La Golf grigia di Alfred Vefa, parcheggiata nei pressi di San Casciano Val di Pesa. Foto Ansa/Michele Giuntini
Svolta nel caso del femminicidio di Castelfiorentino (Firenze) dove la sera del 28 settembre una donna di 35 anni, madre di due figli, Klodiana Vefa, è stata brutalmente assassinata per strada davanti casa. Le forze dell’odine cercavano senza sosta l’ex marito che hanno rinvenuto morto intorno alle 6 del mattino di sabato 30 settembre. Alfred Vefa, 44 anni, avrebbe ucciso a colpi di pistola la ex moglie per poi fuggire e togliersi la vita.
In un primo tempo, intorno alle 4 del mattino, un cittadino di una zona remota di San Casciano Val di Pesa aveva segnalato un’auto sospetta parcheggiata ai carabinieri. I militari hanno quindi effettuato delle ricerche nella zona del ritrovamento del mezzo, trovando effettivamente il corpo dell’uomo. “Si è sparato con la stessa pistola usata per uccidere la moglie” riferiscono i carabinieri. Il cadavere era a una cinquantina di metri dall’auto, in un bosco di noci.
Alfred Vefa, subito dopo l’omicidio a Castelfiorentino, era fuggito con la sua Golf grigia. Posti di blocco erano scattati in tutto l’Empolese Valdelsa e il resto della provincia di Firenze. Ricerche a tappeto per effettuare le quali le forze dell’ordine avevano utilizzato anche l’elicottero. Attorno alle 19 del 28 settembre, dunque una quarantina di minuti prima dell’omicidio, l’uomo aveva spento il suo smartphone che non ha mai stato più riacceso.
Quella del possibile suicidio dell’uomo era una delle ipotesi degli investigatori. Alfred Vefa con sé non aveva soldi, aveva lasciato il portafoglio a casa e gli investigatori supponevano che non si fosse allontanato troppo. L’auto è stata lasciata dall’uomo non lontano da un insediamento industriale.
Nella sua fuga dal Castelfiorentino il marito di Klodiana è arrivato fino a San Casciano Val di Pesa. Una volta sceso dall’auto ha percorso un tratto di strada e poi avrebbe rivolto la stessa arma con cui ha ucciso la moglie contro sé stesso. Il corpo senza vita dell’uomo era ai piedi della salita che da San Casciano Val di Pesa porta a San Pancrazio, frazione del Comune. L’auto era abbandonata in una strada asfaltata di campagna. Dopo il ritrovamento del corpo sono cominciati subito i rilievi per ricostruire le ultime ore di Alfred Vefa.
Alfred Vefa era un muratore. Lavorava da tempo nell’edilizia. Con l’ex moglie Klodiana, da cui si era separato ma con cui comunque continuava a convivere nella stessa casa, aveva due figli. Una ragazzo di 17 anni e una ragazza di 14. Dopo gli accertamenti medico legali, intorno alle 9 del mattino di sabato 30 settembre, il magistrato ha autorizzato la rimozione del corpo, che è stato trasferito all’obitorio.
Dall’inizio di quest’anno si contano in Italia almeno 45 donne assassinate da uomini, perlopiù partner o ex partner. La situazione nel nostro Paese sta diventando talmente grave che appena l’8 settembre scorso il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha rivolto un appello, stigmatizzando i femminicidi e ogni forma di violenza sulle donne come “barbarie sociale“. Appena due giorni fa, il 27 settembre, non solo un femminicidio ma una strage familiare si è verificata ad Alessandria, in Piemonte. Martino Benzi, ingegnere di 67 anni, ha dapprima ucciso a coltellate, in casa, il figlio Matteo, 17 anni, e la moglie Monica Berta, 55 anni, e poi nella casa di riposo Michel, situata all’interno dell’istituto Divina Provvidenza, nell’omonima piazza, la suocera Carla Schiffo, 78 anni. Infine, nello stesso luogo, ha rivolto l’arma contro di sé tagliandosi la gola.
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