L’alluvione di metà maggio in Emilia Romagna è passata ormai da quasi 4 mesi ma le difficoltà sono ancora moltissime. Il settore agricolo è in ginocchio e fatica a riprendersi. Fabrizio Galavotti, presidente della cooperativa Cab Terra e ribattezzato su diversi giornali e tv come “l’eroe di Ravenna” per essere stato tra coloro che hanno salvato il centro storico della città dall’ondata di acqua a fango sacrificando i propri terreni, non nasconde la sua amarezza.
“Francamente mi sento un po’ tradito” racconta. “Fino a oggi ho sentito tante promesse. Sono passati cento giorni e non abbiamo visto neanche un centesimo. E in più dobbiamo sostenere altre spese se non vogliamo veder morire i nostri terreni”. “Rifarei quel gesto ma le istituzioni facciamo la loro parte“. Duecento ettari della sua e di altre cooperative sono stati sommersi dall’acqua per salvare Ravenna da allagamenti ancora più gravi.
Galavotti, intervistato dal Corriere della Sera, rifiuta l’etichetta di eroe della Romagna: “Ho solo fatto quel che era giusto in quel momento“. Un gesto che “rifarei anche domani, perché noi siamo parte di questo territorio e quel gesto è servito a salvare una parte della città” afferma l’agricoltore che poi, però sottolinea: “Certo non avrei mai pensato che, dopo averci chiesto di dare una mano quando era necessario, poi non ci avrebbero dato neppure un euro. Noi non ci siamo tirati indietro, ma ora anche le istituzioni facciano la loro parte. Noi non vogliamo un euro in più degli altri, ma almeno il giusto“.
L’appello a Mattarella
Per il suo gesto, l’agricoltore ha ricevuto il ringraziamento personale da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E proprio al capo dello Stato Fabrizio Galavotti rivolge un appello: “È rimasto l’unico di cui ancora mi fido. Ci aveva assicurato che avrebbe vigilato e vedo che lo fa continuamente. Per il resto sento solo chiacchiere. Ora siamo noi ad avere bisogno di aiuto“. In Romagna, afferma, “occorrono lavori straordinari o rischiamo di perdere tutto“. Dopo oltre tre mesi, i terreni alluvionati “sono invasi dal limo e il gran caldo delle ultime settimane, in alcuni casi, li ha trasformati in mattonelle compatte e dure come il cemento. Tutto ciò li sta soffocando, compromettendone la fertilità anche per i prossimi anni“.
“Servono interventi urgenti“
Molte cooperative della Romagna stanno sostenendo a proprie spese lavori straordinari e urgenti, ma per Galavotti “questo comporta delle spese aggiuntive non indifferenti. Costi che non erano previsti, ma che ora sono indispensabili se non vogliamo rischiare di perdere tutto“. Un calo delle produzioni per questa stagione è già stato messo in conto, ma ciò che si vuole scongiurare è che siano pregiudicate anche le prossime stagioni.
E se gli interventi non previsti sono necessari e urgenti, i ristori ancora non arrivano. “Non abbiamo ricevuto praticamente nulla” dice con rabbia Galavotti. “Ogni tanto sentiamo che sono stati stanziati dei soldi, ma noi non abbiamo visto un euro“. I danni per la Cab Terra “ammontano a un milione e 800 mila euro, mentre per tutte le cooperative associate superano i 20 milioni“. Galavotti auspica che i ritardi “siano solo il frutto di un gioco politico. La Romagna non lo merita e ha bisogno di risollevarsi in fretta“. Di certo Sergio Mattarella, che aveva visitato le zone alluvionate, attirandosi perfino qualche critica dal ministro Musumeci, non rimarrà a guardare.