Dora Romano: “I miei set con Gerard Butler ed i lavori ad Hollywood”
Il talento di un'attrice tutto tondo contesa dai grandi registi
Dora Romano, attrice esperta e consolidata nel panorama cinematografico internazionale, non solo italiano; adatta a ruoli impegnati che la ritraggono in scene iconiche, come la Signora Gentile in E’ stata la mano di Dio, di Paolo Sorrentino.
Ma la Romano è soprattutto Gassman, con cui da ragazza ha recitato nei teatri di mezza Italia, così come poi è giunta per lei l’”America”, con Dustin Hoffman, Toni Collette, Monica Bellucci e di recente i ciack con la star Gerard Butler in La mano di Dante. Registi quali Ferzan Ozpetec plasmano personaggi su di lei perché ne apprezzano la competenza, così come è nota al grande pubblico anche per le fiction da record di ascolti in Rai. Da Imma Tataranni a L’amica geniale, ma anche molto palcoscenico. E un sogno nel cassetto: un ruolo da protagonista in una storia impegnata, per una grande produzione che sappia valorizzare al meglio il suo straordinario talento.
Dora Romano, intervista esclusiva a VelvetMAG
Cosa significa per un attore di cinema e tv partire dal teatro, c’è un’impostazione diversa rispetto a chi non lo ha fatto?
Sono stata formata dal teatro, ho imparato tutto facendo teatro, è ovvio che, per ciò che mi riguarda, le capacità attoriali non possano prescindere dalla formazione teatrale. Oggi tutto questo viene superato da un ingresso repentino e molto naif nel mondo della televisione e del cinema, soprattutto per i giovani. Lascio giudicare al pubblico se sia una cosa positiva o negativa, i tempi cambiano.
Quali sono stati i suoi primi lavori per il grande schermo?
Ho iniziato con i fratelli Taviani, per il film Il sole anche di notte molti anni fa. Poi nel 2000 ho avuto un bel ruolo in un film indipendente di Vincenzo Terracciano, Ribelli per caso, un’esperienza molto formativa, ma ha girato pochissimo, nonostante fosse una pellicola di notevole valore. Non c’erano ancora le piattaforme, un po’ di televisione nel frattempo, poi la partecipazione al colossal Profumo, Storia di un assassino del 2007, di cui porto il ricordo davvero emozionante per aver lavorato al fianco di un grandioso attore quale Dustin Hoffman. In tempi più recenti c’è La dea fortuna, di Ferzan Ozpetec.
E poi Sorrentino e le grandi produzioni americane. L’iconica signora Gentile e la sua mozzarella. Cosa ha fatto per prepararsi alla famosa scena della mozzarella?
Per quella scena, che poi era la presentazione del personaggio, ho lavorato sui sensoriali, la fame, per esempio, che era una metafora della fame di vita e del legame di questa contadina arricchita con forti radici nella terra. Ho scelto quindi quella postura.
Dora Romano come ci sente a lavorare al fianco di mostri sacri come Hoffman o Toni Collette?
Per la verità io sono sempre molto tranquilla, in particolar modo con i colleghi americani e inglesi, perché da quelle parti i divismi fine a se stessi sono davvero pochi, mentre qui in Italia il divismo fine a se stesso è sempre in agguato. Amo il mio lavoro e rispetto i colleghi e le maestranze, quindi sono estremamente serena quando recito.
Alvaro Morte, si porta con sé un bel ricordo del collega spagnolo?
Per Alvaro vale ciò che ho detto prima: è un gran professionista e una bella persona. Abbiamo parlato, riso e collaborato in piena armonia.
Le fiction Rai in cui ha recitato sono stati enormi successi di critica e pubblico. Si trova meglio sui set del piccolo schermo o nei ciack del cinema?
Non noto sostanziali differenze fra cinema e televisione, se non che per la serialità l’impegno è più diluito nel tempo, trattandosi di più episodi, mentre il film si esaurisce in uno o due mesi in genere. Per il resto sono molto divertenti tutti e due.
Cosa pensa della polemica sulla scelta di un attore americano per interpretare Enzo Ferrari?
E’ una polemica sterile e senza senso, secondo me. Noi siamo artisti, gli attori sono artisti e il nostro linguaggio è e deve essere universale. L’appartenenza deve riguardare il personaggio, non l’attore. Io sono orgogliosa di ritenermi una cittadina del mondo, come donna e come attrice, al di là di qualunque appartenenza a regione o campanile o condominio. Trovo estremamente riduttiva questa polemica. E poi sappiamo bene che i registi scelgono gli attori a seconda di ciò che ritengono confacente al personaggio. Poi a latere ci sono problemi di budget, di produzione, di previsione di incassi e altro, ma ognuno di noi, quando interpreta un personaggio, dovrebbe farlo con l’intento di poter arrivare a tutto il pubblico, in ogni angolo della terra, senza distinzioni.
Prima Mamma Mafia, con Toni Collette e Monica Bellucci, e ora alcune foto che la ritraggono recentemente con Gerard Butler. Cosa si cela dietro a quegli scatti?
Posso parlarne perché il film è già stato annunciato dalla stampa e sui social. Si tratta del film di Julian Schnabel La mano di Dante che si sta girando in Italia, in vari luoghi. Nella scena che ho girato pochi giorni fa erano con me sul set Franco Nero, Paolo Bonacelli e i due protagonisti Gerard Butler e Oscar Isaac. Sarà un film molto particolare, ma non ho idea di quando uscirà.
Quali sono i programmi per il 2024?
Tra fine 2023 e il 2024 usciranno due film horror americani cui ho partecipato e in entrambi ricoprivo il ruolo di una suora. E’ la prima volta che faccio un horror e, siccome ne ho paura, non so se li guarderò. Dovrà uscire anche un’opera prima della regista Catrinel Marlon, Girasoli, appena annunciato al Torino Film Festival fuori concorso. Ora è in lavorazione il film con la regia di Cristina Comencini Il treno dei bambini, con Serena Rossi e Stefano Accorsi, dove ricopro un piccolo ma incisivo ruolo. Mi piacerebbe poter dire che farò un film o una serie tv a breve da protagonista, finalmente, ma purtroppo non è così, ma finché c’è vita c’è speranza, così si dice.