Migliaia ai funerali di Giulia. Padova e l’Italia rendono omaggio alla ragazza uccisa da suo ex fidanzato
Il vescovo della città veneta: "Basta abusi, pace del cuore a tutti. Anche a Filippo e alla sua famiglia"
Si sono celebrati il 5 dicembre a Padova i funerali di Giulia Cecchettin, la studentessa 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta lo scorso 11 novembre. Le esequie si sono svolte nella basilica di Santa Giustina a Padova. Una folla di circa 8 mila persone vi ha preso parte, la gran parte delle quali all’esterno, nella piazza antistante, tramite due maxischermi.
L’afflusso delle persone verso la basilica, la cui capienza è di 1200 posti, attraverso i varchi di polizia è cominciato alle 8.30. A presidiare la zona esterna alla chiesa oltre 200 uomini e donne della polizia, dei carabinieri, della guardia di finanza, e della penitenziaria. Ma anche unità speciali antiterrorismo e antisabotaggio.
L’addio a Giulia
Non sono mancate le corone funebri del presidente della Repubblica, della presidente del Consiglio dei Ministri e dei presidenti di Camera e Senato. Gli omaggi floreali sono stati posti sotto il presbiterio della grande chiesa. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha rappresentato il Governo. Erano presenti numerosi parlamentari tra cui Antonio de Poli, Laura Boldrini, Alessandro Zan, Andrea Martella.
Circa 40 i familiari stretti e 360 gli amici e conoscenti di Giulia Cecchettin che hanno potuto accedere alla basilica di Santa Giustina per i funerali della giovane. Alle esequie, presiedute dal vescovo di Padova, Claudio Cipolla, hanno partecipato anche 30 membri dei consigli pastorali di Vigonovo e Saonara, i paesi di origine dei Cecchettin, e i compagni di classe di Davide, il fratello minore di Giulia, la classe 4C dell’Istituto Fermi. Presenti 20 studenti, 8 professori, il preside e i 2 vicepresidi.
L’omelia del vescovo
Nel giorno del dolore per i funerali di Giulia Cecchettin, il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, ha rivolto un pensiero anche a Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio della sua ex fidanzata. “Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia” ha detto il vescovo nell’omelia. “Il nostro cuore cerca tenerezza, comprensione, affetto, amore. La pace del cuore è pace con se stessi, con il proprio corpo, con la propria psiche, con i propri sentimenti. Soprattutto quelli che riguardano il senso delle azioni che compiamo e il senso della vita“, ha sottolineato il vescovo. Il quale ha poi aggiunto che “il nostro cuore è il luogo dove il Vangelo e la Pasqua di Gesù di Nazareth bussano con delicatezza pronti a dispiegare la loro forza umanizzante“.
Il vescovo ha quindi rivolto un’invocazione di preghiera. “Insegnaci, Signore, la pace tra generi, tra maschio e femmina, tra uomo e donna” ha detto. “Vogliamo imparare l’amore e vivere nel rispetto reciproco, cercando anzi il bene dell’altro nel dono di noi stessi. Non possiamo più consentire atti di sopraffazione e di abuso. Per questo abbiamo bisogno di concorrere per riuscire a trasformare quella cultura che li rende possibili“.
Mattarella ricorda Giulia
Mentre a Padova si celebravano i funerali di Giulia, a Roma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato la ragazza uccisa. Mattarella ha parlato alla cerimonia delle Stelle al merito del lavoro al Quirinale. “Il valore e il rispetto della vita vanno riaffermati con determinazione in ogni ambito, circostanza e dimensione, in questo momento in cui sono in corso i funerali di Giulia Cecchettin” ha detto il capo dello Stato.
Le parole del papà, il rumore per Giulia
Quasi al termine dei funerali Gino Cecchettin, il padre di Giulia, ha pronunciato alcune parole di addio alla figlia e ha rivolto un appello a tutti gli italiani, a tutta la nostra società. “Ognuno si assuma le proprie responsabilità perché tutto questo non accada più” è stato il senso del suo messaggio. La politica, gli insegnanti, le famiglie, i mass media: tutti, ciascuno nel proprio ruolo. “Il vero amore è l’accettazione di ciò che è stato, di ciò che è, di ciò che sarà” ha affermato Cecchettin citando il poeta indiano Khalil Gibran e invocando un futuro di speranza e di pace, senza più femminicidi.
“Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne” ha dichiarato il papà di Giulia. All’esterno, uscito il feretro dalla basilica, la folla ha applaudito e ha fatto rumore, come da richiesta della famiglia, con campanelli, chiavi e parole di solidarietà.