“La Dea Roma e l’Altare della Patria”: la mostra al VIVE
Il Vittoriano e Palazzo Venezia apre al pubblico una nuova esposizione dedicata "ai simboli dell'Italia unita"
Il VIVE, diretto da Edith Gabrielli, apre al pubblico la mostra dedicata a La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita. Un’esposizione che sarà accessibile, con ingresso libero, nella Sala Zanardelli fino a febbraio 2024.
Come annuncia una nota stampa ufficiale, dal prossimo 26 ottobre 2023 il VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia apre al pubblico la mostra dedicata a La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita. L’esposizione celebra la conclusione della campagna di restauro del fregio dell’Altare della Patria realizzato dallo scultore lombardo Angelo Zanelli (San Felice di Scovolo, 17 marzo 1879 – Roma, 1942). Smontati i ponteggi, il fregio sarà restituito agli occhi del pubblico proprio il giorno dell’inaugurazione della mostra.
Un’esposizione per La Dea Roma
La mostra dedicata a La Dea Roma è curata dal professore Valerio Terraroli che arriva dall’Università degli Studi di Verona. Si tratta, come chiarisce ancora la nota stampa ufficiale, di uno dei maggiori specialisti dell’arte italiana tra Ottocento e Novecento. L’esposizione nasce in collaborazione con l’Archivio Centrale dello Stato, la Soprintendenza speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma e la Fondazione Brescia Musei. La mostra ricostruisce le vicende della decorazione scultorea legate all’Altare della Patria. Tutto a partire dal concorso del 1908 fino al referendum popolare in occasione dell’inaugurazione del Vittoriano nel 1911 che portò alla definitiva vittoria di Angelo Zanelli. L’esposizione propone anche tutti i passaggi dei vari stadi che caratterizzano l’Altare: dall’esecuzione all’inserimento della Tomba del Milite Ignoto nel 1921 fino alla collocazione della statua de La Dea Roma nel 1925.
La mostra racconta, inoltre, il percorso artistico di Angelo Zanelli all’interno della cultura simbolista italiana. Una ricostruzione, questa, fatta attraverso alcune opere che hanno preceduto il progetto per il fregio romano, e la successiva evoluzione del suo linguaggio. L’obiettivo dell’esposizione è anche spiegare come e perché il fregio di Zanelli concorse, in uno con l’orientamento politico di Giuseppe Zanardelli, il progetto dell’architetto Giuseppe Sacconi per il Vittoriano e opere di scultori coevi quali Leonardo Bistolfi, Ettore Ximenes e Arturo Dazzi a forgiare i simboli dell’Italia unita, creando difatti un nuovo immaginario visivo di un’intera Nazione.
Nel vivo della mostra
A comporre la mostra si trovano i gessi delle collezioni del VIVE provenienti dai depositi, studiati e restaurati per l’occasione. A questi si aggiungono opere del lascito Zanelli che provengono dalla Fondazione Brescia Musei. Non mancano poi altre testimonianze da diverse istituzioni museali così come da collezioni private. Il centro su cui ruota tutta l’esposizione è La Dea Roma, a partire dalle origini e gli sviluppi della sua iconografia e le influenze che questa immagine ha costruito nel corso della storia. Come ogni linea tracciata dalla direttrice del VIVE Edith Gabrielli per le mostre focus, al termine di questo percorso espositivo si potrà accedere ad una sala immersiva. Infatti, sarà posta un’installazione che permette al visitatore di ‘entrare’ (grazie alla tecnologia digitale) nel fregio così da poterlo ammirare in ogni dettaglio.
La direttrice ha spiegato: “Dopo Bronzo e Oro, questa su Zanelli è la seconda mostra focus promossa dal VIVE. Per molto tempo non solo Zanelli, ma tutti gli scultori attivi nel Vittoriano sono rimasti vittime di una mancata comprensione critica. La mostra contribuisce a cambiare il senso delle cose: essa aiuta il pubblico e – perché no? – anche gli studiosi a conoscerli meglio. Ne emerge un quadro diverso e certamente positivo: possiamo così affermare che il grande fregio dell’Altare della Patria è così definitivamente restituito al pubblico e alla critica“.