Simona Molinari: “Ho amato le scelte di Mercedes Sosa fino alle lacrime”
L'omaggio a una delle artiste più influenti e simboliche dell'America Latina
Tra le voci più raffinate ed affascinanti della musica italiana, Simona Molinari pubblica il suo nuovo lavoro ispirato dall’opera teatrale El Pelusa y La Negra. L’avvincente storia di Mercedes Sosa e Diego Maradona, creata dal poeta, drammaturgo, sceneggiatore e regista Cosimo Damiano Damato.
Il nuovo album, intitolato Hasta siempre Mercedes, è una vera e propria dedica della Molinari a Mercedes Sosa, la voce argentina più potente e ascoltata del Sudamerica, simbolo della sua terra e della lotta per la pace e i diritti civili contro la dittatura. Per accompagnare l’uscita, lo spettacolo El Pelusa y La Negra torna nei teatri italiani con la Molinari che si rivela sofisticata cantattrice. Su VelvetMAG l’intervista esclusiva a Simona Molinari che ci parla non solo della sua musica, ma anche della moda e delle sue passioni.
Simona Molinari, intervista esclusiva a VelvetMAG
Come mai si è lasciata suggestionare dalla figura di Mercedes Sosa, perché l’ha scelta come fonte ispiratrice del suo nuovo album?
Ho conosciuto Mercedes gradualmente, mi sono dapprima innamorata delle sue canzoni, poi mi hanno conquistato i testi che cantava e la sua malinconica devastante forza, infine ho amato estremamente il racconto della sua vita e le sue scelte, i suoi “perché”, fino alle lacrime.
Se tutti, artisti e divulgatori, dipingessimo il mondo che vorremmo, probabilmente lo realizzeremmo. Il problema è che non tutti vorremmo lo stesso mondo. Chi non ha avuto modo di scoprire la propria umanità ed empatia attraverso l’amore e si percepisce scimmia, tenderà alla sopravvivenza della specie prevalendo sul prossimo e non alla vita, che è tutt’altra cosa. E allora è lì che l’arte dovrebbe arrivare, a nutrire l’umano.
Inizierà il suo tour nelle principali città italiane, che emozione prova ogni volta con l’incontro dei suoi fans?
È sempre bellissimo: uno scambio. Le cose che accadono sul palco in prova sono completamente diverse da quelle che succedono davanti al pubblico. Io considero il pubblico il musicista in più senza il quale l’opera non si compie.
L’abbiamo ammirata recentemente al Festival di Sanremo. Simona Molinari cosa si prova a calcare un palcoscenico così prestigioso?
Sanremo porta con sé un carico di aspettative enormi, sia per chi lo guarda, sia per chi sale sul palco. È un’emozione incredibile, fisicamente anche difficile da sostenere.
Da alcuni anni indossa le creazioni di Antonio Martino, talentuoso couturier campano. Come nasce l’incontro con il designer? Perché ha scelto proprio la sua couture?
Antonio per molto tempo ha incarnato quel mix di eleganza, sensualità e pop che faceva parte del mio modo di fare musica. Ho portato lo swing e il jazz nei templi del pop, e il “popjazz”, come lo chiamo io, è un mix di queste sue caratteristiche.
Lo stilista Martino l’ha vestita anche in occasione del suo matrimonio. Che tipo di abito ha creato per lei?
Era un abito che cambiava durante la giornata, principesco e sontuoso per la cerimonia e comodo e bucolico per la festa. Un po’ come sono io che mi destreggio tra le mie differenti anime.
Probabilmente questo mio nomadismo determina fortemente la mia personalità, Abruzzo e Campania sono agli antipodi. Posso dire che sogno, mangio, amo, rido, festeggio, custodisco e proteggo e “me la so cavare”, come una napoletana, ma studio, lavoro, resisto e so aspettare come un’aquilana. In comune questi due luoghi hanno la coscienza e la custodia dei propri bisogni profondi, con i quali non scendere mai a compromessi e la grandissima umanità.
E’ una donna molto impegnata, è sposata ed ha una figlia, come riesce a conciliare anche una strabiliante carriera di questo tipo?
Solo rinunciando alla perfezione e alle classifiche, condividendo scelte e progetti con chi mi è accanto, imparando a chiedere scusa, ma a circoscrivere i miei limiti, a saper dire di no. Ma non è solo merito mio, non ce la farei mai senza l’aiuto di chi mi è accanto, che difende le mie passioni e la mia libertà ogni giorno: mio marito e mia figlia. Non è facile, lo ammetto, anzi, diciamolo, è difficilissimo, come lo sono tutte le storie d’amore d’altronde. Quella per l’arte e la musica per me è una storia d’amore.
Cosa fa Simona Molinari nel poco tempo libero a disposizione?
Vado a teatro, mi piace la campagna e la natura, ma soprattutto mi dedico a mia figlia, che, anche se sembra un controsenso, è il senso ultimo del mio vagare.