Te lo avevo detto: Ginevra Elkann porta in scena gli effetti di un caldo folle
Un film corale e un grande cast che "suda" la follia del tempo surriscaldato che stiamo vivendo
Te lo avevo detto è un film sul caldo e sulla follia che esalta. Si apre con le decorazioni natalizie a Roma, perché a Roma è Natale e ci sono 30 gradi, nemmeno fossimo a Los Angeles; e un sole talmente forte da far diventare tutto giallo. Un po’ come oggi che è il 20 ottobre la pellicola diretta da Ginevra Elkann approda alla Festa del Cinema della Capitale 2023 e fuori c’è una cappa grigia e 26 gradi centigradi. Un’ottobrata spinta, o come molti scherzano amaramente: siamo all’80esimo giorno di agosto.
100 minuti di un film sudato e che non nascondiamo, un po’ d’ansia e di calura le mette. Te l’avevo detto è un film drammatico che ha il pregio di strappare diverse risate, nonostante le tematiche tutt’altro che comiche. Diretto da Ginevra Elkann, e distribuito da Fandango Distribuzione, vanta un cast corale – con atmosfere alla Altman – che si alterna con grande ritmo: dalla coppia scoppiata nel film costituta da Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher, ai fratelli Danny Houston e Greta Scacchi; passando per due Valeria strepitose: la Bruni Tedeschi e la Golino.
L’ispirazione del film: il cambiamento climatico e l’effetto sulle relazioni e sulle nevrosi umane
La regista Ginevra Elkann lo chiarisce in apertura di conferenza stampa: “Il film nasce dall’ansia di un’estate di grandissimo caldo, in cui tutto si scioglieva attorno a noi. E allora mi sono chiesta cosa accadrebbe se il mondo diventasse giallo, secco dal caldo. Il risultato di questa pellicola scritta in piena Pandemia, attraverso grandissime sedute psicoanalitiche su zoom è la rappresentazione delle ansie umane, delle paure – magari anche nuove, dovute al Covid – e il desiderio di placarle, almeno fino a che non arriva il caldo che sovrasta tutto”.
E sono le sceneggiatrici Chiara Barzini e Ilaria Bernardini a chiarire come queste “madri, nonne, sorelle… sono il frutto del nostro incontro (in fase di scrittura con la regista stessa, n.d.r.), come sono il centro del dolore dei personaggi. Il cibo, l’alcool, l’amore, le droghe, la chirurgia, il consumo in generale, continuo, bulimico e ossessivo esprimono le ansie dei personaggi.” Il loro essere persone con “le spalle al muro per il caldo”.
Sono tre le interpretazioni a prendersi la scena su tutte e le stesse attrici le hanno raccontate in conferenza stampa. In primis Pupa (Golino) e Gianna (Tedeschi) e la loro storia di un “uomo condiviso” che le ha spinte una alla rovina e l’altra alla follia, con conseguenze non da poco per la figlia. “Sono molto ossessiva, angosciata, mi sono sentita sullo stesso piano” – ha spiegato Valeria Bruni Tedeschi, raccontando il suo personaggio, solo che “le mie non vanno nella psicosi“. Le ha fatto eco Valeria Golino: “Io mi sono dovuta confrontare con un personaggio Pupa – con l’ossessione della gioventù – distante da me, che mi ha fatto avvicinare ai miei pregiudizi su alcune persone e su alcuni comportamenti e doverli sbaragliare”.
E’ forse la Rohrwacher – ancora una prova a tema follia la sua assai convincente dopo Mi fanno male i capelli di Roberta Torre – a sintetizzare il sentimento che il film lascia: “Tutti questi personaggi meriterebbero un film tutto loro. Il film li mette in scena senza giudicarli”.
Sinossi Te lo avevo detto
È un fine settimana di gennaio a Roma, quando un’anomala ondata di caldo si impossessa della
città. Nell’arco di due giorni i nostri protagonisti vengono messi con le spalle al muro, costretti ad
affrontare tutto quello che hanno abilmente evitato nelle loro vite, abituati a usare il sesso, il cibo,
le droghe e persino l’amore come via di uscita, adesso non possono più scappare, devono
attraversare il caldo e farsi trasformare da esso, ognuno con il suo ritmo, ognuno con la sua voce.
“Ho scelto di ambientare il film a Roma perché è la Città Eterna e possiede una sorta di solennità
e universalità che sento in sintonia con i temi del film” – conclude la regista – forse anche perché “quell’estate mi ha ricordato la Bibbia (non sono pochi i passaggi a tema religioso – mai bigotto – nel film, n.d.r.) con le sue catastrofi naturali: visioni apocalittiche, invasioni di grilli, animali allo stato brado e peccatori puniti. … Mi interessava il peccato e perché oggi, molto spesso viene considerato malattia“.