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Gmg di Lisbona, dal Papa un grido per la pace: “Europa dove sei?”

Francesco incontra i giovani alla Giornata mondiale della Gioventù e sprona l'Occidente a porre fine ai conflitti smettendo di investire miliardi nelle armi

In un mondo sempre più incline alla guerra e dove i conflitti armati sono aumentati negli ultimi decenni, Papa Francesco continua la sua marcia controcorrente. E afferma che mancano “rotte coraggiose di pace” in Europa e nel mondo. Il pensiero del Pontefice va alla guerra in Ucraina ma non solo. 

Da Lisbona, la Capitale del Portogallo, dove il Papa è giunto per partecipare alla Giornata mondiale della Gioventù che dal 1985 si svolge quasi ogni anno, Francesco lancia una provocazione. “Verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo?” domanda infatti rivolto all’Unione europea.

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Papa Francesco col presidente del Portogallo, Rebelo de Sousa, a Lisbona. Foto Twitter @gerryorome

Europa dove sei?

Preoccupa quando si legge che in tanti luoghi – aggiunge nel corso del suo primo discorso in Portogallo – si investono continuamente fondi sulle armi anziché sul futuro dei figli. Io sogno un’Europa, cuore d’Occidente, che metta a frutto il suo ingegno per spegnere focolai di guerra e accendere luci di speranza. Un’Europa che sappia ritrovare il suo animo giovane, sognando la grandezza dell’insieme e andando oltre i bisogni dell’immediato. Un’Europa che includa popoli e persone, senza rincorrere teorie e colonizzazioni ideologiche“.

Stragi in mare, culle vuote, eutanasia

Da papa Francesco è arrivato però anche un appello alla difesa della vita, innanzitutto, dalle “derive utilitariste, che la usano e la scartano“. Il Papa pensa “a tanti bambini non nati e anziani abbandonati a sé stessi, alla fatica di accogliere, proteggere, promuovere e integrare chi viene da lontano e bussa alle porte. Alla solitudine di molte famiglie in difficoltà nel mettere al mondo e crescere dei figli“.

E anche in questo caso pone quesiti che vorrebbero smuovere le coscienze dei cittadini e dei governanti. “Verso dove navigate, Europa e Occidente, con lo scarto dei vecchi, i muri col filo spinato, le stragi in mare e le culle vuote?” chiede il Papa. “Dove andate se, di fronte al male di vivere, offrite rimedi sbrigativi e sbagliati, come il facile accesso alla morte, soluzione di comodo che appare dolce, ma in realtà è più amara delle acque del mare? Penso a tante leggi sofisticate sull’eutanasia“.

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Una folla di giovani durante il percorso di papa Francesco per le strade di Lisbona. Foto Ansa/Epa José Sena Goulao

Il Papa e i giovani

Al centro delle riflessioni del Papa ci sono anche i giovani, che a centinaia di migliaia sono giunti a Lisbona per la Giornata mondiale della Gioventù e che Francesco incontrerà nella messa di domenica 6 agosto. Molti i fattori che scoraggiano t ragazzi, afferma Francesco. “Come la mancanza di lavoro, i ritmi frenetici in cui sono immersi, l’aumento del costo della vita, la fatica a trovare un’abitazione e, ancora più preoccupante, la paura di formare famiglie e mettere al mondo dei figli“. In Europa e, più in generale, in Occidente, torna a sottolineare il Pontefice “si assiste a una triste fase discendente della curva demografica: il progresso sembra una questione riguardante gli sviluppi della tecnica e gli agi dei singoli. Mentre il futuro chiede di contrastare la denatalità e il tramonto della voglia di vivere“.

Qui viene in primo piano, sottolinea Avvenire, “la buona politica” a cui il Papa non rinuncia. Essa, infatti, “non è chiamata a detenere il potere, ma a dare alla gente il potere di sperare. Deve, oggi più che mai, correggere gli squilibri economici di un mercato che produce ricchezze, ma non le distribuisce, impoverendo di risorse e certezze gli animi. È chiamata a riscoprirsi generatrice di vita e di cura, a investire con lungimiranza sull’avvenire, sulle famiglie e sui figli. A promuovere alleanze intergenerazionali, dove non si cancelli con un colpo di spugna il passato, ma si favoriscano i legami tra giovani e anziani.”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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