Francesco Montanari e Marco Bocci ci parlano della nuova serie di podcast Amazon Music e Lucky Red
12 storie di attualità con altrettante voci narranti, tra cui Isabella Ferrari, Lirio Abbate, Edoardo Leo, Chiara Francini e tanti altri
Francesco Montanari e Marco Bocci hanno raccontato la loro esperienza nel progetto Lucky Red e Amazon Music. Noi di VelvetMAG abbiamo avuto modo di incontrarli durante la presentazione a Roma: ecco cosa ci hanno raccontato.
È stata recentemente presentata a Roma la nuova serie di podcast, targata Lucky Red in collaborazione con Amazon Music. Il progetto nasce dalla volontà di coniugare una delle forme di storytelling moderne in maggior crescita con l’intenzione di dare spazio a storie di attualità, cinema, letteratura, cronaca nera, costume e politica. In base a quanto dichiarato da Mattia Guerra di Lucky Red, infatti, oltre 16 milioni di persone, in Italia, sono fruitori di podcast, con un target di riferimento dai 15 ai 44 anni. Un dettaglio di cui Lucky Red ha tenuto conto e che ha voluto sfruttare per raccontare dodici storie, attraverso le voci di grandi personalità del cinema, della televisione e del giornalismo italiani. Il tutto, in collaborazione con Amazon Music
Lirio Abbate, Valerio Bergesio, Isabella Ferrari, Marco Bocci, Francesco Montanari, Edoardo Leo, Gabriele Niola, Chiara Francini, Massimiliano Griner, Luca Ward, Laura Antonelli Carli e Nicolò Tabarelli e, infine, Asia Argento. Spetterà a loro il compito di trascinare il pubblico e “manipolarlo” – un termine che sembra tornare molto spesso, come una sorta di leitmotiv – nel corso delle storie scelte. Gli episodi dei singoli podcast sono disponibili in esclusiva su Amazon Music dal 29 settembre, mentre dal 13 ottobre anche su tutti i servizi streaming di podcast. In occasione della presentazione, che ha avuto luogo presso il Cinema Quattro Fontane di Roma, abbiamo avuto modo di parlarne con Marco Bocci e Francesco Montanari. Ecco cosa ci hanno raccontato.
Cosa aspettarsi dalla serie di 12 podcast di Amazon Music e Lucky Red
Si parte da Picciotti – La mafia raccontata da Lirio Abbate e si prosegue con Storyboard, dietro le quinte del cinema con Gabriele Niola; i Maestri dell’inganno raccontati da Valerio Bergesio; Bad Girls – Da vittime a carnefici, il romanzo di Antonella Bolelli Ferrera narrato da Isabella Ferrari; Diari da un esorcismo con Marco Bocci, ispirato ad autentici diari compilati da uno psichiatra a metà degli anni Settanta; Le regole del venerabile – La storia del tutto autentica, tranne le parti in cui è menzognera, di Licio Gelli, il capo della loggia P2” attraverso le parole di Francesco Montanari; Edoardo Leo ci accompagna alla scoperta della vita e delle battaglie di Marco Pannella con Giacinto.
Con Refuge Chiara Francini ci conduce tra le storie dell’associazione Refuge LGBT; Massimiliano Griner ricostruisce l’indagine del delitto di Serena Mollicone in Fontecupa; il mostro di Firenze e Zodiac: quali sono le connessioni tra i due serial killer? Ne parla Luca Ward in Zodiac e il Mostro di Firenze: la teoria dell’acqua; tra documenti e testimonianze le incredibili verità su Ludwig – Gli eredi del nazismo con Laura Antonelli Carli e Nicolò Tabarelli. Infine, Asia Argento parla della nuova sessualità degli italiani attraverso un racconto divertente e leggero partendo dall’attesissima serie di Prime Video Gigolò per caso.
La presentazione dei podcast
Ad iniziare l’introduzione dei dodici podcast ci ha pensato Gabriele Niola, critico cinematografico nonché autore e narratore di uno dei progetti, Storyboard. Tra aneddoti e curiosità, il giornalista va a scavare nel lato più segreto dei grandi film che hanno fatto la storia del cinema. Come lui stesso ha spiegato: “Abbiamo preso 15 film molto noti, dai Blues Brothers a Pulp Fiction, per raccontarne la storia produttiva, che in quei casi è clamorosa. Abbiamo preso delle coincidenze, dei personaggi e degli atti narrativi che poi non sono diversi da quelli che sono gli archi narrativi dei film, per farne un racconto appassionato“.
