Sciopero degli attori, Hollywood si ferma: motivi e conseguenze
Anche il sindacato degli attori, guidato da Fran Drescher (l'ex "Tata" della sit-com) si unisce alle proteste che da alcune settimane interessano gli sceneggiatori
A settimane di distanza dalle mobilitazioni degli sceneggiatori, lo Screen Actors Guild (SAG-AFTRA) ha indetto lo sciopero degli attori. Si tratta del più grande sciopero del settore cinematografico, il primo che riguarda due categorie contemporaneamente. Ma quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine?
Le preoccupazioni connesse all’AI e le condizioni di lavoro sempre più precarie continuano a destare le preoccupazioni degli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo. Se da diverse settimane – così come accaduto nel 2007-2008 – gli sceneggiatori e gli autori televisivi hanno smesso di lavorare, a loro si sono uniti negli ultimi giorni anche gli attori.
Lo scorso 13 luglio, alle ore 8.00 italiane, lo Screen Actors Guild (SAG-AFTRA) ovvero il sindacato che rappresenta la suddetta categoria, ha proclamato lo sciopero degli attori. A guidare l’iniziativa, la Presidente del SAG-AFTRA Fran Drescher – celebre volto della sit-com La Tata – che ha dichiarato: “Questo è un momento della storia, un momento di verità. Se non teniamo duro ora, saremo tutti nei guai. Stiamo tutti rischiando di essere sostituiti da macchine e grandi imprese“. Molti volti dello star system hanno perciò scelto di aderire, mostrando il loro sostegno verso l’iniziativa. Ma cosa sta accadendo e quali potrebbero essere le conseguenze a lungo termine?
Sciopero degli attori, i motivi delle mobilitazioni
Si prefigurano tempi bui per Hollywood, che da settimane si trova a far fronte allo stop ai lavori degli sceneggiatori. L’industria dell’audiovisivo, infatti, si accinge ad affrontare una vera e propria crisi epocale, dopo lo sciopero degli attori indetto alcuni giorni fa: si tratta della prima mobilitazione congiunta tra due diverse categorie del mondo dello spettacolo, come si è detto.
Entrambe le parti combattono per le medesime motivazioni, ovvero la necessità di rivedere le condizioni contrattuali e salariali, in uno scenario ormai radicalmente mutato negli ultimi anni. Nel dettaglio, gli accordi con gli studios e le case di produzione non sembrano più tenere conto del concetto di “replica”. Fino ad alcuni anni fa, infatti, sia agli sceneggiatori che agli interpreti veniva riconosciuta una percentuale ogni qualvolta che un prodotto veniva acquistato da altri network. Uno scenario ormai bypassato, alla luce delle piattaforme di streaming video, che hanno reso l’accesso ai contenuti perennemente disponibile.
A ciò si aggiungerebbero anche condizioni di lavoro precarie e turni di lavoro estenuanti, per cercare di effettuare le riprese il più velocemente possibile. Come se non bastasse, il ricorso all’AI (intelligenza artificiale) contribuisce a complicare il quadro della situazione, prefigurando uno scenario distopico in cui la presenza umana potrebbe essere progressivamente sostituita.
Gli addetti ai lavori, infatti, temono che gli studios possano affidarsi sempre di più all’AI per sviluppare sceneggiature ma anche replicare digitalmente e senza consenso i volti e corpi degli attori. Una situazione ormai insostenibile per le star, tant’è che Fren Drescher ha ribadito, attraverso il suo discorso: “Noi siamo le vittime. Siamo vittime di un’entità molto avida. Sono scioccata dal modo in cui le persone con cui lavoriamo ci trattano “.
Le conseguenze a lungo termine: a rischio i festival?
Molti volti hanno aderito allo sciopero degli attori, il più grande e significativo indetto dalla categoria dal 1960. In questo scenario di forte crisi, i rischi di uno stop della produzione sono sempre più concreti. I membri del SAG-AFTRA in sciopero, infatti, non possono presenziare sul set né prendere parte alle anteprime e alle cerimonie di premiazione dei film e delle serie tv che li vedono coinvolti.
In tal senso, l’Academy e Fox America avrebbero passato al vaglio l’ipotesi di far slittare l’evento di premiazione degli Emmy Awards 2023, previsto per il prossimo 18 settembre, nella speranza che la situazione rientri nei prossimi mesi. Anche la situazione inerente alla promozione dei prodotti (film e serie), ovvero conferenze stampa, red carpet e lanci promozionali, appare più nebulosa che mai. Il pensiero va subito alla prossima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, che potrebbe rimanere a corto di volti dal 30 agosto al 9 settembre. Oltre a ciò si aggiunge anche il discorso relativo al lato produttivo: i lavori di molti film e serie tv slitteranno e, alcuni di questi, potrebbero addirittura essere cancellati del tutto.