Sono ore drammatiche per l’Islanda: le autorità e la popolazione temono una pericolosa eruzione vulcanica nelle prossime ore. Venerdì 10 novembre la Protezione civile ha ordinato l’evacuazione completa e immediata di Grindavik, una cittadina di pescatori di circa 3mila abitanti. Chiusa la stazione termale geotermica di Blue Lagoon: una popolare destinazione turistica nota anche all’estero.
A coordinare gli interventi c’è la vulcanologa italiana Sara Barsotti, 50 anni, di Carrara, che dal 2012 vive Islanda col marito glaciologo pisano e i loro 3 figli. Barsotti si trasferì dopo aver vinto un concorso internazionale bandito dallo Stato islandese per il ruolo di dirigente del centro di vulcanologica nazionale a seguito dell’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull nel 2010. Nel 2020 la rivista americana Forbes la inserì fra le 100 donne di maggior successo del mondo.
Islanda, la terra si spezza
Sabato 12 novembre Il Met Office guidato da Barsotti ha parlato di un rischio “considerevole” di eruzione sulla penisola di Reykjanes o nelle immediate vicinanze. E ciò a causa delle dimensioni dell’intrusione di magma sotterraneo e della velocità con cui si sta muovendo. Negli ultimi anni, nella regione di Reykjanes – dove si trova il paese evacuato di Grindavik – si sono verificate diverse eruzioni ma in aree disabitate. Questa volta si teme che l’eruzione vulcanica possa verificarsi dal fondale marino, appena a sud-ovest di Grindavik.
Durante il fine settimana appena trascorso, il magma sotterraneo ha già provocato centinaia di terremoti e voragini. Crepe di enormi proporzioni si sono aperte lungo le strade. Sono tutti segnali di una possibile, imminente, eruzione dalle conseguenze disastrose. La cittadina di Grindavik, che si trova circa 40 chilometri a sud-ovest della capitale dell’Islanda, Reykijavik, è vicina all’impianto geotermico di Svartsengi.
Questo impressionante video proviene da #Grindavík, la città più vicina all’intensa sequenza sismica in corso in queste ore in Islanda. I piani di evacuazione sono già pronti ma non sono ancora in atto. Lì le scosse vengono avvertite praticamente in modo continuo. pic.twitter.com/EYx0RCUWpG
— Il Mondo dei Terremoti (@mondoterremoti) November 10, 2023
In Islanda l’energia geotermica rinnovabile che promana dal sottosuolo è uno dei motori dell’approvvigionamento energetico per tutta la popolazione. E l’impianto geotermico di Svartsengi è l’infrastruttura principale per il rifornimento di elettricità e di acqua alle abitazioni di circa 30mila residenti della penisola di Reykjanes. Non solo: l’impianto è anche funzionale al rifornimento di un bacino idrico.
Un’isola in mezzo a 2 placche
“Siamo davvero preoccupati per tutte le case e le infrastrutture nell’area“, ha dichiarato Vidir Reynisson, capo dell’Agenzia per la Protezione Civile islandese. Si è formata una faglia lunga circa 15 chilometri e l’eruzione potrebbe accadere in qualsiasi punto. Persino in mare, dato che una parte della spaccatura è sott’acqua. In questo caso si formerebbe probabilmente una grande nuvola di cenere. “Non è lo scenario più probabile – ha detto Reynisson – ma non lo possiamo escludere, perché la faglia finisce in mare“.
📺🇮🇸 Islande : face à la menace d’une éruption volcanique imminente, les habitants de Grindavik n’avaient que 5 minutes pour prendre leurs affaires et évacuer.
Une fissure de 15 kilomètres de long menace la petite ville. 🌋@franceinfo @laradolan pic.twitter.com/pusWiOC1vy
— France TV Europe (@FranceTVEurope) November 13, 2023
L’Islanda, che si trova nell’Atlantico settentrionale, non lontana dal circolo polare artico, è un’isola collocata lungo la dorsale medio atlantica. Ovvero lungo la ‘frattura‘ della crosta terrestre che separa la placca eurasiatica da quella nordamericana. Un luogo altamente critico dal punto di vista delle eruzioni magmatiche che costringe tutta la popolazione alla consapevolezza e alla costante attenzione al pericolo. In Islanda i sistemi vulcanici attivi sono ben 33.
Il precedente del 2010
Nel 2010 l’eruzione dell’Eyjafjallajökull, un vulcano nel sud dell’isola, provocò conseguenze molto pesanti anche fuori dall’isola. L’immane nuvola di lapilli, ceneri e detriti che si formò a causa dell’eruzione determinò una serie di effetti a catena. Fra questi la cancellazione di circa 100mila voli aerei, da e per l’Islanda, ma anche in altri paesi fra loro. Si calcola che furono almeno 10 milioni i viaggiatori che subirono disagi e l’aeroporto di Londra, in particolare, subì un lungo blocco con conseguenze su molte destinazioni aeree. A fronte di ciò che accade in Islanda, anche l’Italia ha a che fare, ma in modo diverso, con vulcani e terremoti. Come nella zona sotto costante rischio sismico dei Campi Flegrei a Napoli.