Sono stati poi presentati Picciotti – La mafia raccontata da Lirio Abbate, che ripercorre l’ascesa del clan dei Corleonesi e Maestri dell’inganno, narrato da Valerio Bergesio. Quest’ultimo, attraverso una buona dose di black humor e sagacia, racconta alcune tra le storie più incredibili di grandi truffatori dei nostri tempi.
Di diverso tenore, ma pur sempre ruotando in un certo senso attorno al concetto di “manipolazione” – che, sembra il filo conduttore dell’intero progetto – Bad Girls – Da vittime a carnefici, che con la voce narrante di Isabella Ferrari. “Sono storie vere di donne che ho conosciuto negli anni, nelle carceri e anche negli ospedali psichiatrici giudiziari. Sono state accusate di reati gravissimi, quasi tutte di omicidio. […] Loro nascono vittime e finiscono giustiziere.” Si è detto in occasione della presentazione.
Altri progetti presentati: i podcast di Francesco Montanari e Marco Bocci
A parlare è stato poi Marco Bocci, voce narrante di Diari di un esorcismo. Il podcast, ispirato a vicende tratte dal libro di David Murgia Vade Retro – esorcismi e possessioni, si basa su resoconti reali di un vero psichiatra nonché direttore dell’ospedale psichiatrico di Bologna, come testimone dei fatti. A proposito del suo lavoro nel progetto, per il quale ha prestato la voce, Bocci ha dichiarato: “Ci sono tanti film che parlano di questo argomento e pensavo che fosse puro intrattenimento. Poi, quando ho cominciato a leggere, giorno dopo giorno, ho scoperto che in realtà non erano cose create far passare il tempo agli affezionati di un certo genere, erano tutti fatti realmente accaduti e molto spesso anche filmati documentati. Mentre leggevo ha cominciato a suggestionarmi in maniera bestiale.”
Un’altra interessante variazione sul tema della “manipolazione” è quella raccontata nel podcast Le regole del venerabile – La storia del tutto autentica, tranne le parti in cui è menzognera, di Licio Gelli, il capo della loggia P2. A prestare la voce al “Venerabile Maestro” è Francesco Montanari, il quale racconta in prima persona, sotto forma di confessione privata a un carceriere, l’ascesa e il declino di Licio Gelli. È un dialogo inventato, ma aderente alle vicende storiche, grazie a una minuziosa ricerca su una delle figure più controverse della storia contemporanea italiana. “L’arte del racconto di questo podcast è lui, il grande venerabile, perché lui in prima persona, da anziano, ripercorre tutte le tappe e racconta un’Italia che si sta trasformando e si sta evolvendo.”
Cosa ci hanno raccontato Marco Bocci e Francesco Montanari sul loro lavoro
VelvetMAG ha avuto modo di scambiare alcune considerazioni con Marco Bocci e Francesco Montanari in merito ai rispettivi podcast, a partire dalla tipologia di approccio adottato fino ad alcune considerazioni personali. Ecco dunque cosa ci hanno raccontato, a partire da Marco Bocci.
Nel lavorare al progetto Diari di un esorcismo hai ammesso che non hai avuto altra chance se non credere a questa visione: il tuo pensiero era già orientato verso questa sensazione oppure il lavoro nel podcast ti ha fatto cambiare idea?
M.B. – Era già portato a questo pensiero. Sono però quelle cose che si cercano sempre di tenere lontano, “ci credo ma non ci voglio pensare“. Quelle cose che rimangono lì e non ci dedico tempo o attenzione perché poi mi suggestiono, quindi me le tengo lontane, lasciando un punto interrogativo se crederci oppure no. È chiaro che, lavorando su questo podcast e avendo la possibilità di parlare e confrontarmi con persone che invece hanno non soltanto vissuto, ma affrontato, raccontato anche in maniera giornalistica esperienze e aneddoti del genere, si è “costretti” a crederci perché altrimenti si darebbe ai professionisti dei millantatori. È stato provante, perché si è costretti da dedicare dei giorni di attenzione ad un tema che si cerca di dimenticare, di accantonare.
