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Supermercati senza casse, dopo Verona e Trento aperture a Milano

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Imminente, con l’inizio del 2024, l’apertura di nuovi supermercati e punti vendita cashierless, come si chiamano negli Stati Uniti, ovvero i supermercati senza casse. Esselunga e Pam li apriranno a Milano a breve, dopo che già Conad ne ha aperto uno ai primi di novembre 2023 a Verona, e un altro è stato aperto a Trento.

I supermarket cashierless sono l’ultima frontiera del consumismo occidentale: fare la spesa ancor più velocemente, comodamente e senza interazioni umane con chi lavora in un supermercato. Se non per chiedere informazioni o consigli qualora sia indispensabile nel corso della propria solitaria ‘passeggiata’ tra gli scaffali su cui le merci sono esposte. Le aziende che stanno lanciando anche in Italia i supermercati senza casse (una realtà già sviluppata da anni negli Stati Uniti, sul modello dei negozi Amazon Go) assicurano che la spesa in questi store avverrà “nel rispetto della privacy” dei consumatori.

Il supermercato senza casse di Verona. Foto X @Corriere

La (non) riservatezza oggi

In realtà oggi, al tempo dell’intelligenza artificiale e dei cosiddetti big data – la grande messe di dati personali di ciascuno di noi di cui si alimentano le grandi aziende che dominano Internet – la riservatezza non esiste più. Perlomeno quella che è esistita per lungo tempo prima dell’esplosione della realtà virtuale e della vita digitale grazie ai ‘telefoni intelligenti’ (gli smartphone). Siamo di fronte a un nuovo concetto di privacy-riservatezza da ridefinire, anche da un punto di vista giuridico, probabilmente.

Cosa vuol dire oggi riservatezza? Ogni volta che ci connettiamo al nostro profilo sui social media, o alle chat di messaggistica istantanea come whatsapp, postiamo contenuti scritti, audio e video, o ci colleghiamo a qualunque sito Internet, stiamo fornendo dati personali di ogni tipo alle aziende private che possiedono quei marchi. In pratica stiamo pagando il prezzo dell‘accesso libero, gratuito e senza limiti temporali o di contenuti alla Rete.

In alcuni casi, invece dei totem elettronici, all’ingresso dei supermercati senza casse si potrà trovare una sorta di ‘tornelli’ sui quali passare una tessera. Foto X @EconomyUp

Supermercati senza casse, come funzionano

La stessa cosa sembra debba avvenire, in maniera ancora più pervasiva, nel momento in cui andremo a fare la spesa in uno dei nuovi supermercati senza casse. All’ingresso troveremo un totem elettronico sul quale registrarsi scaricando una app. Con un Qr Code potremo fornire al supermercato i nostri dati e quelli del mezzo scelto per il pagamento degli acquisti che faremo: ad esempio una carta di credito o un bancomat, ma non i contanti.

Da quel momento in poi cominceremo a fare la spesa, volendo anche senza carrello, ossia infilando in tasca o nella nostra borsa personale i prodotti scelti. Saremo infatti monitorati da visori e telecamere che scansioneranno ogni nostro movimento. Sugli scaffali da cui preleveremo le merci saranno posti sensori in grado di misurare le differenze di peso prima e dopo il prelievo dell’oggetto da comprare. In caso di bisogno potremo rivolgerci agli addetti del supermercato.

Termineremo la spesa non più di fronte alle casse per pagare ma davanti a un altro totem elettronico che sarà in grado di fornirci lo scontrino. Lo farà non appena avremo inquadrato nuovamente il Qr Code o mostrato la carta di credito. Avendoci seguito e monitorato costantemente, anche quando abbiamo infilato in tasca o in borsa un prodotto prelevato dagli scaffali, i software dei supermercati senza casse sono infatti in grado di riconoscerci e addebitarci direttamente la spesa. Alla fine tutto sarà stato forse più comodo. Di certo molto costoso. Non in termini di denaro bensì di dati personali forniti di nostra spontanea volontà alle aziende proprietarie dei supermercati senza casse. Più di quanto già non avvenga adesso, al tempo del Digital Age.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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