Tennis, Atp Finals: Sinner dominante. Batte Rune e salva Djokovic
L'italiano si qualifica come primo nel girone verde "Torneo dei Maestri" e si porta dietro Nole
Torino si è un po’ preoccupata per il suo eroe. Come tutta l’Italia. Più che altro per la schiena e il rovescio di Jannik Sinner nel secondo set del match contro Rune. Nessuna sfiducia, ma le immagini dell’infortunio di Berrettini proprio qui sono ancora scolpite nella memoria sportiva. Oggi l’altoatesino è l’eroe sportivo nazionale del momento. Quello di cui abbiamo più bisogno al momento, soprattutto da quando nel calcio non contiamo più molto, e al massimo sembriamo essere capaci di scommetterci su!
Siamo ancora ubriachi dalla prima vittoria di Sinner contro il n.1 del mondo: e non un n.1 qualsiasi, di quelli di passaggio post slam magari, ma Novak Djokovic. La ciliegina (o per restare in “mood sinneriano” la carotina) sulla torta di quest’anno – che prima delle ultime due partite di stagione, va definito come merita: da record – è la prima semifinale della storia italica alle Atp Finals. Una soddisfazione doppia visto che si gioca in casa a Torino.
E un grazie sentito a Hubert Hurkacz che ha strappato a Nole quel singolo set che lo ha lasciato almeno per un match in balia di due dei ragazzi (più) terribili che bramano il suo trono. Giocano ogni 15 con una violenza inaudita – e il serbo dovrebbe ricordarsene di partite così cattive e determinate – e alla fine nessun “biscotto”. Sinner passa al terzo con il punteggio di 6-2, 5-7, 6-4. Game, set, match e Djokovic non muore del tutto nemmeno questa volta. Nel girone verde delle Atp Finals 2023 Sinner passa come primo e il superfavorito n.1 del mondo che difenderà ancora il titolo di Maestro vinto del 2022 (come altre cinque volte prima).
Rune è meno stanco; serve già come Becker insegna ma gli manca la freddezza per azzannare Sinner
Nel primo set Sinner è ancora in modalità dominante e in mezz’ora annichilisce Rune e strappa un 6-2 senza appelli. Nel secondo parziale sono gli errori di rovescio dell’italiano a consegnare al danese il break decisivo alla fine. Jannik sbaglia più che altro per un problema alla schiena, sono in molti a chiedersi se non sarebbe più più opportuno ritirarsi. Preservarsi in vista della semifinale importantissima di sabato. E invece resta in campo e il terzo set procede on serve nonostante le grandi sofferenze prima sull’1-1 pari, e poi sul 4 a 3. Il danese ha qui le sue possibilità migliori, ma che non sa sfruttare. E poi arriva la zampata di Sinner che ribalta la situazione e all’improvviso stende Rune.
Questo ventenne n.8 del mondo – che vantava questa estate come best ranking quello attuale dell’italiano – è uno dei giocatori più frizzantini del circuito. Di sicuro lo è fra i nordici nell’intera storia del tennis. Non a caso proprio per disciplinare i suoi eccessi sulla panchina dove sedevano sua madre e Patrick Mouratoglou, è approdato un panzer ben più corazzato: Boris Becker. C’è da quadrarlo il danese, ma mette già gli ace spesso al punto giusto. E siamo ottimisti sul risultato finale dell’azione di “Bum Bum” sul suo ultimo allievo, così come fece proprio con Nole. Al netto della classe che è davvero tanta ha bisogno di tendere al freddo – alla Borg che era di ghiaccio fuori, con il tumulto dentro – perché ora disperde un numero incredibile di energie attorno al campo da tennis, durante il match che sta giocando.
Jannik Sinner: fenomeno… ora anche di pubblico
Imbattuto nel girone, trionfatore. Spinto da quel pubblico che lo stesso Sinner ha indicato come l’aiuto più grande per battere Djokovic, nella “vittoria più bella” della sua carriera fino ad oggi. Perché da subito – facendo gli scongiuri – e possiamo pronosticare per il futuro, dovrebbe essere solo la prima di una bella e lunga serie. Non a caso è arrivata a ruota la prima vittoria contro Rune. Jannik ha spiccato un bel balzo di mentalità in avanti. Ha fatto le sue scelte che stanno pagando e questo conta davvero nello sport. Anche nel tennis che, al netto di qualche mal di pancia a causa Davis (con reazioni quantomeno discutibili da parte di pochi addetti ai lavori!) resta uno sport individuale.
La prima vittoria contro il n.1 del mondo, la prima semifinale alle ATPFinals, e più ancora i 10 titoli in carriera a 22 anni, lo collocano sul 4° scranno della classifica mondiale. Come aveva fatto Panatta, ed è già importantissimo. Ma può spingersi oltre. Il grande Adriano nel 1976 c’era arrivato con la doppietta magica – non ce ne vogliano i francesi – Internazionali di Roma e Roland Garros. A Sinner manca ancora la vittoria per eccellenza: questa passa sia per il Torneo dei Maestri, che per uno Slam. E poi, osando, anche se non eravamo in Era Open, eguagliare i risultati di Pietrangeli, partendo dai due titoli in Francia. I record si consolidano partendo dai miti del proprio sport, dai monumenti del tennis italiano.