Pogba e la maledizione del doping
Positivo anche alle controanalisi, il centrocampista della Juventus rischia squalifica e licenziamento
Sono settimane non facili per la Juventus. La quadra di calcio più blasonata d’Italia è in cerca d’identità e di riscatto, mentre il club è attanagliato dai problemi di un bilancio tutt’altro che roseo. E la confermata positività al doping di Paul Pogba apre adesso vari scenari perché la società non può restare inerte.
Sia per il centrocampista francese che per la Juventus è infatti il tempo delle decisioni definitive. Pogba dovrà infatti provare a dimostrare la sua “non intenzionalità” nell’assunzione delle sostanze proibite. E, se del caso, ammettere la sua responsabilità al fine di ottenere un patteggiamento sui 4 anni di potenziale squalifica. La Juventus può arrivare invece alla risoluzione del contratto.
I possibili scenari
Dopo l’esito delle controanalisi, che ne hanno confermato la positività al testosterone, la carriera di Paul Pogba e il suo rapporto con la Juventus potrebbero giungere dunque a un punto di svolta. Il centrocampista francese rischia fino a 4 anni di squalifica, mentre il club bianconero può cautelarsi preventivamente. Vale a dire tramite la sospensione del pagamento dell’ingaggio a Pogba, il quale riceverebbe così soltanto il minimo salariale.
Diverse invece le ipotesi che si apriranno nel campo della giustizia sportiva. Non è escluso il patteggiamento della pena. Una soluzione che anzi lo stesso Pogba potrebbe richiedere. Così come la stessa cosa potrebbe fare la Procura Antidoping. Tuttavia per giungere a questo punto bisognerà anzitutto che il francese riesca a dimostrare la sua “non intenzionalità” nell’assumere la sostanza dopante.
Cosa può fare Pogba
Pogba dovrà organizzare la propria linea difensiva, inviando le proprie memorie difensive con la possibilità di essere presto interrogato. Non è così scontato che riuscirà a convincere il procuratore capo di NADO Italia (Organizzazione nazionale antidoping), Pierfilippo Laviani. In secondo luogo, Pogba dovrà decidere se ammettere o meno la propria colpa, sebbene involontaria. E “non limitandosi a una mera ammissione di responsabilità“, per poter così sperare in un patteggiamento.
Qualora ottenuto, lo sconto di pena non potrebbe comunque superare il 50% della proposta di squalifica fatta dalla Procura Antidoping. Ipotesi non preclusa, ma decisamente rischiosa per lo stesso Pogba. Si partirebbe dal Tribunale Nazionale Antidoping per arrivare poi al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna in sede di appello. Con tempistiche ovviamente molto lunghe. Il centrocampista francese avrebbe comunque la possibilità di richiedere espressamente un’udienza unica e immediata proprio dinnanzi al Tas, qualora NADO Italia e l’Agenzia mondiale antidoping (Wada) fossero d’accordo con tale soluzione.
Cosa può fare la Juventus
In base alla conferma della positività di Pogba e secondo gli accordi FIGC-Lega-AIC, la Juventus avrebbe diritto a interrompere la corresponsione dello stipendio al francese, fatta eccezione per il minimo contrattuale (39mila euro lordi annui). Lo stop alla retribuzione durerebbe fino al termine della sospensione dall’attività sportiva o della squalifica di Pogba. Inoltre, qualora si dovesse arrivare a una sentenza di condanna nei confronti del giocatore, il club bianconero avrebbe la facoltà di procedere alla risoluzione del contratto, in scadenza a giugno 2026. Con quest’ultima ipotesi la Juventus andrebbe a risparmiare un bel po’ di denari: circa 30 milioni di euro nel prossimo triennio secondo la ricostruzione fatta da Il Giornale.