Un autunno difficile si sta preparando per la Juventus. Come la torre di Babele del racconto biblico, così il club bianconero di questi Anni Venti sembra una costruzione grandiosa destinata a restare incompiuta a causa della confusione che regna fra gli uomini che la compongono.
In questo caso dobbiamo dire: gli atleti e i dirigenti. L’ultima tegola in casa Juve è infatti la positività al doping di Paul Pogba che un test dopo la prima partita della stagione, quella di Udine, ha ora rivelato. Pogba non aveva giocato neanche un minuto. Il test però ha prodotto una positività ai metaboliti del testosterone e l’ufficialità è arrivata l’11 settembre dal Tribunale Nazionale Antidoping.
Juventus da Pogba a Bonucci
Il giocatore è sospeso in via cautelare mentre si attendono le controanalisi. In un comunicato la Juventus “si riserva di valutare i prossimi passaggi procedurali“. Il testosterone è un ormone steroide, ed è presente in molti farmaci “sotto prescrizione medica“, anche in pomate e gel. Adesso Pogba, 30 anni, rischia fino a 4 anni di squalifica. In prospettiva significa la fine della carriera.
Ma non basta, per la Juventus. Le grane, per usare un eufemismo, sono anche altre. Non solo, infatti, le note vicende giudiziarie che coinvolgono i suoi ex dirigenti. Ma anche gli ultimi rumors, ufficialmente smentiti, sul fatto che dopo 100 anni la famiglia Agnelli-Elkann sarebbe sul punto di vendere il club. C’è un terzo problema, non piccolo. Ovvero una vicenda che andrà avanti per vie legali e che riguarda Leonardo Bonucci. Nonostante ormai l’ex capitano sia da qualche settimana un calciatore dell’Union Berlino, in Bundesliga.
Il presunto danno all’ex capitano
Attraverso i suoi legali Antonio Conte (solo omonimo dell’ex giocatore e allenatore bianconero) e Gabriele Zuccheretti, Bonucci ha deciso di fare causa alla Juventus per quanto successo negli ultimi mesi. Come il fatto di essersi ritrovato fuori rosa, dovendo poi allenarsi a parte alla Continassa. In orari differenti rispetto a quelli degli ex compagni di squadra.
Il 36enne di Viterbo vuole intentare causa alla Juventus per danno professionale e di immagine. A suo dire le inadeguate condizioni di allenamento e di preparazione durante tutto il periodo estivo sono poi culminate nella sua cessione all’Union Berlino. Bonucci sostiene di non aver avuto accesso alla palestra, alla piscina e al ristorante. E ancora: non avrebbe mai ottenuto risposte circa la richiesta di reintegro in rosa.
“Darò tutto in beneficenza”
L’eventuale somma di denaro che la Juventus dovesse riconoscergli, sempre stando a quanto dichiarano i suoi legali, l’ex capitano la destinerebbe a Neuroland. Ossia all’associazione che supporta le famiglie dei bambini in cura all’Ospedale Regina Margherita di Torino e che sono ricoverati presso il reparto di Neurochirurgia. L’ex capitano intende devolvere parte della somma anche a Live Onlus: realtà associativa che acquista e dona defibrillatori a società sportive, scuole e Comuni grazie al ricavato delle aste di cimeli appartenuti ai grandi campioni dello sport. Naturalmente è tutto da vedere. La Juventus non resterà inerte e darà battaglia. Ma la confusione nella torre di Babele bianconera è grande.