Felicità: l’esordio alla regia di Micaela Ramazzotti è il racconto di “una famiglia patologica”
La celebre attrice fa il suo debutto con la sua prima opera cinematografica premiata al Festival di Venezia
Un debutto notevole a Venezia 80, dove ha gareggiato con successo nella sezione Orizzonti Extra, con Felicità: stiamo parlando della prima volta di Micaela Ramazzotti alla regia. Nei cinema italiani a partire dal prossimo 21 settembre grazie a 01 Distribution. Il film vanta un cast di grande talento, tra cui la stessa Ramazzotti, Max Tortora, Anna Galiena e Sergio Rubini.
Felicità, opera cinematografica diretta da Micaela Ramazzotti, getta una luce cruda e commovente sulla disfunzionalità familiare e la lotta per l’emancipazione. Questa pellicola offre allo spettatore uno sguardo profondo all’interno delle vite di un’umile famiglia i cui genitori si rivelano dei veri e propri manipolatori, diventando così una forza opprimente che soffoca ogni speranza di libertà per i loro due figli, Desirè e Claudio. Attraverso una narrazione avvincente, il film esplora le dinamiche complesse della famiglia Mazzoni, mettendo in risalto il coraggio e la determinazione necessari per inseguire una propria strada verso la felicità.
Sinossi Felicità
Desirè lavora sui set cinematografici come truccatrice e parrucchiera. Mette da parte i suoi risparmi fin da quando aveva solo 16 anni e ciò le ha permesso di trovare una via di fuga dalla sua famiglia non appena maggiorenne. Nonostante, però, si sia allontanata dai genitori, lasciando anche suo fratello minore, Claudio, i rapporti tossici che ha con loro continuano a perseguitarla. È una donna gentile e disponibile. Tuttavia, questa estrema disponibilità che ha nei confronti degli altri, accompagnata ad una sorta di fragilità dovuta a questo legame malsano con la madre e il padre, la mette spesso in situazioni in cui viene sfruttata.
Non solo, infatti, suo padre la sottopone a continui ricatti morali, ma anche il compagno, Bruno, professore universitario, sebbene da una parte cerchi di aiutarla a reagire dall’altra la sminuisce facendola sentire inadeguata. Dopo aver firmato, su pressione dei genitori, alcuni documenti a garanzia di un finanziamento per comprare una lussuosa Mercedes con cui suo fratello avrebbe dovuto iniziare un lavoro come autista tutto degenera. La depressione di Claudio è sempre più evidente e Desirè capisce che soltanto lei può aiutarlo separandolo una volta per tutte dalla famiglia che ha sempre ignorato i suoi problemi psichiatrici. È sola e per farlo dovrà contare solo su sé stessa.
Micaela Ramazzotti porta sul grande schermo un ritratto duro e sincero di un complesso contesto familiare
Felicità racconta la storia di una famiglia “storta” composta da genitori il cui egoismo e la manipolazione sfociano in una sorta di controllo spasmodico. Il risultato è quello di opprimere i loro figli, imprigionandoli in un labirinto di convinzioni tossiche e vincoli emotivi. Se, però, Desirè cerca a modo suo e con grande fatica di resistere, scappando da questa realtà claustrofobica, Claudio, invece, tenta costantemente di soddisfare le aspettative irragionevoli della famiglia cadendo in un circolo vizioso di ansia e frustrazione. Con Felicità Micaela Ramazzotti presenta un ritratto duro e sincero di un contesto familiare difficile che molte volte preclude ai figli di trovare una propria identità e strada nella vita.
La regista, che con questo film debutta per la prima volta dietro la macchina da presa, parla di Felicità come il racconto: “di una famiglia patologica, di un percorso psichiatrico, di una relazione squilibrata, di mediocrità educativa e sociale e di come lo spirito dell’Italia di questi anni si rifletta sulle persone meno attrezzate”. Per quanto riguarda, invece, l’esperienza sul set da attrice confessa: “c’è voluta da parte mia un po’ di faccia tosta per interpretare Desiré” dal momento in cui definisce il suo personaggio come “una donna poco virtuosa, imperfetta, un po’ bugiarda e forse anche patetica“.