Traballa la fiducia negli USA in quanto economia mondiale solida e infallibile. Dopo che una delle maggiori agenzie di rating del Paese, la Fitch, ha declassato le emissioni di debito pubblico americano dal massimo del rating AAA al livello inferiore AA. Ora entrambe la Fitch e la S&P, sono allineate nella loro valutazione. Non era mai successo nei confronti delle obbligazioni di Washington.
L’agenzia ha giustificato il downgrade a seguito della debolezza dimostrata dalla governance politica americana lo scorso giugno, che ha visto il Partito Democratico e Repubblicano trovare un accordo sull’innalzamento al tetto del debito al fotofinish. Dimostrando una storica debolezza e divisione negli intenti. Ma la questione sembra più ampia: sono chiari i segnali di inequivocabile cambiamento. La multipolarizzazione politica dello scenario globale, sta avendo effetti anche sul sistema finanziario. E nell’Indopacifico si stanno facendo avanti con prestazioni eccellenti altre potenze: tra cui l’India.
Fitch declassa il debito USA: in discussione la fiducia e la solidità del sistema
Tante le incognite nei riguardi dell’economia mondiale in vista dell’autunno, con il rallentamento costante della Cina e un’economia USA che sta reggendo, ma inizia a dare segni di cedimento. La crescita difatti, in America come in Europa, rimane dipendente dalla lenta, ma costante crescita del settore dei servizi, mentre il settore manifatturiero, come confermano i dati di giugno del PMI, torna al declino dopo tre mesi di crescita (negli USA). Questa contrazione della produzione sta iniziando a mettere in allarme gli esperti. E come se non bastasse ad impensierire ulteriormente i mercati, ora su Washington piomba il declassamento del rating sulle obbligazioni del debito pubblico. L’agenzia Fitch ha tolto al Paese il massimo dei voti AAA, nella scala di valutazioni internazionali. E l’ha abbassato di un gradino ad AA+.
Per la prima volta la Fitch e l’altra popolarissima agenzia di rating S&P, che aveva giа abbassato il giudizio sugli Stati Uniti a AA+ nel 2011. Si trovano ora allineate, aggiungendo una pressione politica al governo non da poco. La notizia ha sconvolto i mercati finanziari asiatici ed europei, che hanno subito aperto con prestazioni molto negative. Questo atto difatti mette in discussione fortemente la solidità e la resilienza del sistema economico americano. Quando le grandi agenzie di rating si muovono verso un abbassamento del giudizio, i grandi fondi d’investimento, le assicurazioni e i fondi pensione di tutto il mondo iniziano a vendere e a cercare porti più solidi. Reputando il mercato USA come meno sicuro e meno affidabile rispetto al passato. Ad oggi solo Moody’s, tra le big agenzie di rating americane, rimane sul livello massimo di AAA.
La questione del debito pubblico USA: la ricetta Biden e i pericoli politici
L’agenzia Fitch ha giustificato la propria scelta in riferimento al pasticcio commesso dai partiti Democratico e Republicano nei riguardi della questione della soglia al tetto del debito. Dove le due principali forze politiche sono giunte a giugno ad un accordo sull’innalzamento praticamente al fotofinish tenendo col fiato sospeso mezzo globo. Ma è evidente che la motivazione data da Fitch non sta in piedi e francamente sia ampiamente in ritardo. Il fatto è piuttosto che i tagli alle tasse e gli ingentissimi programmi di investimento (tra cui l’IRA) con maggiori spese pubbliche, hanno portato a un debito nazionale ancora più alto. Senza contare i costi della guerra in Ucraina. La ricetta Biden ha ottenuto dei risultati economici quali: riduzione del livello di disoccupazione, per la creazione di posti di lavoro, e un discreto livello di crescita. Ma potrebbe non bastare.
La questione del debito pubblico americano, ad oggi stimato attorno al 129% del PIL, rappresenta un tema politico centrale per gli USA, ancor prima che economico, sia al livello interno che al livello globale. Una diffusa incertezza e conseguente crisi del debito rafforzerebbe il principale competitor, la Cina. Che vende la narrativa nella quale gli USA sono ormai una potenza in declino. Per i Paesi alleati a quel punto si solleverebbero dubbi circa la capacità effettiva di Washington di realizzare e sostenere i propri programmi militari, economici e politici. Il rischio economico maggiore lo correrebbero i principali Paesi detentori di Treasury securities (obbligazioni del Tesoro USA, n.d.r.) come Giappone, Cina e Regno Unito che rappresentano insieme il 35% del valore complessivo. Detenendo quasi 7,4 trilioni di $ di debito.
I mercati emergenti: l’India sarà la nuova Cina?
Nonostante sia molto presto oggi per lanciare l’allarme, è ormai perfettamente visibile e prevedibile una maggiore frammentazione e dispersione degli investimenti verso altre piazze finanziarie. Le potenze asiatiche oggi stanno segnando ritmi di crescita altissimi e finora inarrivabili rispetto all’Occidente. Assieme al Giappone è l’India il mercato con tutti i riflettori puntati addosso. Sono in molti ormai a credere che sarà la “nuova Cina”. Il Paese presenta un tasso di crescita annuo stimato ad oggi al 7%, un andamento della natalità in controtendenza rispetto all’occidente, e una popolazione maggiore di quella cinese. Nel 2022 l’economia indiana ha superato quella del Regno Unito in termini di dimensioni ed è salita al quinto posto mondiale. Dunque c’è chi si rafforza e cresce incessantemente e chi zoppica.