USA: la deterrenza militare è in crisi?
Non bastano due portaerei a fermare i sempre più crescenti attacchi delle milizie yemenite. Gli USA chiedono aiuto agli alleati.
La deterrenza militare USA ormai non è più sufficiente. Washington, che ha schierato ben due portaerei nella regione mediorientale per far desistere i nemici di Israele da eventuali attacchi fatica. In primis a disincentivare i gruppi ribelli dall’attaccare il dominio a stelle e strisce delle rotte marittime commerciali del Mar Rosso. Tanto che l’esercito americano ha dato vita ad a una nuova coalizione marittima multinazionale per rispondere ai sempre più crescenti attacchi missilistici e droni da parte dei militanti Houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen.
Il controllo e la stabilizzazione dei mari è ovviamente punto cardine dell’ordine globale statunitense. Che ha sapientemente ereditato tale concezione dall’impero britannico. Ma la guerra in Palestina al pari di quella in Ucraina confermano ancora una volta che qualcosa è profondamente cambiato ormai negli equilibri globali. E la debolezza di Washington non può non spaventare.
Tensioni nel Mar Rosso: gli USA difendono il loro dominio marittimo contro le milizie filo-iraniane
Le azioni intraprese dai ribelli yemeniti negli ultimi giorni, con i sempre più crescenti attacchi missilistici e da droni, hanno gravemente interrotto la navigazione commerciale all’interno e attorno al Mar Rosso. E gli USA per rimarcare la propria supremazia marittima, nonché il ruolo di garante della stabilizzazione delle rotte marittime, hanno lanciato una nuova coalizione internazionale. Per mostrare i muscoli e impensierire i ribelli. L’iniziativa è stata denominata Operazione Prosperity Guardian. Che comprenderebbe attualmente Regno Unito, Bahrein, Canada, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Seychelles e Spagna. Che hanno mandato le proprie navi da guerra per rispondere all’appello di Washington, e lanciare un chiaro segnale alle milizie filo-iraniane. Gli Houthi dello Yemen dal canto loro, non hanno affatto cambiato postura. E hanno affermato attraverso uno dei loro portavoce che sono intenzionati ad «effettuare operazioni e attacchi ogni 12 ore alle navi che transitano nel Mar Rosso».
Mohammed Abdul Salam, portavoce del gruppo ha dichiarato, parlando con Al Jazeera, che prenderanno «di mira solo le navi destinate esclusivamente a Israele». Con l’obbiettivo, secondo il gruppo yemenita, di fare «aumentare la pressione su Israele affinché fermi la sua aggressione e tolga l’assedio da Gaza». La stabilizzazione della navigazione dei mari, è uno dei centri del potere americano come lo è stato per tutte le super potenze passate, come l’impero britannico. E la deterrenza della potenza di fuoco USA è sempre bastata negli ultimi decenni a far desistere i propri nemici dal cambiamento dello status quo. Ma oggi questa deterrenza sta chiaramente scricchiolando. E il numero sempre più crescente di conflitti armati ne è un ulteriore prova. Sempre più Paesi ormai non temono più come un tempo la possibile ritorsione USA e non intendono seguire le sue posizioni,. né le sue direttive al livello geopolitico.
Crisi della deterrenza militare e strategica di Washington?
Dopo la dimostrazione della loro enorme potenza tecnologica-militare in Iraq, l’apparato USA era certo che la loro supremazia militare sarebbe bastata di lì in avanti come deterrenza al livello globale. Ma chiaramente questo oggi non coincide più con la realtà. Tanto che gli USA oggi sono indirettamente minacciati e costretti in una corsa contro il tempo a impiegare ingenti risorse economiche e militari in due conflitti diversi. Una situazione completamente nuova rispetto agli ultimi trent’anni, che pone Washington in seria crisi.
Con l’offensiva ucraina che è stata un quasi completo fallimento per l’amministrazione Biden. Dal principio infatti sarebbe dovuta servire a convincere Putin che non poteva vincere la guerra così da negoziare. Ma di fatto ha avuto l’effetto opposto. Dimostrando che l’esercito ucraino non è in grado di prevalere su un nemico oggi ben trincerato, e che l’Occidente non può produrre le munizioni che gli servono. Riuscirà Washington a gestire la situazione in Medio Oriente e porre fine ad uno dei due fronti di guerra?