Atp Finals, Djokovic schianta Sinner: per la settima volta è ancora lui il “Maestro”
Troppo Nole: spietato, preciso, concentrato, in modalità "squalo" per il nostro Jannik
Il “Maestro 2023” è ancora lui: Novak Djokovic. Arriva un nuovo doppio record: 7 titoli Atp Finals da singolarista e batte sé stesso come il più “vecchio” di sempre. La vittima “sacrificale”? Il nostro Jannik Sinner che ha disputato un torneo superlativo in continua crescita, ma non abbastanza, non per Nole, non per batterlo due volte di fila.
E’ Nicola Pietrangeli – ancora sul campo dopo qualche preoccupazione, unico dei nostri a vincere due slam in carriera – a consegnare il trofeo Atp Finals 2023. Lo ha vinto – stradominando – Novak Djovokic battendo in due set Jannik Sinner con un secco e inappellabile doppio 6-3 nel punteggio.
Djokovic è troppo Djokovic: il n.1 non si fa battere due volte
Due partite, e due vendette sono quelle che ha “orchestrato” sul campo Novak Djokovic dopo la fase a gironi di queste Atp Finals 2023. La prima l’ha consumata in semifinale contro Carlos Alcaraz, dominato con un perentorio 6-3, 6-2, in un match più combattuto di quanto dica il punteggio. Lo spagnolo è stato l’unico in questo anno magico del serbo che è riuscito a sconfiggerlo in una finale che contasse: quella di Wimblendon. La seconda è stata contro il nostro Jannik Sinner, nel remake della sfida – che ha entusiasmato e inchiodato l’Italia alla TV (più di 3 milioni di spettatori, e c’è da scommetterci domani molti di più, n.d.r.) – di pochi giorni fa (finita 7-5, 6-7, 7-6 per il giovane di San Candido).
La finale è stata dominata da Nole: il primo set del tutto; il secondo qualche piccola chance per l’italiano è apparsa per poco. Ma a fare la differenza è stata la concentrazione, la spietatezza, la determinazione, la fame di Djokovic. Sul fronte psicologico e tattico praticamente un muro inattaccabile. E sul campo un servizio glorioso: preciso, con percentuali intorno al 70, ma con una resa che superava il 90%. 13 ace e due palle break salvate. Era in modalità “squalo”, da giocatore che non sbaglia mai, che non perde (quasi mai) la domenica. E soprattutto che non si fa battere due volte di fila. Nonostante gli anni che passano! Il motivo lo ha spiegato proprio Sinner a fine match: “Congratulazioni per questo anno in cui hai aperto vincendo e hai chiuso vincendo“. Le piccole chance – due scarne e solo nel secondo set – Sinner se le è guadagnate resistendo alle bordate e alla tela del “ragno” serbo.
Djokovic: il “raccatta record” continua…
Come sul campo raccatta ogni palla, Djokovic continua a portarsi a casa nuovi record in carriera:
- il singolarista più vincente di sempre alle Atp Finals con 7 titoli. Staccando di un sigillo Roger Federer. Raggiungendo i doppisti McEnroe-Flemming. Il primo lo aveva vinto nel 2008; poi 4 consecutivi dal 2012 al 2015 fino a quello del 2022.
- Per l’ottava volta chiude la stagione da n.1.
- Sale da lunedì a 400 settimane in carriera da n.1.
A 36 anni (che come spiega a fine match è un’età che richiede un lavoro diverso che compie con il team e grazie al sostegno della famiglia) con questo sale a 98 titoli all’attivo (-5 da Federer stesso). Lui il recordman degli slam vinti nella storia con 24 titoli, che anche in questo 2023 ha disputato tutte le finali del Grand Slam, vincendone tre e piegandosi solo ai Championship al giovanissimo Carlitos Alcaraz. E come ha detto nel discorso post match a Torino: “ci vediamo il prossimo anno!“. Non una minaccia, una promessa!
Sinner si inchina (solo) a Djokovic
Il coro “Olé Olé Sinner Sinner”: è uscito dal campo di gioco per entrare nelle case degli italiani. E il più timido dei nostri Jannik Sinner – “mi avete accolto come un piccolo bambino… mi avete sostenuto dentro e fuori dal campo”, come si è definito lui stesso ringraziando tutti – ha compiuto la sua personale metamorfosi sul campo. Ha mostrato carattere e determinazione in tutti i match; grande sportività nella scelta compiuta di rimanere in campo e sconfiggere Rune, invece di provocare l’eliminazione di quel Djokovic che poi l’ha giustiziato.
Ha imparato a soffrire come ha mostrato sul 4 a 2 nel secondo set di questa finale: nonostante qualche errore di troppo a rete, nonostante fosse teso nella partita che ad oggi costituisce il risultato più importante della sua giovane carriera. Quasi come una finale dello Slam, quella che aspettiamo disperatamente dal 1976, ma oggi alla frase di Nole – “Sei molto vicino a vincere uno slam e puntare ad essere il n. 1 del mondo” – ci crediamo tutti di più. Intanto “ad inizio anno ero un giocatore, ora sono un altro. Grazie al mio team che mi ha fatto capire tante cose.” – ha chiosato commentando il match – “Ora abbiamo ancora la Coppa Davis!”
E da domani, infatti, si vola a Malaga per rincorrere quella “benedetta insalatiera” che per uno scherzo del destino ci manca sempre dal 1976. Sinner, quindi, si riposa due giorni per tornare in campo con la maglia azzurra. Ma lì ci sarà ancora lui: Novak Djokovic. Contro tutti, come sempre, e che, con la sua Serbia se possibile si concede per giunta delle motivazioni in più.