La manovra di bilancio incombe e l’appuntamento per i capigruppo della maggioranza è a Palazzo Chigi, nel tardo pomeriggio del 6 settembre. L’atmosfera non è delle più serene. Il vertice di maggioranza, in vista del prossimo Consiglio dei ministri di giovedì 7 settembre ha come obiettivo principale quello di definire i contorni della prossima manovra economica. La premier Giorgia Meloni vuole tenere una linea rigorista, mentre il ministro Matteo Salvini vorrebbe aprire di più i cordoni della borsa.
Ma i margini di movimento saranno più stretti del previsto. È infatti proprio dall’economia, quella italiana e quella mondiale, che arrivano le cattive notizie. I venti di recessione che spirano da noi come in Europa, il rallentamento della Cina, i prezzi del petrolio in netto rialzo dopo gli accordi in seno all’Opec+ per frenare la produzione, le borse in discesa. Tutti elementi che indicano l’impossibilità di immaginare la messa a bilancio dello Stato di spese non strettamente sotto controllo.
Manovra, le misure
Stando alle indiscrezioni della vigilia, il Governo Meloni ha già pronte alcune misure “di bandiera” da presentare in tempi stretti. Si tratta di nuovi sostegni per arginare il caro bollette (quelli in vigore scadono a fine mese) e un bonus benzina per i bassi redditi contro la corsa dei prezzi dei carburanti. Ci sarà poi un’ulteriore stretta sul Superbonus edilizio, che in questi giorni è nel mirino delle critiche per aver aperto una voragine nei conti pubblici, con correzioni per salvare i condomìni con lavori già avviati.
I partiti della coalizione, che guardano già alla campagna elettorale per le elezioni Europee del 2024, non nascondono richieste più ambiziose da inserire in manovra. “Misure per lavoro, imprese, famiglie, natalità, sostegno ai redditi più bassi” dice il capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Lucio Malan. La Lega, del resto, riprende a cavalcare i suoi temi storici, a partire dall’autonomia. E Forza Italia vuole portare a casa sia il taglio del cuneo fiscale che l’aumento delle pensioni minime.
La linea di Palazzo Chigi
Da parte sua Palazzo Chigi insiste sulla linea della prudenza. Le risorse per la manovra sono poche e occorre dirottarle sulle priorità, non su misure a pioggia. Quindi non si farà nulla – almeno per ora – per le impuntature sulle bandierine politiche dei singoli partiti. Alcuni capisaldi restano, sebbene occorra verificare quali saranno le scelte concrete. Il taglio del cuneo fiscale, qualche forma di sostegno ai redditi più bassi, provvedimenti a tutela delle famiglie e per promuovere la natalità.
Ma il ministero dell’Economia attende anche, da tutti i dicasteri ed entro il 10 settembre, proposte di tagli e risparmi. Giancarlo Giorgetti non ha intenzione di allentare troppo i cordoni della borsa in vista della manovra. Con l’opposizione sul piede di guerra contro le ipotesi di tagli lineari, soprattutto nel settore delicato e centrale della Sanità pubblica e in quello delle pensioni. “I temi critici non sono mai risolti, i tavoli di discussione sono finti” denuncia il leader della Cgil Maurizio Landini. “Sulle pensioni stiamo tornando alla versione peggiore della Fornero, la precarietà sta aumentando, sugli appalti non hanno cambiato nulla e rimane il problema del fisco e dei salari”.