Si svolgeranno alle 14:30 di venerdì 29 dicembre nel Duomo di Castelfranco Veneto (Treviso) i funerali di Vanessa Ballan. Lo scorso 19 dicembre un uomo ha assassinato a coltellate la giovane donna, 26 anni, madre di un bimbo e incinta del secondo figlio, a Riese Pio X (Treviso). Con l’accusa di aver commesso il delitto le forze dell’ordine hanno arrestato Bujar Fandaj, cittadino kosovaro di 41 anni.
Il medico legale Antonello Cirnelli, che aveva eseguito gli esami autoptici sul corpo di Giulia Cecchettin – la ragazza veneta di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre nella zona industriale di Fossò (Venezia) – ha eseguito l’autopsia. L’assassino ha ucciso Vanessa Ballan con 7 coltellate nella zona toracica. Secondo la ricostruzione dei fatti del procuratore capo della Repubblica di Treviso, Marco Martani, la donna “prima di essere accoltellata è stata picchiata perché sul volto c’erano segni di percosse violente“. Dall’autopsia è arrivata la conferma che Vanessa era incinta, alla dodicesima settimana di gestazione.
Le indagini sull’uccisione di Vanessa
Vanessa Ballan, ha spiegato Martani, “ha cercato di parare i colpi perché aveva ferite alle mani, ha cercato di ripararsi“. Riguardo alle 7 coltellate, “più di una era mortale“, ha affermato. Durante le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Treviso sotto la direzione della procura, i primi riscontri che hanno condotto al fermo del presunto assassino sono stati alcuni frame video.
Nelle immagini si vede un uomo con abiti “simili a quelli sequestrati all’indagato al momento del fermo e con corporatura compatibile”. Le immagini lo mostrano “mentre si aggirava nei pressi dell’abitazione della vittima la mattina del 19 dicembre“. Il soggetto aveva “una borsa scura, poi sequestrata dai militari dell’Arma“. L’assassino infine ha scavalcato la recinzione della villetta, introducendosi in casa di Vanessa Ballan.
Inoltre sul luogo del delitto gli investigatori hanno rinvenuto un martello con la scritta ‘7 color’, “che fa capo all’indagato“. Si tratta del martello che Bujar Fandaj avrebbe usato per spaccare il vetro di una portafinestra e irrompere nell’abitazione di Vanessa. L’attrezzo è stato poi posto sotto sequestro. Infine, le forze dell’ordine hanno sequestrato “il coltello con manico di legno e lama di 20 centimetri ritrovato nel lavello della cucina parzialmente lavato e anch’esso sottoposto a sequestro“. Questo coltello è identico a un altro ritrovato nella borsa degli attrezzi dell’omicida e della stessa serie di quelli ritrovati a casa di Fandaj.
Fermo convalidato
Il 21 dicembre il giudice per le indagini preliminari (gip) di Treviso ha convalidato l’arresto di Bujar Fandaj. Di fronte al magistrato l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dovrà in ogni caso affrontare penalmente l’accusa di omicidio plurimo e pluriaggravato. Per il gip esiste il pericolo di fuga e reiterazione del reato: per questi motivi Fandaj rimane in carcere. Secondo quanto emerso finora, il presunto assassino, che Vanessa Ballan aveva denunciato lo scorso ottobre per stalking, aveva aggredito la vittima almeno altre due volte. Circa 20 giorni fa era entrato con un coltello in mano nella villetta di Riese Pio X; poi l’aveva aggredita davanti al supermercato in cui la donna lavorava.
Interviene il ministro Nordio
Una domanda resta irrisolta e getta una grave ombra sul fatto che le forze dell’ordine siano realmente in grado di prevenire la violenza sulle donne. Perché nessuno ha fermato il killer di Vanessa dopo la denuncia dello scorso 25 ottobre? È questo uno dei punti oscuri che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, vuole chiarire. Il Guardasigilli ha chiesto agli uffici competenti del Dicastero di acquisire negli uffici giudiziari una relazione dettagliata sull’indagine precedente al femminicidio.