quattro piccole ostriche (edito da HarperCollins).
Premi e riconoscimenti
Per il cinema ha scritto tra l’altro Il giudice ragazzino (1994) e L’industriale (2011). Ha ottenuto molti premi e riconoscimenti, fra cui il Nastro d’argento 1992 per il miglior soggetto con Il muro di gomma, il Premio Hemingway di giornalismo nel 1993, il Premio Crocodile – Altiero Spinelli per il giornalismo nel 1992, il Globo d’oro 1994 per la miglior sceneggiatura con Il giudice ragazzino. Nel 2009, con Marco Risi e Jim Carrington, si è aggiudicato il Premio Sergio Amidei per la miglior sceneggiatura internazionale con il film Fortapàsc.
Nel 1987, oltre a partecipare al soggetto e alla sceneggiatura del film Spettri, vi appare come attore. Amico di Corrado Guzzanti e suo coautore, nel 2002 ha partecipato al programma televisivo Il caso Scafroglia (Rai Tre), interpretando la voce fuori campo che dialoga con il conduttore. Nel 2006 ha preso parte al film Fascisti su Marte nel ruolo del camerata Fecchia e, sempre con Guzzanti, ha realizzato Aniene (Sky Uno). È stato coautore del programma televisivo di Antonio Albanese Non c’è problema (Rai Tre, 2002). Nel 2006 ha scritto insieme con Francesco Nicolini i sei monologhi di Marco Paolini per Teatro Civile (Rai Tre). Dalla stagione televisiva 2017-2018 conduceva su La7 la nuova edizione di Atlantide.