Il Camorrista-La Serie: Tornatore ripropone un progetto del 1985 mai andato in onda
Alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma la mini-serie sul boss Raffaele Cutolo
Presentato in anteprima alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma un lavoro creato da Giuseppe Tornatore nel 1985 e mai andato in onda. Il Camorrista-La serie, un progetto in cinque puntante sul boss camorrista Raffaele Cutolo di cui, nel 1986, uscì un film omonimo.
Il film Il Camorrista ha rappresentato il debutto nella carriera per Giuseppe Tornatore. Gli valse, infatti, il Premio Flaiano per la Migliore sceneggiatura. Oggi, a distanza di 38 anni, arriva restaurato alla Festa del Cinema di Roma 2023 Il Camorrista-La serie. Un progetto mai andato in onda, per cause che ci piace definire ancora oggi ‘misteriose’. Questo progetto, di cui il regista creò anche un film uscito nelle sale nel 1986, affronta un tema che, in maniera eufemistica, si potrebbe definire ‘scomodo‘. Il titolo non tragga in illusione, infatti, è mette al centro della scena la camorra. Si tratta della Nuova Camorra Organizzata, quella che dal carcere fu fondata dal Raffaele Cutolo uno dei boss più potenti e sanguinari del XX secolo.
La camorra raccontata da Giuseppe Tornatore
Una messa in scena controversa, forse, quella de Il Camorrista-La serie di Giuseppe Tornatore, che restaurata vede per la prima volta la luce dopo quasi quarant’anni dalla sua creazione. Controversa perché non è mai facile confrontarsi con i fatti di mafia. Il rischio, in questi casi, potrebbe essere quello di costruire falsi e pericolosi idoli che potrebbero persino influenzare, fornendo una versione distorta della realtà. Non è difficile commuoversi davanti ad un bambino il cui padre, per non deludere il boss di zona, lascia che quest’ultimo gli nasconda una pistola nei pantaloni per compiere omicidi. Eppure, tutto questo non dovrebbe mai generare compassione, ma piuttosto pena e rabbia per una storia antica, crudele e ingiustificata che rappresenta la mafia e i suoi orrori.
Una storia vecchia fatta di sangue, dove pure un fratello si trasforma in nemico, quando di mezzo c’è il potere spietato. Giuseppe Tornatore non vuole creare un ‘idolo‘, piuttosto ricostruisce una vicenda dai suoi albori, ma non giustifica mai mostrando il marcio dalle origini. Raffaele Cutolo recita il Vangelo e conosce Shakespeare, eppure non si può far di lui un mito se si osserva bene il modo in cui il regista ha fatto sì che la sua natura, violenta e perversa, emergesse da subito con la durezza e lo sguardo agghiacciante di un eccezionale Ben Gazzara che mette i brividi.
La corruzione e gli ‘alleati’
Raffaele Cutolo, O Professore Vesuviano, in 50 anni di carcere duro non ha mai svelato gli intrighi tra camorra e politica. Giuseppe Tornatore mostra, con l’arguzia che lo contraddistingue sin dagli albori dei suoi lavori, questo aspetto sin dalle prime battute della serie. Un bimbo con una pistola nascosta nei pantaloni, si trasforma in un boss spietato. È semplice, ma allo stesso tempo sconvolgete e pervasivo, il modo in cui Tornatore mostra l’ascesa di Cutolo al potere. Il clamore e l’approvazione della gente, i ‘fedelissimi‘ (oltre 3.000), lo Stato alleato. Sconvolge, per quanto possa apparire assurdo dagli occhi scrutatori dietro uno schermo, il ritmo scellerato con cui si infoltiscono le schiere degli alleati.
