Chi soffre di unghie deboli, sfibrate e spezzate sarà felice di scoprire la manicure giapponese, che trae forza da un’antica tradizione nipponica. Ma come si realizza?
Non è la prima volta che traiamo ispirazione dalla cultura orientale per i nostri rituali di bellezza e siamo certi che dopo aver sentito parlare della manicure giapponese non potrete più farne a meno. Apprezzatissima da chi non predilige manicure impegnative ma perfette per ogni occasione e adatta ad ogni attività del quotidiano, la manicure giapponese detta anche P-shine si basa su una tecnica naturale per prendersi cura al meglio delle proprie unghie.
Dedicata sia a mani che piedi, questa tecnica rispecchia quella che è la base della skincare giapponese, che tende principalmente a trattamenti naturali, partendo proprio dalla cura del corpo per arrivare ad unghie e capelli. Nello specifico, la manicure giapponese può risultare utile a chi soffre di unghie deboli, che si spezzano facilmente e hanno difficoltà a crescere sane e robuste. E, seguendo un’impostazione basic della cura del corpo, anche la manicure in questo caso si basa sull’utilizzo di prodotti naturali. Ma come si applica?
La manicure giapponese ideale per prendersi cura delle unghie deboli: come funziona
Il nome P-shine deriva in realtà dall’azienda che ha rispolverato questa tecnica. Ebbene sì: questa tipologia di manicure in realtà ha origini molto antiche, ma non è mai passata di moda e continua ad essere fortemente popolare in Giappone e non solo. Il metodo in questione è nato circa 400 anni fa ed è entrato a far parte della beauty routine nipponica, tanto da contagiare anche l’Occidente. La manicure giapponese fa affidamento su prodotti naturali che quindi non abbiano un forte impatto ecologico. Il suo scopo non è soltanto estetico, ma punta a unghie sane, robuste e brillanti. Ecco perché questo trend è pensato soprattutto per chi soffre di unghie deboli. Seguendo questa tecnica, potrete ripristinare il benessere delle vostre unghie di mani e piedi.
Trattandosi di prodotti naturali, va da sé che l’utilizzo dello smalto non è contemplato così come l’applicazione di altri solventi che possano essere troppo aggressivi per la salute dell’unghia. Uno dei prodotti più utilizzati nella manicure giapponese è la cera d’api, che da secoli i nipponici applicano sulle lamine ungueali. A cosa serve? Sia per rinforzare che per donare all’unghia un aspetto più sano e quindi gradevole. Una volta penetrata nell’unghia, la cera d’api aiuta a rimpolpare e favorisce la ricrescita. Definita anche una manicure genderless, in genere si avvale anche di oli essenziali da applicare sulla mano e massaggiare.
Erica Andreozzi, del salone Dei Nails Beauty a Roma, ha rivelato a Vanity Fair qual è il trucchetto vincente di questa manicure: “Si basa sulla combinazione di una pasta dura e di una polvere che vengono pressate sulle unghie con speciali lime in pelle di camoscio. Il risultato? Conferire all’unghia un effetto lucido per circa 10/14 giorni, e al tempo stesso nutrirla e rigenerarla“. L’ideale è quindi ripeterla ogni due settimane per rendersi conto dei risultati. Come si svolge? Bisogna pulire le unghie, con un trattamento dedicato alle cuticole, dopodiché si passa alla lucidatura della lamina ungueale e l’applicazione della cera d’api da massaggiare. Infine si lucida l’unghia con una polvere di talco che aiuta a sigillare le sostanze nutritive.