La Casa Museo di Rembrandt apre uno studio di tatuaggi
Un area pop-up sullo stile degli schizzi del celebre maestro
La Casa Museo di Rembrandt ad Amsterdam ha aperto uno studio di tatuaggi al suo interno. Un’area battezzata ‘Il Rembrandt dei poveri‘, nata grazie alla collaborazione del noto tatuatore Henk Schiffmacher.
Ad Amsterdam si trova il Rembrandt House Museum, luogo in cui un tempo il celebre artista attivo nel Secolo d’Oro viveva e creava. Più precisamente nell’arco di tempo che va dal 1639 al 1658. In questo spazio intriso di storia e cultura, i responsabili del Museo hanno deciso di lanciare un’iniziativa tanto insolita quanto originale. Si chiama The Poor Man’s Rembrandt Project e ha l’obiettivo di creare un legame tra l’arte di Rembrandt e l’arte dei tatuaggi in quella che si presenta come una sorta di ‘pop-up’, ovvero una finestra alternativa che unisce due arti in quello che contiene una evidente componente di promozione.
I tatuaggi di Rembrandt
A rendere possibile la realizzazione dello studio di tatuaggi all’interno della Casa Museo di Rembrandt anche la collaborazione nell’iniziativa arrivata dal noto tatuatore Henk Schiffmacher. Per una settimana, la struttura museale ha ospitato quattro tatuatori, che hanno assecondato il desiderio di molti visitatori: ovvero quello di tornare a casa con un souvenir del tutto singolare. Non una cartolina, un adesivo, una copia stampata o una calamita rappresentante una delle opere più celebri dell’artista del Secolo d’Oro, ma un tatuaggio. Tutti i visitatori hanno avuto la possibilità di scegliere tra uno dei disegni di Rembrandt o anche una sua effige, come la sua firma o il suo monogramma.
Henk Schiffmacher, conosciuto come il ‘re dei tatuaggi di Amsterdam’, ha supervisionato ogni creazione del suo team. Lo stesso celebre tatuatore, con una carriera di 45 anni alle spalle, ha spiegato anche il significato del titolo dato all’iniziativa. Come si legge sul sito Viaggi Off, infatti, Schiffmacher avrebbe affermato: “Una volta un vecchio tatuatore definì i tatuaggi come ‘i Rembrandt dei poveri’, ovvero un’opera d’arte che è certo più economica del capolavoro di un maestro, ma non meno accuratamente eseguita“. Insomma, un modo per poter imprimere sulla propria pelle la bellezza di un’opera d’arte, ma senza dover acquistare l’opera stessa.
Promuovere l’arte attraverso ‘altra’ arte
L’iniziativa sicuramente originale della Casa Museo di Rembrandt si inserisce in un panorama più ampio nel quale, già da diversi anni, si sono inseriti grandi musei per promuovere le stesse strutture museali. Tra queste ad esempio, il Museo del Louvre, che ha messo in atto una collaborazione con Lancôme per promuovere le bellezze del museo anche attraverso una collezione esclusiva di prodotti cosmetici. Così anche l’operazione messa in pratica dalla Casa Museo di Amsterdam ha avuto lo scopo di attirare nuovi visitatori.
Come scrive il magazine Brand News, Secondo Trendwatching che ha scopeto i tatuaggi stile Rembrandt, dopo la diminuzione delle presenze per il Covid nel 2022, i primi 10 musei del mondo hanno avuto un calo del 20% rispetto al 2019 a cui si associa un aumento dei costi. Per tornare a promuovere l’arte e l’importanza dei musei, dunque, le istituzioni stanno sperimentando queste attrattive alternative. Progetti come questi che, non solo hanno il potenziale di attirare più visitatori ma anche quello di diversificare i ricavi attraverso le collaborazioni, possono apparire audaci ma i risultati ottenuti possono confermare la loro efficacia.