La chimera di Alice Rohrwacher: un viaggio nel misterioso mondo sotterraneo attraverso il confine tra vivi e morti
La regista nella sua ultima opera cinematografica porta sul grade schermo l'affascinante storia dei "tombaroli"
La candidata all’Oscar Alice Rohrwacher presenta La Chimera in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma dopo un percorso di successo in vari festival cinematografici di prestigio. Nel cast della pellicola che chiude la prima trilogia della regista troviamo anche Isabella Rossellini, vincitrice proprio in questa diciottesima edizione della kermesse capitolina del Premio alla Carriera 2023
Il film, infatti, ha già avuto modo di affascinare gli spettatori al concorso del Festival di Cannes e ha conquistato i cuori del pubblico nei Festival di Toronto, New York e Telluride. In particolare, quest’ultimo, le ha conferito il prestigioso Silver Medallion Award, un riconoscimento riservato agli artisti che hanno dato un contributo fondamentale al mondo del cinema. Distribuita da 01 Distribution, la pellicola sarà disponibile in tutte le sale cinematografiche dal 23 novembre 2023.
La chimera: ultimo atto della trilogia di Alice Rohrwacher
Ambientato negli Anni ’80, La Chimera narra la storia di un giovane archeologo inglese, interpretato da Josh O’Connor, che si trova coinvolto in un illecito traffico di ritrovamenti archeologici. Nel cast del film, troviamo come detto, anche la talentuosa Isabella Rossellini, oltre a Carol Duarte, Vincenzo Nemolato e Alba Rohrwacher. Che in questa edizione della kermesse capitolina è presente come attrice anche in Mi fanno male i capelli di Roberta Torre e Te lo avevo detto di Ginevra Elkann.
Con La Chimera, Alice Rohrwacher, conclude la sua trilogia di opere cinematografiche, iniziata nel 2014 con Le Meraviglie e proseguita nel 2018 con Lazzaro Felice. Questo capitolo finale ci conduce nel mondo intrigante e misterioso dei tombaroli, un gruppo di trafugatori di reperti etruschi. La regista, per questo nuovo progetto, ha svelato di essersi ispirata a storie e persone di cui ha sentito parlare a lungo nel corso della sua vita. “Nel luogo in cui sono cresciuta capitava spesso di ascoltare storie di segreti ritrovamenti, di scavi clandestini e di avventure misteriose. La vita che mi stava attorno era costituita di più parti, una solare, contemporanea, affaccendata, e una notturna, misteriosa, segreta”.
Sinossi de La chimera
Ognuno insegue la sua chimera, senza mai riuscire ad afferrarla. Per alcuni è il sogno del guadagno facile, per altri la ricerca di un amore ideale… Siamo negli anni ’80, Arthur è di ritorno in una piccola cittadina sulle rive del Mar Tirreno. Una volta lì ritrova e si riunisce con la sua banda di tombaroli, saccheggiatori esperti nel furto di preziosi manufatti etruschi e reperti archeologi. Il giovane uomo viene chiamato dai suoi compagni “il maestro” per il fatto di possedere una particolare dote messa a disposizione del gruppo: percepire il vuoto. Il vuoto della terra dove giacciono e si nascondono le antiche testimonianze di un passato ormai scomparso. Questo stesso vuoto riflette anche la mancanza di un amore perduto, Beniamina. Tuttavia, mentre per gli altri questo lavoro clandestino rappresenta semplicemente un mezzo per ottenere un modesto guadagno volta a garantire la loro sopravvivenza, Arthur cerca disperatamente una strada per ricongiungersi alla donna che ama. In un avventuroso viaggio che attraversa il confine tra vivi e morti, tra boschi e città, tra momenti di festa e momenti di profonda solitudine, le vite e i destini di questi personaggi si intrecciano tutti uniti dalla loro incessante ricerca della Chimera.
Le parole di Alice Rohrwacher sul film
L’ultima creazione cinematografica di Alice Rohrwacher è stata accolta con un caloroso elogio e un entusiasmo sincero da parte della critica. Eppure, nonostante abbia già ricevuto critiche estremamente positive, il suo pensiero è rivolto principalmente al pubblico. In occasione della conferenza stampa, che si è tenuta a seguito della proiezione de La chimera, la regista ha spiegato di essere molto curiosa riguardo la reazione degli spettatori italiani una volta che il suo lavoro approderà finalmente nelle sale cinematografiche. E ciò in quanto si tratta di: “un film aereo che ha bisogno di radicarsi in qualche modo al pubblico. Ma sono sicura che il pubblico è pronto per forme narrative nuove e diverse. Abbiamo un pregiudizio negativo sul pubblico, ovvero che sia disposto solo ad una narrazione classica e tradizionale di un film, ma io penso che non sia così. Sono sicura che anche i giovani sono pronti per un altro approccio alla narrazione”.
Il territorio della Tuscia “rappresenta un luogo simbolico della ricerca di una famiglia comune”
I meravigliosi luoghi della Tuscia Viterbese, dove appunto è stato girato La chimera, hanno un ruolo fondamentale all’interno del film. Lo spiega la stessa Alice Rhorwacher che dice: “è un territorio dove ho sentito questa frase ‘sono i morti che danno la vita’. È una frase che mi ha segnato perché mi sono chiesta cosa volesse dire. Mi è sembrato il luogo giusto per raccontare qualcosa di importantissimo che è l’avvento del materialismo. È un film incantato sul disincanto in un momento in cui abbiamo deciso che non c’era più niente di sacro. Lo abbiamo deciso in una maniera feroce, però anche burlesca. E in qualche modo quella terra così sacra era lo scenario giusto per raccontare il dissacrazione”.
Idealmente, questo film potrebbe rappresentare la conclusione di una trilogia sul territorio. Una trilogia che pone interrogativi sul passato e sul modo in cui dovremmo relazionarci ad esso. E la regista a tal riguardo spiega la sua personale visione sull’argomento: “nel passato cerco una radice comune. Non sono nostalgica, ma è come se cerco di evocare una memoria. Lazzaro cerca di evocare la memoria dell’uomo buono e questo film evoca la memoria della mancanza. C’è a chi mancano cose materiali, a chi i soldi, a chi, invece, manca un amore o una figlia. Questa mancanza accomuna più di quanto pensiamo. Sì, c’è effettivamente un legame tra questi ultimi tre film che ho fatto. Non solo perché appartengono allo stesso territorio, ma perché in questi tre film questo territorio rappresenta il luogo simbolico della ricerca di una famiglia comune”.
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