Pensi che la forma del podcast sia stata in un certo senso limitante? Se sì, pensi sia stato un limite usare la voce come unico canale espressivo?
M.B. – No, anzi in realtà penso che sia quasi un valore aggiunto perché la voce, in prodotti del genere, può essere estremamente suggestiva. Credo che possa far entrare dentro la storia in maniera molto importante.
Pensi di proseguire con la strada del podcast?
M.B. – Mi sono divertito molto. È una domanda che mi sono fatto proprio e sì, mi piacerebbe molto.
Le parole di Francesco Montanari sul “suo” Licio Gelli
Vorrei partire proprio da una frase che hai detto durante la presentazione, “Se so vendere materassi, posso vendere un sogno ai politici?” nel descrivere l’approccio che hai avuto nel raccontare Licio Gelli: hai provato a caratterizzarlo dandogli una valenza da “manipolatore”?
F.M. – Io credo che il termine “manipolazione” venga usato molto spesso nel nostro ordinario con una valenza negativa. Ed effettivamente ce l’ha. O forse, “manipolatorio” significa qualcosa di negativo, perché modifica l’interlocutore a prescindere dal suo volere. Però, in realtà, tutti i giorni cerchiamo di portare l’altro dal nostro punto di vista. Ad esempio nell’ascolto, nella convivenza, nella quotidianità: e quella cosa non è per forza manipolazione.
È un modo per raggiungere uno scopo, può avere una valenza neutra
F.M. – Esattamente. Ora, se questo lo spostiamo su tutti i livelli e ci concentriamo su “cosa serve a me o te?” e non abbiamo il timore comune e frequente di staccarci da un timore etico e morale, chi insomma si presenta nella realtà da “rettile” e non da “mammifero”, si distacca e pensa di poter usare questo principio. Poi, riuscirci è difficilissimo. Così come è difficile vendere un materasso. Quanti materassi esistono, miliardi? Perché proprio quello, a te? È uguale.
Diciamo che il termine “manipolazione” ritorna molto spesso anche relativamente agli altri podcast. Si può dire che è anche un po’ il leitmotiv dell’intero progetto?
F.M. – Certo, anche perché quando io ti racconto una storia, io voglio che tu la ascolti, come prima cosa. O comunque voglio qualcosa, attraverso questa storia, da te. E di conseguenza, per fare in modo che tu faccia quello che voglio io, tu la devi ascoltare. Quindi dovrò fare in modo di portarti nel mio mondo, con qualsiasi mezzo a disposizione. Questo è in generale il fascino del racconto della storia, dei film, dei libri.
Pensi però che la forma del podcast possa essere limitante, perché sfrutta solo uno dei canali a disposizione?
F.M. – No, in realtà penso che sia estremamente più efficace, perché l’immagine la metti tu, con il tuo immaginario. Quindi non avrai mai un giudizio negativo, rispetto al tuo immaginario. Hai un giudizio negativo, rispetto a una voce o a un suono che ti porta verso il tuo immaginario.
Credi di proseguire verso la strada dei podcast?
F.M. – Ne ho fatti talmente tanti, in realtà. Durante il lockdown ho realizzato questa collana, Dedicato ai cattivi, perché sono un grande amante del teatro e di Shakespeare, ma senza essere pedanti. (ride) E sono partito da Otello: Iago, anche se non lo hai letto, è un pezzo di m***a, perché è il traditore. Allora mi sono detto “aspetta, vediamo, magari sì, magari no”: quindi ho raccontato queste tragedie non dal punto di vista di un personaggio, ma dal mio punto di vista attoriale di come affronto un testo. Scrivo della prosa che poi racconto ed intervallo questi pezzi, man mano che sviluppo l’opera, leggendo e cercando di interpretare dei dialoghi scritti dal grande maestro.
Questa cosa è piaciuta molto, mi ha chiamato Audible, abbiamo fatto un contratto insieme e continueremo. Poi ho dato la voce a molti personaggi nei podcast, ho realizzato la prima serie di Gianrico Carofiglio sull’Avvocato Guerrieri. Poi ho fatto un’altra serie su Capitano Ultimo: diciamo che il podcast lo uso quotidianamente.