Napolitano, lutto nazionale per il primo presidente eletto due volte
Re Giorgio, come fu definito, è morto il 22 settembre a 98 anni. Ha attraversato da protagonista 70 anni di politica italiana ed europea
Funerali di Stato e lutto nazionale per il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. La camera ardente sarà allestita a Palazzo Madama, la sede del Senato, forse già da domenica 24 settembre.
Napolitano, 98 anni, è morto alle 19.45 del 22 settembre a Roma, alla clinica Salvator Mundi dove era ricoverato dopo che le sue condizioni di salute si erano aggravate. Storico dirigente del Partito Comunista Italiano, già presidente della Camera, ministro dell’Interno e infine primo presidente della Repubblica a provenire dalle fila del PCI, Napolitano è stato il primo capo dello Stato dell’Italia repubblicana a essere rieletto. Alla scadenza del suo primo mandato (2006-2013), il Parlamento lo implorò di rimanere, sebbene la consolidata prassi fosse sempre stata quella di non consentire un secondo mandato ai presidenti.
L’obiettivo mancato delle riforme
Re Giorgio, come lo definì il New York Times, accettò suo malgrado, data la difficile congiuntura politica ed economia nazionale, dopo un severo monito al Parlamento sulle riforme. Ma due anni più tardi, nel 2015 si dimise. Anche il suo successore, l’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine del primo settennato (2015-2022) è stato rieletto per la pervicace incapacità del Parlamento di trovare un’intesa su un nuovo presidente. “La sua morte mi addolora profondamente – ha dichiarato Mattarella in riferimento a Napolitano – e, mentre esprimo alla sua memoria i sentimenti più intensi di gratitudine della Repubblica, rivolgo ai familiari il cordoglio dell’intera nazione“.
22 aprile 2013. Il discorso dopo il giuramento si trasforma in una requisitoria. Uno spettacolo surreale. Più #GiorgioNapolitano li sferza, più i parlamentari lo applaudono. #ilcavalloelatorre: https://t.co/o0uGYSfjNX pic.twitter.com/rTl2U7QEgc
— Il cavallo e la torre (@CavalloTorre) September 22, 2023
Oggi Napolitano, il primo presidente eletto due volte, è rimpianto da molti. La chiamata di Napolitano a Palazzo Chigi “non mi sorprese” ha raccontato al Corriere della Sera l’ex premier Mario Monti. “Non pensai neanche per un attimo di sottrarmi, come mi era successo altre volte. Ero a Berlino. Alla sera venni raggiunto da una telefonata di Napolitano, che mi comunicò di aver appena firmato il decreto con cui mi nominava senatore a vita. Aggiunse: ‘Però terrei a vederti domani al Quirinale‘. Allora capii che la cosa si faceva davvero“.
Il cordoglio di Usa e Francia
Dall’America, dove era molto amato dall’establishment, all’Europa, sono giunti messaggi di cordoglio per la morte del presidente emerito. “Mi unisco al popolo italiano e al mondo nel lutto per la perdita dell’ex presidente Giorgio Napolitano” ha scritto su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken. Napolitano era “uno statista che ha dedicato la sua vita alla democrazia, ai diritti umani e all’unità europea. Le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e al popolo italiano“. “Figura eminente della politica italiana, europeo convinto, l’ex Presidente Giorgio Napolitano ci ha lasciato. Esprimo le mie più sentite condoglianze al popolo italiano“. Così, il presidente francese, Emmanuel Macron, sempre su Twitter.
“Napolitano grande statista”
“Piango la scomparsa dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano” ha scritto su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Un imponente statista italiano, con un forte cuore europeo. È stato un’ancora di stabilirà per il suo paese nei momenti difficili, profondamente convinto che un’Europa unita fosse nell’interesse dei suoi cittadini“.
Il ricordo del presidente tedesco
Giorgio Napolitano era “un uomo straordinario” ha detto il presidente della Germania, Frank-Walter Steinmeier. “Con grande tristezza ho appreso la notizia della morte dell’ex presidente della Repubblica Italiana. Desidero esprimere le più sentite condoglianze al popolo italiano, in particolare alla vedova e ai figli del defunto, anche a nome dei miei connazionali. La sua persuasività e la sua chiarezza nel corso dei suoi decenni di lavoro mi hanno sempre profondamente colpito. Ho seguito presto il suo lavoro a distanza, anche quando ero studente. Ho avuto la fortuna di incontrarlo molte volte dopo“.