Non si spegne in Europa l’eco delle polemiche dopo che il 20 settembre il primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki, ha dichiarato che Varsavia non darà più armi all’Ucraina. S’incrina l’alleanza dei paesi che sostengono Kiev nella guerra di resistenza all’invasore russo.
La situazione politico-diplomatica fra Polonia e Ucraina è precipitata negli ultimi giorni. E la brusca dichiarazione di Morawiecki ha fatto seguito alla convocazione urgente dell’ambasciatore ucraino a Varsavia. Nel bel mezzo di una disputa sulle esportazioni del grano di Kiev.
Il problema del grano ucraino
È questo, infatti, uno dei nodi della discordia. La Polonia ha dichiarato di aver convocato l’ambasciatore dell’Ucraina, il 20 settembre, in seguito alle osservazioni del presidente Volodymyr Zelensky all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso a New York. Parlando delle esportazioni di grano, Zelensky ha detto che alcune nazioni hanno finto di essere solidali con l’Ucraina. Un’allusione che ha fatto infuriare Varsavia, la quale ha bollato le parole di Zelensky come “ingiustificate nei confronti della Polonia, che ha sostenuto l’Ucraina fin dai primi giorni della guerra“.
Come è noto, l’invasione russa dell’Ucraina ha chiuso le rotte marittime del Mar Nero che prima del 24 febbraio 2022 Kiev utilizzava per far transitare i cereali verso l’Africa e non solo. La Russia ha accettato un accordo che consentiva le esportazioni marittime di Kiev, salvo poi non rinnovarlo lo scorso luglio.
Ciò ha portato l’Unione europea a diventare una via di transito, e una destinazione di esportazione, assolutamente vitale per il grano ucraino. Lo scorso maggio l’Unione ha stabilito di limitare le esportazioni di grano dell’Ucraina in Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia: i 5 Stai membri della Ue che confinano con Kiev. L’obiettivo era di proteggere gli agricoltori di quei paesi che lamentavano che le importazioni da Kiev avevano causato un crollo dei prezzi sui mercati locali.
In sostanza, da maggio a oggi, le misure prese in sede europea avevano fatto sì che i prodotti cerealicoli potessero continuare a transitare attraverso i 5 paesi dell’Est, fra cui la Polonia, senza essere venduti su quei mercati. Tuttavia, la settimana scorsa la Commissione europea ha annunciato la fine del divieto di importazione di grano ucraino, sostenendo che “le distorsioni del mercato nei cinque Stati membri confinanti con l’Ucraina sono scomparse“.
Elezioni in Polonia
Polonia, Ungheria e Slovacchia hanno immediatamente dichiarato che non si sarebbero conformate e che avrebbero mantenuto il divieto di importazione di grano ucraino. Mentre dal canto suo l’Ucraina ha dichiarato che presenterà una denuncia all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). In questo contesto è maturata la dichiarazione di Zelensky all’ONU contro i i paesi europei che fingerebbero solidarietà a Kiev e la dura reazione della Polonia.
“Non trasferiamo più armi all’Ucraina, perché ora stiamo armando la Polonia con armi più moderne“, ha detto Morawiecki. “L’Ucraina si sta difendendo dal brutale attacco della Russia, e capisco questa situazione, ma difenderemo il nostro Paese” ha detto. Il premier polacco sembra aver colto la palla al balzo in vista delle elezioni legislative del prossimo 15 ottobre, quando i polacchi saranno chiamati a rinnovare il Parlamento.
Il partito nazionalista e conservatore Diritto e Giustizia (PiS), di Morawiecki è in piena campagna elettorale e va a caccia del terzo mandato consecutivo di Governo. Un traguardo mai raggiunto da alcuno in Polonia negli ultimi trent’anni. Il partito liberal-conservatore di Donald Tusk, Piattaforma Civica, che ha già governato la Polonia fra il 2007 e il 2015, è l’unica forza politica che può ambire a battere il PiS.
Cosa ha fatto Varsavia per Kiev
Il partito Diritto e Giustizia può vantare fra gli agricoltori e i produttori di cereali un’ampia base elettorale, e ciò può contribuire a spiegare la levata di scudi del premier Morawiecki contro l’Ucraina. Di certo, però, la Polonia ha svolto un ruolo chiave nell’armamento di Kiev dal momento dell’invasione russa. E lo ha fatto attraverso la fornitura unilaterale di equipaggiamenti militari, come i MiG-29 e i carri armati Leopard.
Ha inoltre consentito agli alleati stranieri di immagazzinare e trasportare armi oltre il confine polacco in Ucraina. La Polonia è stata inoltre il primo Stato membro della NATO a inviare aerei da combattimento a Zelensky, la scorsa primavera. La Polonia, infine, ospita a tutt’oggi circa un milione di rifugiati ucraini. E si ricorderà la sardonica accoglienza a Matteo Salvini, dai trascorsi putiniani, quando egli andò a portare la sua solidarietà.