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Ucraina, Zelensky: “La controffensiva va avanti, siamo stanchi ma motivati”

Collegamento video da Kiev con la festa per i 20 anni di Sky in Italia. Crosetto: "Possiamo ancora aiutare Kiev ma non per molto"

Il 4 ottobre il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, è apparso in collegamento da Kiev in occasione delle celebrazioni dei 20 anni in Italia dell’emittente televisiva Sky. “Questa è la guerra più importante nel mondo occidentale. Facciamo di tutto per fare in modo che questa diventi l’ultima guerra non solo in Ucraina ma in tutto il mondo” ha dichiarato.

Il sostegno dell’Italia, dell’Europa e di tutto il mondo per noi è importante. Siamo riusciti a difendere la nostra terra e non permettere alla Russia di occupare il nostro Paese” ha detto ancora Zelensky. Tutti vorrebbero vedere dei risultati veloci sul campo di battaglia, ma è una guerra su vasta scala che sta andando avanti da due anni. C’è stanchezza ma siamo motivati. Faremo di tutto per vincere contro il nostro nemico, la nostra controffensiva va avanti. Facciamo di tutto per respingere il nemico”.

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Foto Ansa/Epa Sergey Dolzhenko

Zelnsky invita Francesco

Zelensky ha inoltre annunciato di aver invitato papa Francesco in Ucraina. Sembrano così stemperarsi le polemiche seguite alle parole rivolte ai giovani cattolici russi dal Pontefice che avevano destato una reazione stizzita di Kiev. Del resto l’inviato del Papa per la pace in Ucraina, il cardinale Matteo Zuppi, era stato accolto da Zelensky lo scorso giugno in quanto ‘pontiere’ per una possibile pace con Mosca.

Per quanto riguarda invece il prosieguo degli invii di aiuti militari in Ucraina, l’Italia sembra ormai giunta a un livello di guardia. Un allarme che sta arrivando anche dagli Stati Uniti: neppure gli Usa sono più così certi di poter contribuire al rifinanziamento e invio permanente di armamenti a Kiev.

Ucraina, gli aiuti dall’Italia

A Kiev il ministro Tajani ha parlato della scelta politica. Quando si parla di forniture all’Ucraina ci sono due aspetti: uno politico e poi c’è la parte tecnica, per vedere cosa si è in grado di dare senza mettere in pericolo la necessità di preservare una Difesa italiana sempre” ha dichiarato a Sky il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

C’è una continua richiesta da parte ucraina di aiuti, bisogna verificare ciò che noi siamo in grado di dare rispetto a ciò che a loro servirebbe. La disponibilità dell’ottavo pacchetto c’è, ma per ora è soltanto una dichiarazione di intenti“. “L’Italia – ha proseguito Crosetto – ha fatto molto, ha puntato molto sui sistemi di difesa antiaerea per fermare gli attacchi che vanno sulle infrastrutture civili ed energetiche, sulle città, sulle scuole. Il problema è che non hai risorse illimitate. E da quel punto di vista l’Italia ha fatto quasi tutto ciò che poteva fare, non esiste molto ulteriore spazio“.

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Esercitazioni per prepararsi a un possibile attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Foto Ansa/Epa Nicoletta Stoyanova

Zaporizhzhia, rischio di incidente

In Ucraina, intanto, preoccupa la situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. Gli occupanti russi hanno tolto la quarta unità di potenza dallo stato di “spegnimento a freddo“. E l’hanno portata allo stato di “spegnimento a caldo“, vietato dai requisiti di funzionamento, poiché queste operazioni possono provocare un incidente. Lo ha riferito – citato da Unian – il servizio stampa di Energoatom, l’azienda di Stato ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari attive nel paese.

Energoatom si occupa inoltre dello smantellamento dei tre reattori superstiti della centrale nucleare di Chernobyl. Riguardo alle manomissioni della centrale di Zaporizhzhia ciò può portare non solo ad un aumento del numero di guasti alle apparecchiature, ma anche al verificarsi di un incidente radioattivo” ha dichiarato Petro Kotin, presidente di Energoatom.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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