Un pozzo di abati e principi, il libro
Per fortuna che esistono ancora autori come Mauro Cascio. «Un pozzo di abati e di principi» è tra i libri più interessanti della stagione. Ogni cosa a suo posto, il già detto evitato e spiazzato.
Lo stile è da giochi d’artificio ed è quello più di altro che ti inchioda. Ma c’è una trama, del materiale, che ti presenta un’urgenza. È un sos, un messaggio d’aiuto, in una contemporaneità che non ha guizzi, valori, dove tutto si sta appiattendo in un deserto di noia e di espressione.
Cascio passeggia tra la macerie di quello che è stato, nella letteratura, ed è stato bello, nobile, celebrato. In Un pozzo di abati e di principi, Cascio ti cita la noia borghese di Moravia e sa far di conto con le citazioni. Il più riconoscibile è Ermanno Cavazzoni e Il Poema dei Lunatici, il suo romanzo d’esordio. La stessa atmosfera, la stessa notte, la stessa nebbia. Il resto è acquerello d’autore, con personaggi che vorresti non finissero mai, tutti accomunati dalla stessa ricerca, disperata. E qui ci sta Kafka, volendo: restringere la vita sempre di più, da un cerchio grande che puoi controllare, in raggi sempre più piccoli, fino a trovare il tuo sé più autentico fuori dal cerchio.
A Cascio interessa la speranza, non le lacrime. Ci dice che la ricerca di un Pozzo, in fondo, equivale a ricercare una chiave. Come se una chiave aprisse la porta che dalla terra porta al cielo. Dalle acque di qua giù alle acque di lassù. La chiave è come il bastone di Mosè ed è forse la chiave la vera protagonista dell’opera. Metatron è il Principe del Volto, uno dei due cherubini rappresentati nell’Arca dell’Alleanza. Il cherubino gemello si chiama Sandalfon. La chiave di Metatron apre Sandalfon. Un segreto che gli architetti conoscono bene. Gli architetti. Non gli ingegneri. Ecco perché l’io narrante ha bisogno di un architetto, come Dante con Virgilio e poi con Beatrice. E questo segreto non rimane lì, inespresso, custodito con cura, sottratto alla conoscenza. Questo è lo scandalo: il segreto lo puoi prendere, e il finale ce lo dà, diventa nostro.
La conoscenza, di questo stiamo parlando, non è solo qualcosa a cui aneli. Se ne sta lì, irraggiungibile, come un pozzo che devi trovare senza avere una mappa. Quello è il pozzo degli abati. Buono per le religioni. No. Il pozzo che ci interessa è il pozzo dei principi, della concretezza, del desiderio. È meta, non indicazione. Qui non si cerca. Qui si trova. La Verità si veste, vero. Ma si dà, si concede. Magari si concede a tutti, questo può accadere, e i suoi amanti non la riconoscono. Ma c’è chi sa che la Verità è nuda. E quando leggiamo Un pozzo di abati e di principi la riconosciamo subito. Ha un nome. E innamora. Anche se sembra scapparci, se sembra tradirci, è lei la nostra origine e la nostra destinazione. Che è poi un ritorno a casa.
Per fortuna che esistono ancora letture così, dicevamo. Perché non raccontano solo una storia, ma si fanno urgenza e premura. Sono a qui a dirti che la letteratura ha un compito, che è quello di scaldarti il cuore, hai paura di essere solo, al buio, poi arriva un autore, fuori dalle mode e dal tempo, a dirti che non è vero.
Più di 350 persone per la serata-evento a Villa Minieri a Nola organizzata da Caporaso,…
Continuano le puntate de La Promessa, e in rete stanno già circolando le prime anticipazioni…
La notizia del trasloco di Fedez, il noto rapper italiano e influencer, ha suscitato un…
Cambiano i mutui in Italia, conseguenza diretta di alcune scelte di Trump. Ecco cosa bisogna…
Carlo Conti è tra i conduttori più amati, ma qual è il suo guadagno effettivo?…
C'è stata una furiosa lite nella Royal Family, e la notizia ha fatto subito allarmare…
Leave a Comment