Giulia Cecchettin, manifestazioni in tutta Italia contro i femminicidi
Cortei nelle città e minuti di silenzio nelle scuole. Il 25 novembre cade la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
All’indomani dell’arresto del padovano Filippo Turetta in Germania, il ragazzo di 22 anni che avrebbe assassinato la sua ex fidanzata coetanea, Giulia Cecchettin, l’Italia scende in piazza contro i femminicidi. Martedì 21 novembre in tutte le scuole italiane si osserverà alle 11 un minuto di silenzio per le donne vittime di violenza.
Il 25 novembre, inoltre, cadrà la ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. E se a decidere il minuto di silenzio nelle scuole è stato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, diversi movimenti studenteschi chiamano a “una giornata di rabbia contro ogni femminicidio“. Un’iniziativa stimolata dalle prese di posizione di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, secondo cui Filippo Turetta “non è un mostro” ma un “figlio sano del patriarcato“.
Cortei e manifestazioni per Giulia
Già lunedì sera 20 novembre in diverse città d’Italia – da Padova a Roma – si sono svolte fiaccolate per ricordare Giulia Cecchettin. Sono state migliaia le persone che hanno partecipato alla manifestazione a Padova in ricordo della 22enne di Vigonovo (Venezia). “Se toccano una rispondiamo tutte“, “Nessuno appartiene a qualcuno“, “Patriarcato sistema malato“. Queste le scritte su numerosi cartelli. E poi il coro, scandito più volte: “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce“.
Giulia frequentava l’Università di Padova ed è stata rapita e uccisa pochi giorni prima della discussione della tesi di laurea in Ingegneria biomedica. Il 20 novembre di fronte all’Ateneo si è osservato un minuto di rumore, invece che di silenzio, per Cecchettin. “Siamo arrabbiate e oggi lo urleremo, non faremo silenzio, faremo rumore” ha detto al microfono una portavoce dei vari comitati promotori – circoli Lgbt+ e comitati contro i femminicidi e la violenza di genere – aprendo la fiaccolata. Dal canto suo il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha decretato il lutto regionale nel giorno delle esequie di Giulia.
La ricostruzione dei fatti
L’assassinio di Giulia Cecchettin ha colpito profondamente l’opinione pubblica italiana. A cominciare dai veneti così come dai friulani. È in Friuli, al lago di Barcis (Pordenone) che i vigili del fuoco hanno ritrovato il cadavere della giovane che Filippo Turetta avrebbe trasportato e nascosto dopo una fuga di centinaia di chilometri da Vigonovo (Venezia).
Secondo quanto emerge dalla carte del Giudice per le indagini preliminari (Gip) Filippo Turetta avrebbe accoltellato Giulia una prima volta alle 23:18 di sabato 11 novembre in un parcheggio a non più di 150 metri da casa Cecchettin, a Vigonovo. Poi, dopo averla immobilizzata forse con il nastro adesivo, il ragazzo ha spinto l’ex fidanzata in auto. Ha raggiunto in pochi minuti la zona industriale di Fossò (Venezia), e qui l’ha aggredita nuovamente, mentre lei tentava di fuggire, ferendola a morte.
L’assassinio di Giulia Cecchettin sarebbe avvenuto nell’arco di mezz’ora. Dopo due ore alla guida della sua Punto, Filippo sarebbe arrivato a Pian delle More, dove avrebbe abbandonato il corpo di Giulia in mezzo alla vegetazione, nei pressi del lago di Barcis.
“Turetta pericoloso”
Il medico legale che ha esaminato il corpo senza vita della ragazza ha affermato che Giulia Cecchettin ha cercato di difendersi. Lo dimostrano le ferite che aveva in diverse parti del corpo: sul collo, sulla testa, sulle braccia, sulle mani. E secondo i magistrati, riporta Repubblica, la giovane è morta “per shock emorragico“. Dissanguata. Ma per avere maggiori certezze bisognerà aspettare i risultati dell’autopsia.
Filippo Turetta, arrestato dopo una fuga di mille chilometri fino in Germania, è accusato di omicidio volontario. È possibile che venga accusato anche della premeditazione. Rischia l’ergastolo. Secondo il Gip c’è il pericolo che il giovane “reiteri condotte violente nei confronti di altre donne” perché ha mostrato “totale incapacità di autocontrollo“. Il che porta a “estrema pericolosità sociale e desta allarme in una società dove i femminicidi sono all’ordine del giorno“. E Filippo Turetta sarebbe anche “totalmente imprevedibile, perché, dopo aver condotto una vita all’insegna di un’apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato“.