Per il grano dell’Ucraina, vertice fra Erdogan e Putin
A Sochi tornano a incontrarsi il presidente turco e quello russo. Obiettivo di Ankara è far ripartire l'intesa sul transito dei cereali attraverso il Mar Nero
La guerra in Ucraina dura ormai da oltre 18 mesi e il 4 settembre, a Sochi, nella Russia che si affaccia sul Mar Nero, si svolge il vertice tra Putin ed Erdogan, con al centro un possibile rilancio del patto sul grano, non rinnovato nelle scorse settimane. Si tratta di un accordo fra Russia e Ucraina per il transito dei cereali dal territorio di Kiev verso il resto del mondo e i paesi dell’Africa in particolare. “Sarebbe un passo verso la pace“, commenta il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, in visita in Cina.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intanto, nomina il fedelissimo Rustem Umerov nuovo ministro della Difesa, dopo aver silurato Oleksij Reznikov accusato di corruzione. Mosca afferma di aver distrutto 4 motoscafi ucraini nel Mar Nero e di aver abbattuto due droni ucraini sul territorio russo. Kiev: “Ricevuti 100 miliardi di aiuti dall’inizio dell’invasione. Abbiamo liberato 47 chilometri quadrati di territorio vicino a Bakhmut“.
Il colloquio Putin-Erdogan
Durante i colloqui del 4 settembre a Sochi il presidente russo, Vladimir Putin, e quello turco, Recep Tayyip Erdogan, discuteranno dell’accordo per il transito del grano sul Mar Nero. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass che cita una fonte di Ankara. “Senza dubbio, il tema principale dei prossimi colloqui a Sochi sarà il rilancio del precedente accordo sui cereali. I leader studieranno in dettaglio le nuove proposte preparate dalle Nazioni Unite con la partecipazione della Turchia” ha spiegato la fonte. Quello tra Erdogan e Putin “è un incontro importante. Credo che si debba fare di tutto per trovare un accordo su tutte le questioni che riguardano la guerra” ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante la visita a Pechino. “L’accordo sulla via del Mar Nero, che deve portare grano anche a molti paesi africani si deve perseguire. Bene se Erdogan promuove questa operazione che è un piccolo passo verso la pace“.
Ucraina, allarmi bomba nelle scuole
Al mattino del 4 settembre il ministro della Difesa ucraino, Oleksij Reznikov, ha annunciato le sue dimissioni al Parlamento. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva reso noto nella serata di domenica 3 settembre eri sera di voler sostituire Reznikov con il capo del Fondo del demanio statale Rustem Umerov. La polizia ucraina ha intanto reso noto che ci sono stati diversi allarmi bomba in tutte le scuole secondarie di Kiev. Lo riporta l’emittente statale Suspilne, che cita l’Amministrazione militare della capitale.
“Gli agenti di polizia e il Servizio di emergenza statale stanno prendendo le misure necessarie” scrive Suspilne su Telegram. “La decisione di evacuare bambini e insegnanti dai locali sarà presa dall’amministrazione degli istituti scolastici e dalla polizia“. Si tratta del secondo allarme di questo genere dopo quello segnalato il primo giorno di scuola, il primo settembre. Sui fronti di guerra le forze armate dell’Ucraina hanno abbattuto la notte scorsa 23 droni kamikaze Shahed-136/131 su un totale di 32 lanciati dai russi. Lo ha reso noto l’Aaeronautica militare di Kiev, come riporta Rbc-Ucraina. I droni sono stati lanciati dalla Crimea occupata e dal territorio russo, ha precisato l’Aeronautica, sottolineando che i velivoli senza pilota hanno preso di mira le regioni di Odessa e Dnipropetrovsk.