Ucraina, Lavrov all’ONU: “Pronti a negoziare ma nessun cessate il fuoco”
Il ministro degli Esteri russo afferma che Moca è stata ingannata da Kiev
Sono ormai 19 mesi che dura ininterrottamente la guerra in Ucraina e in questi giorni si sta svolgendo all’ONU l’Assemblea Generale dei 193 Stati membri. Nel suo intervento il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov avverte: “L’umanità è a un bivio. Dipende solo da noi come evolverà la storia“.
“È nel nostro comune interesse evitare che si precipiti in una grande guerra“. Intanto l’Ucraina esorta l’Italia a fare di più nell’attuazione delle sanzioni contro la Russia e rivendica “l’attacco riuscito” al quartier generale della flotta di Mosca nel Mar Nero a Sebastopoli, in Crimea. Il bombardamento avrebbe provocato 9 morti e 16 feriti. “L’inverno – afferma Kiev – non rallenterà la nostra controffensiva“. Mosca, da parte sua, ha segnalato un attacco informatico “senza precedenti” proprio in Crimea.
Lavrov, Putin e l’Ucraina
Tornando all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, si segnala in particolare l’intervento del ministro degli Esteri russo, dopo che nei giorni passati il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha parlato in Consiglio di Sicurezza, per poi allontanarsi quando è stato il turno di Lavrov. La Russia è pronta per i negoziati sull’Ucraina, afferma ora il numero due di Putin, ma non prenderà in considerazione proposte di cessate il fuoco. Lavrov ha ricordato che il presidente russo Vladimir Putin ha già detto “molto chiaramente: ‘Sì, siamo pronti per i negoziati, ma non prenderemo in considerazione alcuna proposta per un cessate il fuoco, perché ci avevamo pensato una volta, ma ci avete ingannato‘“.
In queste ore, intanto, una seconda nave cargo con il grano ucraino è giunta a Istanbul, in Turchia, attraverso il Mar Nero, secondo quanto riferito dai siti che monitorano il traffico marittimo. E ciò malgrado le minacce di Mosca nei confronti delle imbarcazioni che entrano o escono dall’Ucraina. Come è noto, infatti, dallo scorso mese di luglio la Russia ha negato il rinnovo dell’intesa con l’Ucraina per lasciar libero il transito dei cereali che Kiev esporta nel mondo.
Adesso si apprende invece che la nave Aroyat, battente bandiera di Palau, è partita venerdì 22 settembre da Chernomorsk, a sud di Odessa. Si tratta del secondo cargo che utilizza il corridoio marittimo messo a disposizione da Kiev per aggirare il blocco della Russia che a luglio si è ritirata dall’accordo internazionale che consentiva l’esportazione dei prodotti agricoli ucraini sul Mar Nero.
Il Papa e “le fabbriche di morte“
E della guerra in Ucraina non cessa di parlare anche papa Francesco, per sostenere il più possibile percorsi di pace in vista di un possibile cessate il fuoco. “Questa guerra è interessata non solo da Russia e Ucraina ma dal commercio delle armi” ha detto il Pontefice che venerdì 22 e sabato 23 settembre è stato a Marsiglia ai Rencontres Méditerranéennes, alla presenza del presidente francese Emmanuel Macron.
“Gli investimenti che danno più reddito – ha proseguito Francesco – sono le fabbriche di morte. Non dobbiamo giocare con il martirio del popolo ucraino, ma aiutare a risolvere nel modo possibile. Vedo che qualche paese ora si tira indietro, non dà le armi. Inizia un processo dove il martire sarà il popolo ucraino“. Il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha poi precisato ai giornalisti che “il Papa con un paradosso ha sottolineato come chi traffica in armamenti non debba mai pagare le conseguenze delle proprie scelte, ma le lasci pagare a popoli, come quello ucraino, martirizzati“.