L’Istat: “Inflazione in calo al 5,3%”. Fino a dicembre prezzi scontati sui beni di prima necessità
Dal 1 ottobre il 'trimestre anti-inflazione': 300 prodotti fra cui pasta, pane, carne, pesce, frutta e verdura, costeranno meno
L’Inflazione rallenta in Italia, pur restando piuttosto elevata. L’Istat segnala un ulteriore, seppur lieve, calo dell’indice dei prezzi al consumo nel corso del mese di settembre. Secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua, contro il precedente 5,4%.
La nuova discesa, spiega l’Istituto, risente dell’andamento dei prezzi dei beni alimentari. La crescita annua di questi ultimi “si riduce sensibilmente pur restando su valori marcati” (+8,6%). Si registra, d’altra parte, un’accelerazione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da +5,7% a +7,6%), dalla minore flessione di quelli degli energetici regolamentati (da -29,6% a -27,8%) e dall’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +1,2% a +3,8%).
Prezzi e prodotti
Anche l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ancora (da +4,8% a +4,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5,0%, registrato ad agosto, a +4,8%). Si affievolisce, prosegue l’Istat, la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +6,3% a +6,0%), mentre si accentua quella dei servizi (da +3,6% a +4,1%). Così facendo il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni cala a -1,9 punti percentuali, dai -2,7 di agosto.
Su base mensile, la crescita dell’indice generale si deve principalmente all’aumento dei prezzi degli energetici sia regolamentati (+2,5%) sia non regolamentati (+1,6%). Ma anche degli alimentari non lavorati (+0,6%), dei beni semidurevoli e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5% per entrambi). E dei Servizi vari (+0,3%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’attenuazione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,7%). Inoltre, in base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta del +1,7% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, e del +5,7% su base annua (in accelerazione da +5,5% di agosto).
Il trimestre anti-inflazione
prenderà intanto il via, da domenica 1 ottobre, il cosiddetto trimestre anti-inflazione. Si tratta di un’iniziativa del Governo Meloni che si concluderà il 31 dicembre 2023. L’obiettivo è quello di contenere l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo. Compresi quelli rientranti nel cosiddetto “carrello della spesa“, nonché dei prodotti per l’infanzia e la cura della persona. L’iniziativa è stata promossa dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, in collaborazione con le associazioni di categoria del mondo del largo consumo, della distribuzione moderna, del commercio tradizionale. Così come dell’industria alimentare e non, dell’artigianato, delle cooperative e del mondo dell’agricoltura.
I prodotti interessati dagli sconti sono circa 300, tra cui pasta, pane, carne, pesce, frutta, verdura, latte, detersivi e prodotti per la cura della persona. I prezzi saranno ridotti fino al 10%, e saranno applicati sia nei supermercati che nei negozi di vicinato. All’iniziativa plaudono è stata accolta con favore dalle associazioni dei consumatori, che hanno sottolineato l’importanza di un intervento per contrastare l’aumento dei prezzi. Tuttavia, alcuni hanno espresso perplessità sull’efficacia dell’iniziativa, sottolineando che l’inflazione è dovuta a fattori strutturali, che non possono essere risolti solo con sconti sui beni di largo consumo.