E in tal senso il regista, con scorci espliciti ma non focali, rimanda continui riferimenti alla corruzione. A quella corruzione che risiede nei ‘piani alti‘ e che si potrebbe racchiudere in quella frase che Cutolo ripete nel corso della serie in più momenti: “Io so tutto“. Giuseppe Tornatore ci mostra, in una serie costruita ben 38 anni fa, le sfumature agghiaccianti delle organizzazioni criminali. L’onore, i tradimenti, l’affiliazione ciascuno dai tratti sconvolgenti eppure tutt’altro che inventati. Tuttavia, i collegamenti tra la Nuova Camorra Organizzata, che nasce negli Anni ’70, con la Banda della Magliana, la politica, il terrorismo delle Brigate Rosse e persino i servizi segreti restano a tratti ancora ‘misteriosi’, coperti da quella coltre oscura dei segreti portati nella tomba dai malavitosi.
Trama ispirata a fatti e persone reali
Il Camorrista-La Serie è stata girata nel 1985 dall’allora regista esordiente Giuseppe Tornatore, come versione lunga dell’omonimo film con Ben Gazzara nei panni del ‘Professore‘. La serie affronta le tematiche ‘scomode’ legate alla Nuova Camorra Organizzata e quindi omicidi spietati, spaccio di droga, tangenti ai vertici della politica e l’agghiacciante ‘normalità’ che copre tutto questo. Una cruda, e senza troppi fronzoli, rappresentazione del dominio armato della camorra. In una nota di regia, Giuseppe Tornatore spiega: “Curioso destino quello del mio primo film, Il Camorrista. Pur di farlo, il produttore Goffredo Lombardo della Titanus mi propose di realizzarne anche una versione a puntate per la televisione. Un azzardo in anticipo sui tempi. Eravamo nel 1985, la febbre della serialità era ancora lontana. Ma grazie alla lungimiranza di Lombardo disponemmo del budget utile alla realizzazione del progetto“.
Con le musiche originali di Nicola Piovani, il film è tratto dal romanzo omonimo scritto dal giornalista Giuseppe Marrazzo nel 1984. Si raccontano fatti realmente accaduti in Italia negli Anni ’70 e ’80. Con un focus specifico sui retroscena della nascita della Nuova Camorra Organizzata. I personaggi sono ispirati a persone realmente esistite a partire da ‘O Professore di Vesuviano‘. Laura Del Sol, nei panni di Rosaria, interpreta chiaramente Rosetta Cutolo, sorella del boss malavitoso. Una menzione speciale e doverosa la dobbiamo poi al Commissario Iervolino, reso da un magistrale Leo Gullotta, che è ispirato al capo della squadra mobile di Napoli, morto assassinato: Antonio Ammaturo. Nel cast ancora, Luciano Bartoli, Elio Polimeno, Licio Troisi e Jean Pierre Duriez.
Oggi possiamo ‘parlare’ di mafia?
Il film e la serie furono girati contemporaneamente. “Purtroppo – come ha rivelato Giuseppe Tornatore – il film non ebbe vita facile a causa dei temi scottanti che trattava e sparì dalla circolazione poche settimane dopo l’uscita nelle sale. Scoraggiati, i distributori non mandarono mai in onda la serie televisiva, e i cinque episodi andarono smarriti“. Oggi, dopo circa 40 anni la serie vede la luce la sua prima volta. Forse in tempi meno ‘sospetti’ e più ‘facili’ per trattare temi così caldi? Difficile a dirsi. Tuttavia, per iniziativa di Guido Lombardo e i nuovi dirigenti della Titanus, Tornatore ha potuto rimettere mano al progetto di 38 anni fa per restaurare le immagini e rieditarle.
L’attuale rielaborazione è stata prodotta da Titanus Production e RTI – Mediaset e verrà distribuita da Minerva Pictures. Con una nuova scansione dei supporti originari, una correzione dei colori, una riconversione del suono e un resize del formato, Il Camorrista-La Serie sembra pronto a raccontare questo spaccato del XX secolo senza troppe finzioni o ‘fantascienza’. Perché la mafia è vera, c’è, esiste, è fatta di sangue e non bisognerebbe mai nasconderla.