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Addio a Sergio Staino, padre della satira

È morto a 83 anni l'inventore di Bobo, emblema dell'elettore di sinistra tormentato, ma anche scanzonato e ironico

Lutto nel mondo della cultura italiana: è morto Sergio Staino. Il vignettista, 83 anni, è deceduto in ospedale a Firenze il 21 ottobre. ‘Papà’ del personaggio Bobo ed ex direttore de L’Unità, era malato da tempo e da qualche giorno era stato ricoverato. Nato a Piancastagnaio (Siena), Staino ha vissuto a Scandicci, alle porte di Firenze.

Nel 1979, con l’invenzione di Bobo, Staino fece la sua prima apparizione sul mensile di fumetti Linus, con una satira educata ma allo stesso tempo graffiante. Da allora, Bobo è diventato un personaggio molto popolare, impegnato a sinistra e prototipo dell’italiano medio pensante, lavoratore e disilluso padre di famiglia.

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Sergio Staino mentre disegna una striscia di Bobo, il suo fortunato personaggio satirico, icona dell’elettore medio di sinistra. Foto Twitter @ROBZIK

La carriera di Staino

Bobo nacque, come spesso accade, per disperazione” raccontava anni fa Staino. “Ero un uomo inquieto, in crisi. Cercavo che cosa fare da grande. L’immagine di Bobo nacque d’istinto. Anche il nome. Bobo è un arrabbiato, disilluso, romantico, democratico, di sinistra“. Ma le esperienze professionali di Sergio Staino sono state anche molte altre.

Ha collaborato con diversi giornali e riviste tra cui Il Messaggero, l’Unità (di cui è stato il vignettista storico e poi il direttore nel 2016), Avvenire, La Stampa e Atlante (il magazine online di Treccani.it). Ha fondato e diretto il settimanale satirico Tango. È stato anche regista cinematografico (il suo debutto nel 1989 con il film Cavalli si nasce) e scrittore.

Inoltre, ha lavorato a Rai Tre, dove ha diretto la rubrica Teletango nel 1987 e firmato il programma satirico Cielito Lindo nel 1993. Per il piccolo schermo ha realizzato anche programmi satirici con Claudio Bisio. Nel 2009 si era anche candidato alle elezioni europee con Sinistra e libertà di Nichi Vendola, nonostante fosse iscritto al Partito Democratico. Per questo motivò rischiò l’espulsione dai dem.

Il cordoglio della politica

Molti i messaggi di cordoglio che sono arrivati dalla politica. “Un abbraccio di commossa vicinanza alla famiglia e agli amici di Sergio Staino per la sua scomparsa” ha detto Elly Schlein, segretaria del PD.

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Bobo, il personaggio dei fumetti satirici inventato da Staino. Foto Twitter @MassimGiannini

È stato un intellettuale che con l’ironia, l’intelligenza e la matita ha segnato un pezzo importante dell’immaginario della sinistra. Siamo tutte e tutti cresciuti con le sue vignette, i suoi personaggi, le sue battute fulminanti. Ci mancherà moltissimo e faremo in modo che nelle prossime settimane e prossimi mesi la comunità democratica lo ricordi con il grande affetto che a lui ci lega. Ai suoi cari e alle persone che gli hanno voluto bene e hanno lavorato con lui vanno le nostre più sentite condoglianze”.

“La morte di Sergio Staino mi riempie il cuore di tristezza” ha scritto sui Twitter Matteo Renzi. “Sergio è stato spesso un feroce critico e allo stesso tempo un affettuoso fratello maggiore. Ma per me è sempre stato soprattutto una persona vera con cui confrontarsi e discutere. Il mio messaggio di condoglianze più affettuoso a Bruna, ai figli Michele e Ilaria, a tutti quelli che gli hanno voluto bene“.

Volevo bene a Sergio Staino. Era non solo un grande artista ma anche una persona buona e profonda” ha affermato invece Carlo Calenda, leader di Azione. “Addio Sergio. Mi si spezza il cuore” ha scritto su Twitter l’ex premier ed ex segretario de PD, Enrico Letta. “Grazie per tutto quel che sei stato. Per tutto quel che hai sentito, condiviso e pensato. Per tutti i pensieri che hai provocato. Vivrà tutto ciò ancora a lungo“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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