Israele: una risposta spropositata rischia di allargare il conflitto
Gaza senza luce ne cibo, la reazione dell'opinione pubblica araba, l'appello dei Paesi occidentali
Israele si muove verso un offensiva totale a Gaza. Preparando un attacco anche via terra che si prospetta tra i più violenti di sempre nella regione. L’attacco di Hamas ha avuto ripercussioni sull’umore dell’estrema destra israeliana che mantiene da sempre le proprie posizioni di contrasto rispetto ai palestinesi, senza accettare alcun compromesso di sorta. Ed ora il governo Netanyahu ha carta bianca, avendo ottenuto l’appoggio dell’opposizione.
Gaza è già una striscia di terra senza via di fuga, senza luce, acqua, gas, cibo. L’ONU e l’UE invitano Israele al rispetto delle norme internazionali, ma tutto lascia pensare che l’avvertimento cadrà nel vuoto. E che i metodi spropositati di Israele rischiano di innescare oggi più che mai un conflitto globale.
La risposta di Israele: bombe al fosforo, i civili a Gaza senza via di fuga
Le forze israeliane continuano a rastrellare, in risposta all’attacco di Hamas, la Striscia di Gaza con raid aeri: anche oltre cento ogni notte. Ma è ormai cosa certa anche un’imminente invasione via terra, con 300mila soldati già schierati al confine. Gaza è oggi una città al buio, senza acqua ne cibo, dove tutte le vie di fuga per i civli sono state blindate, minate o bombardate dai soldati israeliani. Un raid aereo di Israele ha già bombardato il valico di Rafa, l’unica via d’uscita rimasta per il popolo palestinese verso l’Egitto. A peggiorare il quadro la notizia battuta da Anadolu, una delle principali agenzie di stampa turche, che avverte che l’esercito israeliano ha utilizzato bombe al fosforo bianco negli attacchi avvenuti sulla Striscia di Gaza negli ultimi giorni. La pesante accusa troverebbe conferma anche nel comunicato della Ong EuroMed. La denuncia di Anadolu e’ stata corredata da foto e video che mostrano chiaramente una pioggia di bombe che rilasciano una densa cortina di fumo bianco.
Davanti a un quadro così drammatico l’Egitto, USA, la Turchia e l’Italia, stanno cercando in queste ore di mediare per aprire una via diplomatica e consentire un corridoio di aiuti umanitari a Gaza. Ma il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha annunciato “un assedio totale” all’enclave palestinese, interrompendo la fornitura di gas, acqua e carburante. L’obbiettivo del governo, è quello di annientare una volte per tutte le capacità militari di Hamas. Ma un attacco di questa portata preoccupa la comunità internazionale. L’Onu ha lanciato difatti un appello: dichiarando l’assedio totale di Israele a Gaza “proibito dal diritto internazionale umanitario“. L’UE ha invitato Israele a “rispettare le norme internazionali e proteggere i civili“. Mentre Borrell avrebbe aggiunto al riguardo che “i ministri europei dicono no al blocco totale per Gaza”.
L’allargamento del conflitto: razzi dalla Siria e dal Libano
La paura difatti è che la risposta sproporzionata dell’esercito israeliano possa non solo mettere in pericolo gli ostaggi a Gaza in mano ad Hamas, ma incendiare l’opinione pubblica panaraba. Dove l’equilibrio della regione non è mai stato così sottile. Con proteste nelle piazze che in ogni città da Occidente a Oriente si dividono tra chi dalla parte dei palestinesi e chi pro-Israele. Le notizie degli orrori si rincorrono, tra ospedali, civili, scuole che vengono bombardate in entrambi i territori. Il conflitto rischia ogni ora di allargarsi e di provocare una reazione unitaria nel mondo arabo, che inevitabilmente a sua volta trascinerebbe anche altri attori occidentali in campo. Ad oggi non solo gli Hezbollah in Libano ma anche dalla Siria, l’esercito israeliano avrebbe individuato una serie di lanci verso il territorio ebraico. Secondo i media, i razzi sono stati 5 e ora l’esercito sta attaccando le postazioni da dove sono partiti i lanci.
Ma questo potrebbe essere solo l’inizio se l’attacco israeliano sarà violento come si prospetta. E il momento per i Paesi occidentali non potrebbe essere dei peggiori. Con le scorte di numerosi Stati europei ridotte al minimo per il conflitto ucraino, e gli americani indebitati fino al collo per sostenere i ritmi delle munizioni richieste dalle truppe di Kiev. Oggi il primo aereo che trasporta munizioni statunitensi è già atterrato in Israele, secondo quanto dichiarato dall’esercito israeliano. Ma gli USA non potranno sostenere facilmente a lungo due fronti aperti. Una carneficina dunque da parte di Israele è assolutamente da scongiurare, non solo in virtù del rispetto delle norme internazionali, ma per il bene della stabilità globale già gravemente in pericolo.